Per chi vuole intraprendere la carriera di attore o attrice la strada è tutta in salita: e allora vi consiglio di partire con la marcia giusta, con il documentario intitolato Una conversazione di Eduardo De Filippo e Franco Zeffirelli, per la regia di Paolo Heusch. Si tratta di un’appassionante intervista che mette a confronto la grande necessità, urgente e professionale, di un giovane regista come Franco Zeffirelli di parlare con Eduardo de Filippo del teatro e di tutto quel mondo che il grande Maestro ha messo nelle sue commedie.

Un documento imperdibile per chiunque voglia fare teatro e cerchi stimoli e spunti d’ispirazione, perché in esso emerge tutta la forza di volontà di Eduardo nel suo amore assoluto verso il teatro.

E di forza di volontà i giovani attori e le giovani attrici ne hanno un gran bisogno per crescere professionalmente e formarsi. La formazione degli artigiani e delle artigiane del teatro infatti è sempre molto difficile, e passa necessariamente anche attraverso l’osservazione. Quanti di noi hanno studiato sui libri o si sono formati con chi era già professionista, e quanti sono stati spettatori e spettatrici di opere teatrali che ci hanno cambiato la vita e soprattutto hanno modificato il nostro modo di pensare e di pensarci, anche immaginarci, in questa nostra professione di teatranti?

Anzi, direi che sia proprio obbligatorio essere spettatore e spettatrice prima ancora di voler intraprendere una qualsiasi specializzazione professionale del teatro.

È risaputo che per scrivere bene bisogna leggere tanto; per imparare a dipingere bisogna osservare ogni minima forma, ogni dettaglio, di qualsiasi pittura o disegno; per potare gli alberi bisogna studiare tutti i movimenti che fa chi sta potando, per coglierne l’esperienza che decide dove tagliare le nocche dei rami e in che luna innestare per avere il maggior successo di riuscita.

La formazione garantita a tutti

Noi ci formiamo, anche, nel momento in cui guardiamo, osserviamo, vediamo!

L’evoluzione, partendo dalle scimmie agli ominidi e poi passando per l’homo sapiens, è avvenuta attraverso l’osservazione e lo spirito di imitazione; i bambini e le bambine imparano imitando e dunque, rifacendo, quello che hanno visto.

Se è noto che in tutte le botteghe artigiane del mondo è necessario essere spettatori e spettatrici della propria professione, prima di praticarla, perché non è garantita questa possibilità di formazione per tutti e per tutte noi teatranti?

In teatro sappiamo che spesso si va in scena e si invitano gli amici e le amiche con le quali e con i quali condividiamo la nostra storia, la nostra vita, e ogni volta c’è sempre il problema di recuperare un biglietto omaggio o un biglietto operatore oppure un ridotto; perché non è giusto far pagare, a chi fa il nostro stesso mestiere, il biglietto per intero.

Che l’arte del teatro si paghi, sono assolutamente d’accordo, e tutti e tutte sappiamo che è un lavoro che deve garantire la sussistenza di chi lo svolge, ma perché per noi teatranti non c’è la possibilità di considerare il nostro andare a teatro come un momento di studio e di formazione?

Spesso i teatri non riescono a dare riduzioni per i nostri amici attori e le nostre amiche attrici, e questo mi fa arrabbiare perché nella maggior parte dei casi un attore o un’attrice non ha i soldi per vedere tutto quello che dovrebbe vedere, anche per tenersi in aggiornamento e in allenamento, per fare, appunto, formazione.

Ma chi dovrebbe pagare questi biglietti di formazione professionale? Beh, su questo avrei tanto da scrivere…:

La SIAE quanti soldi incassa, essendo l’unico ente di tutela per i diritti d’autore in Italia?

Quanti dipendenti inutili ci sono negli uffici di certi teatri?

Quanti soldi si paghiamo all’INPS ogni volta che andiamo in scena, pur sapendo che quelli della mia generazione, insieme alle generazioni successive, non avremo mai la pensione?Potrei continuare ancora, ma mi fermo qui lasciando andare la vostra immaginazione!

Bisognerebbe avere attenzione per i più deboli, che paradossalmente per questo sistema di gestione, questi deboli sono quelli e quelle che il teatro lo fanno, sul palcoscenico e dietro il palcoscenico.

Ogni categoria professionale che sta in teatro deve, giustamente, essere tutelata e soprattutto aiutata a migliorarsi. La mia domanda è semplice: perché se un direttore X, di un teatro nazionale Y, può avere viaggio vitto e alloggio pagato dalle spese del teatro nazionale Y, per andare dal nord al sud Italia a scegliere spettacoli per la sua stagione teatrale, un attore o un’attrice non possono avere un biglietto ufficiale come operatore del settore per accedere agli spettacoli teatrali?

