Dal 30 Agosto fino all’8 di Settembre a Colorno (Parma) si è svolto Tutti matti per Colorno!, un importante festival dedicato al circo contemporaneo, teatro di figura, teatro urbano e musica dal vivo. Un successo dato da 25.000 mila presenze stimate in 5 giorni di festival per 46 compagnie e 199 spettacoli, oltre ad eventi, installazioni, laboratori, giochi interattivi. Ne abbiamo parlato con Leonardo Adorni direttore artistico del festival.

Quando si pensa al circo l’immaginario collettivo immagina ancora animali maltrattati, ma cosa è oggi davvero un festival di circo?
Innanzitutto, voglio dire che mi fa piacere che si parli di circo in generale come si fa in Francia, in Sagna e ormai in tutta Europa tranne che in Italia, ma dato che la domanda va a sollecitare un tema delicato come la presenza degli animali nello spettacolo, è necessario aggiungere un’altra premessa: Tutti Matti per Colorno è contro tutti i maltrattamenti degli animali, nel circo e fuori dal circo, nello sport, ovunque, una netta condanna universale.

Se vogliamo distinguere il circo tradizionale da quello cosiddetto contemporaneo, però non dobbiamo parlare degli animali, ciò che differenzia la tradizione dal contemporaneo è l’introduzione del “teatro” nella creazione degli spettacoli, quindi di una storia, di una drammaturgia etc. Per il circo contemporaneo la presenza o assenza di animali è del tutto irrilevante, per la tradizione invece la presenza di animali esotici è essenziale, identitario, quasi un fatto di sopravvivenza, viene creato spesso anche un piccolo zoo, una vera esposizione, così come gli artisti mettono in mostra le loro abilità e l’immaginario che creano, sembra tautologico, è quello del circo stesso.

Quando si entra in un circo tradizionale si sa già cosa aspettarsi, mentre il circo come lo intendiamo noi, crea mondi e immaginari inaspettati, lo spazio della rappresentazione non lo imprigiona, ma lo libera. Detto ciò, abbiamo grande rispetto per il circo tradizionale e riteniamo che sia giusto che continui a vivere, così come tante altre esperienze artistiche che si sono mantenute vive nel tempo.

Non solo circo, un festival
con artisti di tante nazionalità

Quali forze hanno contribuito a realizzare questo importante festival e quanti paesi sono presenti?
Un festival come il nostro è possibile solamente grazie alla nostra passione di artisti, noi siamo prima di tutto una compagnia, il Teatro Necessario, e, oltre al desiderio di portare a casa nostra le esperienze più interessanti che incontriamo in giro per il mondo, c’è la forte sintonia e comprensione delle esigenze degli artisti; detto ciò, nulla sarebbe possibile senza il sostegno di numerose istituzioni pubbliche e realtà private, tra cui Ministero della Cultura, Regione Emilia Romagna, Provincia di Parma e Comune di Colorno. E senza l’energia di un team di lavoro composto da professionisti e da volontari, che trovano nel festival profondo nutrimento. Contando gli artisti in programma quest’anno, sono stati presenti otto nazionalità, le più rappresentate sono Francia, Argentina e Italia.

Esiste anche una sezione dedicata ad artisti invalidi: in che termini? Siamo sensibili a tutte le diversità.
Spettatori disabili vengono accolti e facciamo il possibile affinché possano godere di un’esperienza piacevole e comoda, ma non è corretto dire che abbiamo immaginato una sezione dedicata agli invalidi. Essi sono naturalmente presenti, come nella società civile. Missione Roosevelt dei Tony Clifton Circus è un’esperienza urbana che il pubblico fa seduto su una sedia a rotelle e che può essere un esercizio di presa di coscienza ed empatia. Nel programma di quest’anno abbiamo avuto la compagnia Cirque Inextremiste, rinomata nel panorama europeo per l’audace ricerca che da anni porta all’estremo il concetto di rischio. In compagnia è presente Rémi Lecocq, artista in sedia a rotelle, la cui condizione di disabilità non ha mai fermato la creatività artistica e dinamica del gruppo.

I progetti di residenza

Qualche parola sui progetti di residenza…
Il festival quest’anno per la prima volta ha ospitato un progetto di residenza e di creazione grazie al sostegno di Creative Europe e del bando internazionale che promuove la cooperazione europea di cui Teatro Necessario fa parte da diverso tempo (dopo aver vinto i bandi Beta Circus dedicati alle pratiche e alla creazione drammaturgica partecipativa). A Colorno è in residenza creativa dal 12 agosto la compagnia irlandese di clown Fanzini Production, in partnership con l’artista italiana Caterina Moroni.

A loro si affianca la compagnia KEPLER – 452 di Bologna, Nicola Borghesi e Enrico Baraldi, i mentori del progetto in Italia. Il gruppo artistico ha presentato l’esito del percorso nel primo weekend del Festival, dal titolo “NEL BLU”, una performance partecipata dedicata all’acqua e alla necessità o volontà di cambiamento, realizzata anche grazie alla collaborazione di Comune di Colorno e Piscina Casanova. Presenti anche i partner europei del progetto per assistere alla performance e visitare il festival, quindi il leader partner Bussola dal Portogallo, Riga Cirks dalla Lettonia e Ludifico dalla Serbia. Questo è il primo step di un filone di attività che il festival desidera portare avanti nei prossimi anni, anche in sinergia con il Comune di Colorno, cercando nuove forme di sostenibilità per utilizzare spazi al chiuso o all’aperto.

Quali gli spazi non tradizionali utilizzati?
Il festival si svolge tutto all’aperto, quindi tutti gli spazi sono un po’ non convenzionali, vengono creati appositamente in aree verdi, piazzette, stradine, senza considerare gli spettacoli itineranti che realizzano lo spazio nei punti in cui sostano. Ci teniamo a sottolineare che c’è grande cura per gli spazi, si fa in modo che siano i più accoglienti possibile, sia per gli artisti perché possano lavorare in maniera ottimale, sia per una fruizione adeguata da parte del pubblico. Fra gli spazi meno convenzionali di quest’anno possiamo nominare la Piscina Casanova dove si è svolta la performance dedicata all’acqua e a tutti i mari del mondo “NEL BLU”, la piccola roulotte della compagnia Officina Oceanografica Sentimentale che ha realizzato il suo spettacolo Samovar per 7 spettatori alla volta, un’altra roulotte è stata dedicata al teatro di figura, i Lambe Lambe si sono esibiti nel parco, l’anno scorso lo spettacolo della compagnia Los Galindos aveva luogo in un cantiere, Salinas si era creato un nido in mezzo al bosco e spettacoli sono stati fatti anche in mezzo alle siepi!

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