(English translation below)
Il discorso di ieri di Papa Francesco ha seminato stupore e risentimento in tantissime persone. La causa? L’aver affermato, con suo rammarico, che cani e gatti oggi occupano il posto dei figli nella nostra società. E che questa scelta, di non avere figli e di sostituirli, a suo dire, con animali domestici, ci toglie umanità.

“Ci toglie umanità”, ho dovuto ripetermela più volte questa frase in testa, perché non riuscivo a credere a ciò che avevo appena udito. Amare gli animali ci toglie umanità? E da quando? San Francesco ci ha insegnato che succede esattamente il contrario: amare gli animali ci rende più umani, perché ci permette di percepire le diverse sensibilità di altri esseri senzienti come noi, e quindi ci consente di amplificare a dismisura la nostra capacità di relazionarci con il mondo esterno. E questo è immensamente umano.

La superiorità dell’essere umano risiede proprio nel suo saper comprendere, nel suo immedesimarsi, nel suo compenetrarsi in realtà o esseri diversi da se stesso, ed è proprio questa capacità di empatia che avvicina l’essere umano a Dio, per chi crede. Non a caso, in tutti gli esseri creati, San Francesco scorgeva l’immagine di Dio.

E dispiace osservare che un Papa che si chiama Francesco abbia dimenticato l’insegnamento del santo forse più importante del martirologio romano, nonché patrono principale d’Italia. Come ci ricorda infatti Tommaso da Celano, la carità di San Francesco “si estendeva, con cuore di fratello, non solo agli uomini provati dal bisogno, ma anche agli animali senza favella, ai rettili, agli uccelli, a tutte le creature sensibili e insensibili”

Le statistiche Eurispes smentiscono
il Papa

Ma a confutare l’affermazione che cani e gatti oggi occupano il posto dei figli non siamo noi di Rewriters, bensì i dati di Eurispes. Infatti il 32mo Rapporto Italia dell’Istituto di Ricerca Italiano, pubblicato nel 2020, afferma che “i monogenitori con figli sono in assoluto la tipologia familiare che ha più spesso in casa un animale domestico (47,5%),
seguiti dalle coppie con figli (40,6%)”
. Ripetiamo: le famiglie con figli (monogenitori o coppie) sono quelle che in assoluto hanno più spesso un animale domestico. Non i single, non le coppie senza figli.

E il motivo è molto semplice: perché vivere con gli animali fa bene alla salute e alla crescita del bambino, come spiega persino lo stesso Ospedale Bambin Gesù di Roma. Vivere insieme ad un animale aiuta il bambino a migliorare l’attività motoria e gli permette di avere una maggiore stabilità emotiva, migliora la sua capacità di comunicazione e ne favorisce lo sviluppo affettivo, allevia lo stress e assicura un senso di protezione. Ed evidentemente lo sanno bene tutti i papà e le mamme che scelgono di adottare un cagnolino, un gatto o un altro animale domestico.

Dunque se si fanno pochi figli in Italia, le cause non vanno ricercate in quegli animali domestici che il Papa ritiene siano scelti come sostituti dei figli, ma in altre e più complesse motivazioni socio-economiche, antropologiche e culturali che non è il caso qui di esaminare.

Ma soprattutto va chiarito che gli animali domestici non sono mai un’alternativa ai figli: essi costituiscono un valore aggiunto in qualsiasi nucleo familiare, un arricchimento interiore ed esteriore. Una famiglia che si componga non solo di esseri umani ma anche di cani e gatti ha più probabilità di raggiungere un alto grado di empatia, parola che viene dal greco en-pathos e significa sentire dentro. Essere empatici significa dunque connettersi profondamente con gli stati d’animo altrui fino a percepirli come se fossero nostri.

Forse sarebbe il caso di far circolare un cagnolino affettuoso anche tra le gelide stanze del Vaticano.

ENGLISH VERSION

The Pope “cats and dogs take the place of children”: Eurispes data and the Bambin Gesù hospital deny him

Yesterday’s speech by Pope Francis sowed amazement and resentment in many people. The cause? Having affirmed, to his regret, that cats and dogs today occupy the place of children in our society. And that this choice of not having children and replacing them, according to him, with pets, takes away humanity.

“It takes away humanity”, I had to repeat this phrase to myself several times in my head, because I could not believe what I had just heard. Does loving animals take away humanity from us? And since when? St. Francis taught us that exactly the opposite happens: loving animals makes us more human, because it allows us to perceive the different sensitivities of other sentient beings like us, and therefore allows us to dramatically amplify our ability to relate to the external world. And this is immensely human.

The superiority of the human being lies precisely in his knowing how to understand, in his identification, in his penetrating into reality or beings other than himself, and it is precisely this capacity for empathy that brings the human being closer to God, for those who believe. Not surprisingly, in all created beings, St. Francis saw the image of God.

And it is regrettable that a Pope named Francis has forgotten the teaching of perhaps the most important saint of the Roman martyrology, as well as the main patron saint of Italy. In fact, as Tommaso da Celano reminds us, the charity of St. Francis “extended, with the heart of a brother, not only to men tried by need but also to speechless animals, reptiles, birds, all sensitive and insensitive creatures “.

Eurispes statistics belie the Pope

But to refute the assertion that cats and dogs today take the place of children, it is not us at Rewriters, but the data from Eurispes. In fact, the 32nd Italy Report of the Italian Research Institute, published in 2020, states that “single parents with children are by far the type of family that most often has a pet at home (47.5%),
followed by couples with children (40.6%) “
. We repeat: families with children (single parents or couples) are the ones that most often have a pet. Not singles, not couples without children.

And the reason is very simple: because living with animals is good for the health and growth of the child, as even the Bambin Gesù Hospital in Rome explains. Living together with an animal helps the child to improve motor activity and allows him to have greater emotional stability, improves his communication skills and promotes emotional development, relieves stress, and ensures a sense of protection. And obviously, all fathers and mothers who choose to adopt a dog, a cat, or another pet, are well aware of this.

So if we have few children in Italy, the causes are not to be found in those pets that the Pope believes are chosen as substitutes for the children, but in other and more complex socio-economic, anthropological, and cultural reasons that are not the case here to examine.

But above all, it should be clarified that pets are never an alternative to children: they constitute an added value in any family unit, an interior and exterior enrichment. A family that is made up not only of humans but also of cats and dogs is more likely to achieve a high degree of empathy, a word that comes from the Greek en-pathos and means to feel inside. Being empathic therefore means connecting deeply with the moods of others to the point of perceiving them as if they were our own.

Perhaps it would be appropriate to have an affectionate dog circulate even among the icy rooms of the Vatican.

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