Ecocentrismo e Biocentrismo sono due visioni della vita e della coscienza individuale e collettiva che, al di là di essere scisse, si integrano in una visione olistica dell’essere umano operante nel qui ed ora.

Il biocentrismo da un lato e l’ecocentrismo da un altro si distaccano dalla visione antropocentrica.

Il primo dando rilievo non tanto al singolo, ma a tutti gli esseri viventi ed il secondo individuando nella specie e negli ecosistemi un modello sostenibile da percorrere. Questo spostamento dalla posizione antropocentrica porta a un cambiamento dei modelli di comunicazione, di progettazione e di relazione.

Il pensiero dominante esalta il primato della soggettività, tutto è centrato sull’ipertrofia dell’Ego.

I mezzi di informazione e la società forniscono modelli da imitare per cui l’essere umano è stimolato a non essere sé stesso, ma ad uniformarsi a degli stereotipi. Tutto ciò fa perdere la relazione intima con la propria essenza producendo il più delle volte insoddisfazione, delusione, falsi trionfalismi e molto spesso malattia fisica.

Le antiche filosofie orientali bene esprimono la relazione che dovrebbe avere l’essere umano con il cosmo. Macrocosmo (l’universo che ci circonda) e Microcosmo (le forme di vita, tra cui la nostra) sono mondi speculari ed interconnessi governati dalle stesse leggi.

Ogni cellula, ogni atomo ha in sé la rappresentazione delle galassie. Dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo tutto è governato dalle stesse leggi.
Le cellule del corpo umano fin dal concepimento obbediscono a delle direttive che permettono loro di differenziarsi nei vari tessuti ed organi. Esistono dei codici temporali e spaziali impressi geneticamente nell’embrione che consentono lo sviluppo di un braccio, di una gamba, dei genitali o di qualsiasi altro organo del corpo umano o animale. Le cellule obbediscono ad un ordine olistico.

La soggettività non può esistere nel mondo biologico.
Immaginiamo una cellula che improvvisamente si dissoci dal suo programma di sviluppo volendo imitarne un’altra o che decida di centrare tutto su sé stessa, quale sarebbe il risultato? Una deviazione cancerosa, ovvero un tumore. Se spostiamo il nostro sguardo dalla comunità delle cellule a quella umana inserita nel macrocosmo dovremmo immaginarci che ogni essere vivente si comporti come le cellule di un grande corpo collettivo eco-bio centrato.
Gli orientali chiamavano Dharma la capacità specifica che ogni essere umano ha nel suo programma esistenziale, ovvero nel suo Sé. Ognuno di noi ha un talento unico che nessun altro essere vivente ha.
Siamo qui per cooperare con gli altri esseri umani attraverso il nostro talento.
Quando lo esprimiamo siamo felici e perdiamo il concetto di tempo. (Deepak Chopra,‎ Le sette leggi spirituali del successo – Pickwick Libri)

Se usciamo da questa legge e diamo spazio alla soggettività, alla competizione, siamo in una falsa felicità che può portare il corpo alla malattia fisica.
Il Macro ed il Micro-cosmo possono essere visti come sistema connettivo altamente organizzato che, legando tutti gli esseri viventi, raccoglie feedback da tutti i nodi che costituiscono il suo tessuto, permettendo un adattamento ed una evoluzione costante.

Si tratta quindi di passare da una visione soggettiva ed antropocentrica, in cui si manifesta il primato dell’individualità, ad un’altra più ampia, olistica e quindi ecocentrica.

Secondo il biocentrismo l’essere umano è solo uno degli innumerevoli elementi dell’universo e, in quanto tale, è tenuto ad integrarsi nelle sue regole e ad esprimere i propri talenti rispettando tutte le altre forme di vita.

Questo blog si propone un cammino trasversale negli spazi dell’universo per approfondire i concetti di scienza, salute, malattia, spiritualità e quant’altro.

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