E non mi limito solo a chi sta sul palcoscenico, ma penso che a tutte le categorie debba essere riconosciuto il diritto di andare a vedere/conoscere/formarsi/studiare la regista X con la quale si vorrebbe lavorare, oppure l’attrice Y dalla quale si vorrebbe imparare. Ma penso anche a uno scenografo che vuole andare a vedere di presenza la scena di un’altra scenografa o i costumi di una costumista… e lo stesso vale per chi si occupa delle luci…insomma, tutte le componenti artistiche del teatro devono poter accedere con delle agevolazioni ufficiali.

Eppure basterebbe il buon senso e la cura verso chi sappiamo essere più svantaggiato di noi.

Una nuova legge per promuovere
tirocini formativi

Tuttavia bisogna riconoscere che passi avanti se ne stanno facendo, e molti. E’ di pochi mesi fa l’approvazione del disegno di legge in materia di spettacolo che finalmente riconosce le specificità del lavoro nel settore dello spettacolo e il suo carattere strutturalmente discontinuo

La nuova legge prevede specifiche tutele normative ed economiche per i casi di contratto di lavoro intermittente o di prestazione occasionale di lavoro; riconosce finalmente la professione di agente o rappresentante per lo spettacolo dal vivo, come attività di rappresentanza di artisti e di produzione di spettacoli.

Ma il punto fondamentale di questa legge è la possibilità, per le Regioni e le Province Autonome, di promuovere tirocini formativi e di orientamento per i giovani con apposite convenzioni con gli operatori del settore della moda e dello spettacolo. Un grande passo in avanti che dunque mi fa confidare che queste istanze vengano sempre più ascoltate.

La mia idea per la formazione:
assistere alle prove

Nel 2021 ho discusso con la direzione di un teatro che ci ospitava perché i biglietti ridotti dedicati alla nostra compagnia, che lì era ospite, costavano 18 euro ciascuno… scrissi alla produzione esecutiva del teatro dicendo che mi vergognavo a invitare i miei amici attori e le mie amiche attrici, dopo un anno di covid, durante il quale la maggior parte di loro non aveva lavorato, a pagare un biglietto ridotto a 18 euro!

Come trovare una soluzione a questo gravoso problema della formazione, dato che il nostro governo non sembra ascoltare queste richieste? Una soluzione potrebbe esserci, (c’è sempre un rimedio a tutto, purchè si agisca con la testa e con il cuore): si potrebbe provare a contattare gli artisti e le artiste che ci piacciono e chiedere loro se si può assistere al loro lavoro, alle loro prove, formarsi facendo gli spettatori e le spettatrici del processo di creazione dello spettacolo, prima ancora di arrivare alla messa in scena sul palcoscenico.

So che questo non è semplice, ma bisogna provarci perché lì dove non arrivano le istituzioni possiamo andare noi! Sicuramente è un’azione che non ci fa imparare un mestiere, nel senso pratico del termine, ma ci farà assimilare le esperienze degli altri.

Sicuramente nei giovani e nelle giovani c’è speranza!

L’altra sera mi trovavo al botteghino di un teatro, da spettatore, ero in fila per prendere il mio biglietto e prima di me c’erano tre ragazze e prima di loro c’era un giovane attore che conosco di vista. Dice alla cassiera: “Scusi ho un biglietto omaggio a nome X”.

La signora non trova il biglietto e gli dice:

“ma chi gliel’ha riservato?”
“Me l’a lasciato il signor X”.
“No, mi scusi, ma qui non c’è nessun biglietto per il sig. Y dal sig. X”.
“E quindi che faccio? Posso provare a mandare un messaggio al sig. X , ma ha il telefono spento…si sta concentrando…”
“Io le posso dare un ridotto a 16 euro”
 dice la cassiera.

Vedo che la faccia del giovane attore di trasforma, prima contrita e poi un po’ imbarazzata. Capisco che è in difficoltà, ma mi vergogno ad intervenire… mentre il ragazzo dice alla cassiera:

“scusi, sono uscito senza portafoglio, sapevo che avevo l’omaggio”.

La cassiera telefona, non so a chi, per un consulto, ma nel tempo di quella telefonata ecco che interviene uno delle tre ragazze prima di me:

“Noi abbiamo comprato 4 biglietti e un nostro amico non viene. Ti possiamo dare noi il nostro quarto biglietto”.
“Grazie mille, accetto, ma non ho i soldi, posso pagarvi domani con Satispay?”
“Te lo regaliamo noi, non c’è bisogno che paghi, tanto lo avremmo perso”

Ecco che dove non riesce ad arrivare l’Istituzione teatro, arriva il cuore di degli esseri umani.

Spero tanto che per quel ragazzo, quella sera, sia stata una serata speciale e che da quell’esperienza possa arrivare nel nostro futuro più vicino un grande artista che ci insegni ritornare ad essere più fraterni. Più attenti e più attende a chi è debole, fragile.

Sono sicuro che se una persona ha il fuoco dell’arte nel proprio cuore troverà sempre dei simili che gli permetteranno di realizzare il suo sogno! Lo dice la vita!

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