Parlare dell’opera di Stefano Bombardieri non è operazione semplice ma straordinariamente complessa. Per questo ogni occasione, che permetta di poter ammirare i suoi lavori, è sempre come vedere una fantasmagoria di figure che offrono una nuova opportunità per comprendere che l’arte, anche quella la cui creazione parrebbe concepita secondo altre intenzioni, sotto il cielo della produzione artistica contemporanea di chi quell’arte l’ha affinata nel tempo, allena la capacità di osservare e imparare da operazioni essenziali al nostro orientamento.

Stefano Bombardieri. Spiriti animali, la nuova esposizione personale dell’artista con il patrocinio del comune di Padova e visitabile fino al 17 Marzo 2024, è ospitata alla AD Dal Pozzo | Galleria d’Arte uno spazio nel cuore del centro storico di Padova.

In questa città, la mia seconda città così ricca di bellezza e di storia, il suo paesaggio urbano non muta la sua natura intimamente legata al mio passato, tanto che la sua familiarità mi permette di muovermi con la stessa disinvoltura con cui mi muovo dove vivo.

Stefano Bombardieri, Passaggio elefanti, 2022, bronzo policromo, 57 x 25 x 31 cm.

Nel cuore della capitale culturale del Trecento dove tra il XIV e il XV Secolo, in collegamento con Firenze, si sviluppò la corrente del Rinascimento padovano che influenzerà tutta l’arte dell’Italia settentrionale del Quattrocento, si aprono gli spazi di AD Dal Pozzo e, parlando di scultura, non possiamo altresì dimenticare che a Padova per dieci anni, dal 1443 al 1453, rimase uno fra i più celebri scultori di tutti i tempi che nella città creò alcuni dei suoi capolavori: Donato di Niccolò di Betto Bardi detto Donatello, nato a Firenze il 1386 e che ivi morì il 13 Dicembre 1466.

Nicola Galvan curatore dell’esposizione di Stefano Bombardieri

Nella divisione dedicata all’arte di AD Dal Pozzo, una delle mete dell’arte contemporanea della città, è Nicola Galvan il curatore dell’esposizione. Un raffinato allestimento ricco di una ventina di opere perfettamente correlate e in una scala che permetta quell’intima corrispondenza tra lo sguardo e la scultura, non possibile con i lavori di grandi dimensioni esposti a distanza. Scultura, pittura e progettualità di Stefano Bombardieri rendono AD Dal Pozzo una casa incantata dove l’autore, conosciuto in tutto il mondo per gli imponenti lavori che spesso rappresentano animali esotici, in questa particolare occasione presenta una fauna ridimensionata ma che pur nella riduzione di scala sussurra per iniziare al mistero.

Opere in bronzo, resina, disegni in digitale, abitano lo spazio che illumina quel contingente dove, in questa circostanza, è d’obbligo fermarsi affinché occhi e spirito si proiettino liberi sulle apparentemente timide esistenze di animali esotici e umani. Loro, non soliti ad abitare all’interno di quelle pareti, in quel luogo trovano una perfetta collocazione e valorizzazione data da uno studio sulla visione, un lavoro indispensabile e sinergico, tra artista e curatore, attraverso cui l’oggetto acquisisce una luce nuova per comprendere la rotta di una personale sensibilità.

Osservare le opere di Stefano Bombardieri pone di fronte a molti interrogativi e all’indiscutibile pensiero sul fatto che chi ami veramente gli animali provi un sentimento autentico di continua crescita interiore.

Il “Processo degli animali contro l’uomo”

In questo contesto mi si presenta l’occasione di citare Processo degli animali contro l’uomo. Si tratta della ventiduesima epistola delle cinquantadue che costituiscono l’Enciclopedia Rasāʾil Ikhwān al-Ṣafā dei Fratelli della Purezza, Amici Leali, Gente della Lode [a Dio] e Figli della Gloria. Gli Ikhwān al-Ṣafā erano una società segreta islamica dell’VIII o del X secolo il cui campo d’indagine era la filosofia e la cui città era Bassora nell’attuale Iraq.

