Poniamoci una domanda: come affrontiamo di solito una situazione che ci provoca sofferenza, disagio, in generale, un malessere psicologico? E’ indubbio che la sofferenza emotiva e le sue manifestazioni cliniche necessitano di un aiuto specialistico, sia esso psicoterapeutico che farmacologico, ove necessario. Eppure, ciascuno di noi possiede un personalissimo bagaglio di risorse che possono essere fonte di creative ed efficaci modalità per affrontare e gestire la sofferenza. Risorse che spesso risultano indispensabili anche per affrontare un percorso di cura.

Le risorse sono capacità, competenze, oggetti, relazioni che offrono supporto per mantenere la sicurezza, il senso di identità ed efficacia personale, la speranza e la fiducia di poter superare l’ostacolo. Sono facilmente riconoscibili se pensiamo a quali sono le nostre usuali cose che facciamo quando ci troviamo ad affrontare una sofferenza o una prova difficile nella nostra vita. Cosa ci ha aiutato nei momenti più difficili? Cosa ci viene più naturale e spontaneo fare? Ciascuno di noi le possiede ma spesso tendiamo a sottovalutarle, oppure a non riconoscerle come tali. Quanto più è grande il malessere tanto più temiamo di non farcela, talvolta persino di non sopravvivere.

La varietà di risorse che possiamo utilizzare è molto vasta, ci sono risorse così definite top-down e sono di matrice razionale e cognitiva, ma ci sono anche importanti risorse bottom-up, ossia somatiche ed emotive. Ci sono risorse relazionali, creative, spirituali, materiali, naturalistiche e così via. Un’incredibile cassettina degli attrezzi da usare nei momenti più bui. Una cassettina per gli attrezzi assolutamente personale: sarebbe un grave errore pensare che ci siano risorse che vadano bene per tutti allo stesso modo. La nostra risposta agli eventi stressanti è strettamente collegata alle nostre caratteristiche biologiche, alla nostra personalità e, anche, alla nostra storia di vita. Alcuni individui tendono ad avere reazioni di iper-arousal ossia con un livello di attivazione emotiva molto alta, con conseguenze di ansia, irrequietezza, irritabilità. Altri, invece, tendono ad avere reazioni di ipo-arousal, ossia un livello di attivazione molto basso, con conseguenze di umore molto cupo, mancanza di energia e di forza sino a sentirsi sprofondare.

Possiamo immaginare quanto siano differenti le necessità per affrontare il malessere in queste due differenti tipologie. In questo articolo ci soffermiamo su due tipologie di risorse, assolutamente interconnesse, che sono quelle somatiche e quelle naturalistiche. Le risorse somatiche comprendono le categorie delle competenze che derivano dall’esperienza fisica ma influiscono sulla salute psicologica. Comprendono tutte le capacità fisiche che sostengono l’autoregolazione e procurano una sensazione di benessere e di competenza a livello somatico e psicologico. L’uso del respiro, per citarne una, da usare sia per indurre uno stato di calma che per riattivare un corpo intorpidito, oppure il movimento, sia una passeggiata che una corsa, ma anche la nostra mano poggiata sul petto può offrire un’immediata sensazione di sollievo. Sono tutte risorse che si possono facilmente utilizzare attraverso un ascolto  attivo del nostro corpo, di ciò che ci chiede e ci comunica, utilizzandolo come una sapiente guida verso il nostro benessere.

Le risorse naturalistiche sono  anch’esse un vero e proprio patrimonio a nostra immediata disposizione. La natura ci offre una grande quantità di risorse, di aiuto sia per le reazioni emotive di elevata attivazione che per quelle di perdita di energie. Il rapporto di noi esseri umani con la natura è, in genere, di grande vantaggio e altamente benefico. Ce ne parlano, tra i tanti studi, Giuseppe Barbiero e Rita Berto, nel loro libro, Introduzione alla biofilia. La relazione con la natura tra genetica e psicologia.

La Biofilia sottolinea proprio la predisposizione biologica di noi esseri umani a ricercare forme di contatto con la natura e tutti gli effetti benefici che ne conseguono. Alla luce di quanto detto sino ad ora, possiamo considerare ancora più prezioso il potenziale che la natura ci offre se lo pensiamo in funzione delle specifiche risorse di cui abbiamo bisogno. Possiamo interrogare la natura a seconda dei nostri bisogni di regolazione emotiva e recuperare le risorse per affrontare meglio la sfida che la vita ci propone in quel momento. Una passeggiata nel silenzio di un bosco può aiutarci a trovare pace, un’arrampicata ardita può aiutarci a canalizzare le nostre emozioni che hanno bisogno di trovare sfogo, l’ascolto delle onde del mare può aiutarci a sentirci connessi e sostenuti, persino abbracciati, dalla natura. E come non pensare alla potente risorsa che viene per esempio dal giardinaggio, fosse anche nel piccolo balcone della nostra casa, dove sono le piante ad offrirsi come istruttrici di Mindfulness). La natura sa anche regalare scenari di una bellezza mozzafiato, ci aiutano a ridimensionarci, a ridimensionare il nostro Io ma al tempo stesso accoglierlo facendoci sentire parte di un tutto più grande e meraviglioso.  Certo non è la risoluzione dei nostri problemi ma senz’altro una grande nostra alleata se sappiamo chiedere in modo adeguato e rispettoso.

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