Essere donne può essere complicato, trovandosi da sole in città o sui mezzi pubblici. Ecco una piccola guida, per sentirci più tranquillə.

Violenza contro le donne: i dati

La Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il 25 novembre, è sempre più vicina, ma anche la possibilità di trovarsi in situazioni spiacevoli è sempre in agguato. Nonostante il primo trimestre del 2022 abbia registrato un minore numero di chiamate al numero verde 1522, ciò non significa che le violenze siano di meno, ma che, tristemente, la paura di chiedere aiuto supera il desiderio di rivalsa o protezione. Lo scorso anno, più di 15.000 donne hanno contattato il 1522 e si attendono i dati dell’anno corrente.

Violenza psicologica e le conseguenze

Ad oggi, in Italia, si contano almeno 6 milioni di donne tra i 16 e i 70 anni, le quali, nel corso della loro vita sono state vittime di qualsiasi sfumatura di maltrattamento. È stato dimostrato come la violenza maggiormente subita sia quella psicologica, che si rivela essere anche la più difficile da sopportare, sconfiggere e, purtroppo, dimostrare.

Non troveremo lividi sul corpo, ma nel profondo dell’anima, lasciata nelle grinfie degli enormi traumi a cui le vittime sono soggette. Dopo aver vissuto una violenza, una molestia, anche solamente dopo aver sentito un complimento o uno sguardo eccessivo e non richiesto, purtroppo, non si è più le stesse di prima. Ci si sente costantemente in pericolo, all’allerta, come se qualcosa potesse succedere a breve. Sempre sporche, come se la colpa fosse delle vittime e sempre con la solita scena in ripetizione nei pensieri.

Vivere con una paura costante
può definirsi vita?

Questa paura, spesso, tormenta così tanto da privare delle piccole gioie della vita: viaggi in solitaria, nuove esperienze e uscite non programmate. In soccorso di tutte le persone che vogliono poter viaggiare e vivere la propria vita in maggiore tranquillità, esistono una serie di applicazioni che ci semplificano, anche solo parzialmente, la vita.

Prima tra tutte è NomadHer, che si descrive come uno spazio sicuro per le donne che viaggiano in solitaria, perché permette di collegare, far incontrare e supportare molte donne viaggiatrici. NomadHer è un’app in cui donne viaggiatrici possono condividere esperienze di viaggio, storie, immagini e trovare donne che la pensano allo stesso modo con cui andare all’avventura.

Un altro esempio è l’applicazione GeoSure, la quale dà l’opportunità di riconoscere le strade più sicure nella città in cui ci troviamo. Come funziona è molto semplice: dopo aver catalogato tutte le statistiche sui crimini di ciascun Paese, ciascuna città o quartiere, le incrocia con i dati sanitari, economici e politici di quei luoghi, e poi fornisce i risultati divisi in cinque categorie critiche di sicurezza, denominate Geo Safe Scores.

La terza app che vi segnalo è Life360, con la quale possiamo condividere sempre la nostra posizione con le persone più fidate. Molto usata dalle famiglie per seguire i propri figli adolescenti, è in realtà utilissima anche per le donne che condividendo i loro spostamenti con amiche e parenti si sentono più tranquille perché monitorate e quindi meno sole.

Violenza contro le donne:
passi avanti nel quotidiano

Rispetto agli anni passati, le persone intorno a noi sembrano maggiormente interessate e indignate rispetto alla tematica della violenza contro il genere femminile. Ascoltando i racconti di ragazze vittime di molestie – in particolare sui mezzi di trasporto – ho potuto notare come vi sia una grande solidarietà, sorprendentemente, anche da parte del genere maschile: vi sono storie di ragazzi che si sono finti amici o conoscenti delle vittime, per fare in modo che si salvassero dai molestatori, passanti indignati e pronti a denunciare un uomo che, per strada, ha osato colpire una donna sconosciuta e controllori sui treni che hanno immediatamente preso dei provvedimenti contro uomini violenti, in seguito ad aver ricevuto la comunicazione della molestia accaduta.

Queste persone mi hanno dato una grande fiducia nell’essere umano, in favore delle donne del presente e del futuro. Sono anche moltissimi gli account sui social che divulgano approcci all’autodifesa, come la KiDoAcademy e Alessandro Arzuffi su TikTok e rappresentano voci volte alla sensibilizzazione contro il fenomeno.

Un ulteriore passo avanti è dato dalla sempre maggiore conoscenza del segnale per denunciare silenziosamente le violenze domestiche, il Signal For Help, tanto che si pensa al suo inserimento tra i segnali internazionali.

La tutela delle donne
in giro per il mondo

In giro per il mondo, si mostra maggiore rispetto nei confronti delle donne: i Paesi più sicuri sono Irlanda, Austria e Norvegia, con note di merito per i paesi asiatici quali Giappone e Corea del Sud.

Per esempio, molte ragazze che vivono in Giappone raccontano di quanto esse si sentano al sicuro ad ogni ora del giorno e della notte, a prescindere dal loro abbigliamento.

In Corea del Sud, invece, sono presenti delle aree rosa nelle metropolitane, accessibili alle donne nel caso in cui non si sentissero al sicuro durante i loro spostamenti, inoltre sono state realizzate delle efficienti indicazioni per raggiungere in sicurezza la centrale di polizia più vicina; esistono, inoltre, moltissime aree, in cui rifugiarsi in situazioni pericolose, che si connettono direttamente alla polizia locale, tramite telecamere di sorveglianza. Esse sono di grandissima importanza, perché hanno ridotto enormemente il tasso di criminalità.

È davvero triste vedere come, nelle ore più tarde, quando si torna a casa dopo il lavoro, si vedano sempre più gruppi di donne radunate tra loro sui mezzi pubblici, quasi come una protezione reciproca, oltre che personale. Mi auguro di poter vivere presto in un Paese che mi dia la possibilità di non avere paura, perché la felicità è tranquillità e spensieratezza.

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