Su Netflix, la terza stagione di una delle serie più amate tra giovani: Heartstopper, che narra dell’amore queer nato tra i banchi di scuola.

Finalmente (almeno per me) l’autunno è tornato a colorare di marrone, arancio e grigio le nostre giornate; quindi, perché non farci rapire da una serie capace di darci tutto il calore di cui abbiamo bisogno? Se avete amato Young Royals e SKAM Italia (soprattutto la stagione su Martino Rametta), non potete perdervi Heartstopper.

La serie britannica, tratta dal webcomic della giovane scrittrice Alice Oseman, mette in scena i piccoli grandi problemi di cuore, ma non solo, che hanno sempre caratterizzato la nostra giovinezza. Cosa rende speciale la serie? L’amore queer è il fil rouge, il quale viene raccontato piano piano, dolcemente, con la tenerezza che un amore necessita.

Conosciamo l’autrice

La mente creativa dietro Heartstopper è lə britannicə Alice Oseman, classe 1994, che da quando aveva solo diciannove anni si fa portavoce dei diritti e dell’amore tra persone appartenenti alla comunità LGBTQ+, con i suoi fumetti online per giovani persone adulte.

Il suo tema preferito sono i disastri che possono avvenire quando si vive il periodo della gioventù al confine con l’età adulta. La sua prima pubblicazione è Solitaire del 2014, che poi ispirerà proprio Heartstopper. Altri titoli da menzionare sono Radio Silence e I Was Born for This. Nel 2021 ottiene il premio YA Book Prize 2021 con Loveless e l’anno successivo, Netflix aggiunge alla sua offerta la prima stagione di Heartstopper e da quel momento, il resto è storia. In pochissimo tempo, la serie fa breccia nei cuori di milioni di giovani (e non), portando il pubblico che non la conosceva ancora, a scoprire tutti i fumetti da cui la serie prende ispirazione. Ciò che piace ai fan è la semplicità nei tratti, la purezza dei rapporti, i colori, il modo in cui l’amore – in tutte le sue sfumature e in tutti i suoi colori – viene narrato dallə Oseman. L’autrice non teme mai la pubblica esposizione della sua identità, in quanto persona asessuale e aromantica.

Sulla piattaforma Spotify è, infatti, possibile esplorare i sentimenti agrodolci della sua identità, con la playlist definita Anti-romance, con la quale lə Oseman vuole raccontare come la sua sessualità non venga spesso compresa. Con queste canzoni, infatti, ləi stessə riesce a mandare via la tristezza che circonda il momento in cui si comprende che non vivrà la vita che si è normalmente costretti a vivere secondo le regole sociali, che fanno tristemente parte della nostra realtà.

Uno sguardo alla serie

Il protagonista della serie è un introverso e gentile adolescente, Charlie Spring, il quale sta vivendo un momento di difficoltà: il coming out appena affrontato, il bullismo a causa della sua identità sessuale, una relazione segreta e tossica con proprio uno dei suoi carnefici del liceo maschile Truham Grammar School. Nick Nelson, popolare e talentuoso giocatore della squadra di rugby della scuola, diventa il nuovo compagno di banco di Charlie.

Fin da subito, i due stringono una bella amicizia… fino a quando i sentimenti di Charlie non si trasformano in qualcosa di più e Nick, pur avendo sempre pensato di essere eterosessuale, sembra contraccambiare i sentimenti di Charlie. Proprio quest’ultimo, inoltre, ha un gruppo di amici sinceri, che desiderano il meglio per lui: Tao, il suo migliore amico e amante sfegatato del cinema (ma poco sicuro di sé stesso), Isaac, solitario, taciturno e con una grande profondità ed Elle, che è nel pieno del suo percorso di transizione e che ha da poco iniziato a frequentare un liceo femminile.

La storia tra i due personaggi principali, Charlie e Nick, nasce invece come spin-off di una delle prime opere dellə Oseman, Solitaire, che vede come protagonista Victoria Tori Spring, sorella maggiore di Charlie. Nelle due stagioni precedenti, viviamo il dolce e timido amore che nasce tra Charlie e Nick, la crescita personale di quest’ultimo, il quale comprende di essere bisessuale, il rapporto di Elle con il suo corpo, soprattutto quando capirà di provare qualcosa per Tao. Durante la seconda stagione, nascono anche i primi problemi tra i due protagonisti, Isaac si interroga sulla propria sessualità e il gruppo di amic* subisce vari momenti di crisi, influenzati anche da un’ulteriore coppia romantica, sempre più presente ed incisiva nella serie: quella tra Darcy e Tara, le storiche amiche del cuore del liceo femminile frequentato da El.

Insomma, sono due stagioni ricche di emozioni, cuori spezzati, baci rubati, risate e amicizie, il cui filo rosso è sempre questa purezza, questa dolcezza che fanno apprezzare così tanto la serie.

Gli episodi sono stati scritti da Alice Oseman stessə, quindi, sicuramente non vi sono molte differenze tra la graphic novel pubblicata gratuitamente su Webtoon e la serie di Netflix, ma vi sono alcuni piccoli dettagli da non dimenticare. Le sequenze più importanti sono state riprodotte alla perfezione, come è perfetta, anche, la somiglianza tra i personaggi immaginati dallə Oseman e quelli scelti durante la fase del casting. Nella serie, si dà maggiore spazio al temperamento ribelle e focoso di Tao, rispetto alle tavole originali del webcomic, come anche le partite di rugby.

Per la serie, l’autrice dà vita a due nuovi personaggi: Isaac e Imogene, nati per dare maggiore corposità agli episodi. Netflix, inoltre, decide di approfondire le vite dei personaggi femminili, che hanno un ruolo centrale sullo schermo, rispetto al fumetto, come accade anche alla relazione tra Elle e Tao.  Una particolarità è che nell’opera originale, il linguaggio usato dai personaggi non nasconde imprecazioni, al contrario, la serie vuole i personaggi più innocenti, per essere adatta a tutte le fasce d’età.