Double-leaf frontispiece from “The Epistles of the Brethren of Purity”. 20 x 17 cm. (each). Baghdad, c. 1287. Suleymaniye Library MSS Esad Efendi 3636, fols. 3b-4a

In questa favola mistica scoperta recentemente, costruita secondo i canoni della favola antica che ha pari solo con la celebre raccolta di racconti Le mille e una notte, uscita nel 2022 per De Piante con la traduzione di Paola Tonussi, gli animali chiamano a giudizio, al cospetto del Re dei Jinn, l’essere umano accusato di schiavizzarli, torturarli, dar loro la caccia, sopraffarli impunemente. Essi si chiedono chi sia stato a permettere all’uomo di ritenersi superiore al resto degli esseri animati.

A loro difesa i rappresentanti dell’umanità si appellano al codice divino, quello biblico.

Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra” (Genesi 1, 26).

Gli animali ritennero che questo testo fosse privo di valore e fosse stato frainteso dall’uomo affermando che, al contrario di quanto scritto nel loro codice divino, l’uomo posto al confronto con le altre creature è inferiore poiché dipende in tutto da esse: per nutrirsi, vestirsi e vivere. Solo l’animale è, integralmente, al di là del giudizio rispetto all’uomo.

Un processo che potremmo probabilmente considerare il primo esempio del racconto di un ecosistema in cui l’essere umano potrà, attraverso una vita vissuta in armonia con la terra e la sua buona conoscenza, allontanarsi dalla sua ferocia e assurgere al divino allontanando la morte.

Rinoceronti, elefanti, gorilla, balene perfettamente riprodotti e decontestualizzati, per Stefano Bombardieri, sono fauna divenuta urbana rassegnata e sottomessa alle scelte dell’umanità con cui solo apparentemente potrebbe convivere, avere lo stesso sguardo, le stesse inquietudini o la stessa fragilità. Sono anime di passaggio a rivelare un tempo di esposizione, una tensione per costrizione o sospensione, dando voce all’arte di un proprio viaggio forse alla ricerca di quella parte animale di ogni essere umano che allontanata, ha allontanato a sua volta dalla capacità di integrarsi con la natura.

Capita spesso di voler fuggire dagli umani, o di quel che oggi ne è rimasto, nello squarcio di mondo in cui si desidera abitare, lungo un tratto di tempo, nell’aria, nella luce e nelle ombre della vita. Bombardieri non riproduce animali domestici o selvatici, quelli sono ancora troppo vicini agli abitanti di comodi giardini o in cammino all’ombra degli alberi all’interno di fitti boschi lontani dai fastidiosi rumori cittadini; ma li cerca nei luoghi dei suoni disumani, degli spazi sconfinati, delle distese infinite di terra e di acqua dove l’umano non entra e se entrasse sarebbe da esperto del dolore, non della grazia.

Stefano Bombardieri, Tribute to group site, 2023, resina, 66 x 28 x 49 cm.

Per Bombardieri la scultura è l’avvenimento di chi pensa, si avvita nella materia che sovrasta o si concede ma sopravvive, non rappresenta e non imita, per cui è inutile investirla di concetti che non le appartengono. Nelle forme essa è misura e rivelazione di una condizione che non può essere didascalica ne esornativa ma impone una perfezione che risponde alla dottrina del talento, nella ricchezza delle invenzioni che la compongono, per sorprendere, divenire esistenza che si porta dentro i luoghi incastrati nell’anima e insieme a loro è plastica visione.

Stefano Bombardieri. Spiriti animali” 
AD Dal Pozzo – Via Davila 25 – Padova
Ingresso libero
Orari: dal martedì al sabato, 10.00 – 13.00 | 15.30 – 19.30


La pubblicazione delle immagini fotografiche in questo articolo della Rivista digitale Re Writers è stata autorizzata da Stefano Bombardieri e dal responsabile dei contenuti di AD Dal Pozzo Giacomo Casarin giacomo.casarin@arredodalpozzo.it +39 0444 614521 arredodalpozzo.it

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