Il 18 maggio 2022, dopo un tentativo fallito nel 2017, Il Senato della nostra Repubblica ha approvato il primo sì alla Legge Delega per il riordino del settore dello spettacolo che prevede il  “graduale superamento degli animali nei circhi e nelle attività dello spettacolo viaggiante“.

È solo un primo, lento, piccolo passo, ma per l’Italia (in ritardo) è un inizio, visto che alcuni paesi europei – come Grecia, Portogallo, Svezia, Austria, Slovacchia, Francia etc… -ed oltre 50 paesi nel mondo (come India, Costa Rica, Australia, Messico, Stati Uniti, Canada etc…)  hanno già vietato completamente  o introdotto restrizioni molto severe sull’uso di animali nelle attività circensi.

Sono state lunghe e difficili le battaglie (e non sono ancora finite) degli animalisti per abolire l’uso degli animali negli spettacoli circensi. L’orso che balla, la tigre che salta il cerchio di fuoco, il barboncino ,vestito come un bambino, che cammina su due zampe sono il risultato di addestramenti innaturali e coercitivi, sono il risultato di maltrattamenti costanti ma soprattutto sono il risultato di un approccio etico e culturale non rispettoso della diversità.

Come possiamo pensare che sia divertente un orso che balla? Come possiamo calpestare la dignità e  le caratteristiche etologiche di un essere senziente non umano? Altro da noi, diverso da noi, ma sempre essere senziente in grado di provare dolore, sempre soggetto di diritti.

Il circo ha una tradizione ed un fascino antico, con i suoi spettacoli sono cresciuti e si sono divertiti diverse generazioni di bambini. Ma i tempi cambiano, cambiano le priorità e cambia la percezione di noi e degli altri, di noi e degli abitanti (tutti) di Gea.

Il circo, così così come lo viviamo noi, nacque all’inizio del diciassettesimo secolo in Inghilterra come spettacolo itinerante che presentava alcune attrazioni. Ma fu solo nel 1770 che a Londra venne fondato il primo circo stabile dedicato soprattutto agli esercizi di equitazione.

Nel 1768 l’ufficiale di cavalleria, Philip Astley, immaginò e realizzò lo spettacolo circense in senso moderno ossia una pista circolare  (prima all’aperto poi al chiuso) in cui venivano presentati, in sequenza , vari giochi di abilità,  intermezzi comici con l’uso del clown ed esibizioni con cavalli ammaestrati.

Il Buffalo Bill Wild West Show, Barnum, Orfei, Togni, Medrano, e tanti altri, circhi e famiglie circensi fanno parte del nostro immaginario, e ,specchio dei tempi, ci  hanno meravigliato e divertito. Ma i tempi cambiano, cambia la coscienza.

Abbiamo cominciato a divertirci sempre meno con la donna barbuta, con gli animali privati della loro dignità, della loro libertà. Forse anche perché il Cirque du Soleil ci mostrava che potevamo divertirci e stupirci con eleganza e rispetto.

La legge n°337, del 1968, all’art.1 ”riconosce la funzione sociale dei circhi equestri e dello spettacolo viaggiante. Pertanto sostiene il consolidamento e lo sviluppo del settore”.

Lo Stato ha sostenuto e continuerà, giustamente, a sostenere il circo ma, nel tempo, i cittadini hanno maturato una sensibilità tale da preferire spettacoli che non utilizzino gli animali, animali di cui, in queste esibizioni, vengono snaturati comportamenti ed indole.

Oggi L’utilizzo degli animali negli spettacoli circensi appare sempre più anacronistico, nonché diseducativo nei confronti dei bambini che al circo non entrano in contatto con il mondo animale ma assistono allo stravolgimento della natura degli esseri senzienti non umani. Sottomissione, obbedienza, segregazione, esibizioni innaturali allontanano grandi e piccini dall’empatia verso l’altro, favoriscono l’indifferenza verso la sofferenza.

Il circo è stupore, sorpresa, divertimento ed innovazione. Al passo con la nuova sensibilità verso gli animali, possiamo assistere ad uno spettacolo circense, bellissimo, in cui gli animali sono sostituiti da ologrammi: delfini, meduse, balene che nuotano; tigri, elefanti, orsi, fluttuano leggeri; struzzi e leoni passeggiano a ritmo di musica. Liberi, senza sbarre, senza catene o fruste, solo proiettori.

Un circo libero dalla sofferenza che può continuare a svolgere la sua funzione sociale. Un circo che continua a divertire e stupire con gentilezza e passione.

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