La terza stagione

La terza stagione non lascia il pubblico deluso: fin da subito, infatti, si affronta la tematica della paura del dichiarare i propri sentimenti a qualcuno, della difficoltà nel cogliere l’attimo (anche se poi, si rivela essere sempre la scelta migliore). Dai primi secondi, notiamo che il personaggio di Tori è sempre più centrale e sempre più di supporto a Charlie: è proprio lei a spingerlo a compiere il grande passo di dichiarare il suo amore a Nick.

La serie, soprattutto questa terza stagione, riesce perfettamente a riprodurre, tramite i disegni, ciò che succede alle persone quando si prova un forte stato di ansia, di agitazione, di panico. La vista annebbiata, tutto diventa oscuro, non si riesce a percepire bene ciò che sia reale attorno a noi, la tendenza a pensare troppo e lo fa nel modo più delicato e vero possibile.

Questa stagione rivela come anche un ragazzo possa avere dei Disturbi del Comportamento Alimentare, contrariamente a quanto si pensi. Viene normalizzata la terapia, che seppur non miracolosa, riesce ad aiutare Charlie nel percorso di guarigione.

“Stare in clinica non mi ha fatto guarire magicamente, ma mi ha salvato dal baratro”.

Una battuta che mi ha particolarmente toccata è quella della zia di Nick:” È giusto avere paura”, perché il compito di un partner non è quello di curare le malattie della persona amata, ma quello di esserci, di essere sempre un posto sicuro per l’altro. Viene resa comune anche la tendenza a vivere delle ricadute, totalmente comprensibili in un processo di cura così difficile.

Un ruolo fondamentale è quello dei genitori, all’inizio in un rapporto conflittuale, ma poi di supporto per Charlie. Sicuramente è da menzionare la forte componente psicologica che è presente in questa stagione: Charlie capisce, finalmente, di dover parlare con i suoi genitori e poi con figure professionali che avrebbero potuto aiutarlo ad affrontare il DCA. Centrale per Charlie è stato anche Nick, con il quale vive in una tenera bolla d’amore, che stava iniziando a creparsi a causa del dolore, della malattia.

Pian piano, infatti, tutti i giovani protagonist* comprendono che il vero amore non possa essere fatto semplicemente di felicità, ma arrivano anche i periodi difficili, oscuri in cui ci si sente in un bivio, il cui obiettivo è uscire da questo bivio insieme, mano nella mano: in amore, non si può pretendere sempre la perfezione, è questa la lezione imparata soprattutto da Tao.

È bello vedere, inoltre, delle amicizie così in bilico, ma anche così forti e piene di rispetto. A volte, infatti, per far sentire l’altra persona capita, bastano un abbraccio e un “ti voglio bene” sincero.

I pensieri del fandom

Ho avuto la possibilità di intervistare alcunə fan italiani di Heartstopper, che, mettendosi a nudo, mi hanno raccontato il loro stretto rapporto con la serie.

S. afferma: “Ho iniziato a guardare la serie perché mi dava un forte senso di tranquillità, proprio la parte grafica… il fatto che siano stati inseriti dei disegni come le foglie o i fuochi d’artificio quando le emozioni sono così forti, da non poterle spiegare, rendono la serie molto più umana. Non è facile esprimere le emozioni e i disegni riescono a parlare delle emozioni, senza parlarne mi ha dato modo di essere capita. Dal punto di vista del messaggio, penso sia una delle poche serie tv a parlare della Generazione Z, raccontandola con familiarità, senza elevarsi, ma dal nostro punto di vista. L’ultima cosa che mi piace sono le varie sfaccettature dei personaggi. C’è uno spettro elevato della personalità, non ci sono solo buoni e cattivi. La serie mostra come si possa essere sia dolci e carini, ma anche forti e decisi quando serve.”

A. fa notare come ” l’autrice riesce a raccontare la storia di ogni personaggio con una delicatezza, ma anche con una chiarezza disarmante. I personaggi hanno tutti delle storie particolari, che riescono a farti immedesimare. Quando guardo la serie, mi sento bene. Pur essendo etero, Heartstopper è la mia comfort zone. Mi ha fatto anche crescere mentalmente sotto alcuni punti di vista e comprendere molte cose! Mi fa stare proprio bene ed è una serie che, secondo me, dovrebbero vedere un po’ tutti, per far sì che aprano la loro mente e accettare e aiutare persone sia della lgbtq+, ma anche per chi ha problemi di qualsiasi tipo.”

M. mi racconta come “Heartstopper è la mia serie preferita in assoluto. Per me è stata una grandissima scoperta, considera che quando è uscita avevo capito da poco di essere bisessuale quindi ho trovato un grande conforto guardandola, soprattutto nel personaggio di Nick in cui mi sono rivista al 100%. Affronta un sacco di temi importanti, oltre il mondo LGBT. Affronta la crescita della persona sotto ogni punto di vista, amore, amicizia, obiettivi per il futuro, scelte difficili, disturbi alimentari e difficoltà psicologiche. Affronta ogni tema con delicatezza, senza mai oltrepassare la linea e credo sia una serie davvero tanto educativa, dovrebbero vederla tutti quanti, offre tanto per imparare sul mondo. Mi fa sentire bene vederla, mi fa sentire al sicuro e confortata, aspetto sempre con ansia l’uscita di una nuova stagione e di nuovi aggiornamenti del webtoon/fumetti.”

Lascerete, quindi, che Heartstopper vi prenda per mano?

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