Uno dei lati positivi dell’essere musicista è quella di poter usare la musica per esprimere la propria condizione profonda in ogni fase della vita. Questo vale per tutti gli artisti, ma solo i musicisti hanno la possibilità di esaltare l’effimero nella performance in concerto. 

C’è anche l’opportunità di poterla fissare per sempre attraverso la registrazione di un disco. Sappiamo che la fotografia di un momento musicale è affascinante e ci dà sicurezza. La possibilità di ascoltare tutte le volte che vogliamo un grande interprete è qualcosa che tutti amiamo fare, ma perché è così distante dal sentire lo stesso artista in concerto?

Ci sono tante ragioni per cui il live continuerà ad essere fondamentale per tutti noi. Gli aspetti più significativi sono l’esperienza e la condivisione.

Nel bellissimo film Into the Wild diretto da Sean Penn, Il protagonista della storia Christopher McCandless trova il senso della vita attraverso la frase “Happiness is real only when shared” (La felicità è autentica solo se condivisa). 

Le emozioni sono personali, delicate e potenti allo stesso tempo, condividerle le fanno diventare reali, le possiamo percepire intensamente nelle altre persone e di conseguenza su noi stessi.

La condivisione si trasforma in esperienza e acquisisce il significato profondo che spesso portiamo con noi per tutta vita. Avete qualche ricordo legato a una musica che avete condiviso con qualcuno?  

Oggi vi parlo dell’ultimo lavoro di Ryuichi Sakamoto uscito lo scorso gennaio. Di questo compositore avrete, molto probabilmente, ascoltato Merry Christmas Mr. Lawrence, il suo brano più celebre. 

12 è il titolo del suo nuovo album che si riferisce semplicemente alle tracce contenute. Ogni brano ha come titolo la data relativa a quando il brano è stato concluso. Si percepisce quindi anche da questa scelta la ricerca dell’essenzialità e della sintesi. La copertina dell’album è stata curata dall’artista Coreano Lee Ufan.   

Ryuichi Sakamoto da anni lotta contro il cancro e recentemente aveva fatto sapere ai suoi fan che era comunque riuscito a portare a termine il suo nuovo lavoro discografico. 

La sensazione nell’ascolto è di calma interiore e allo stesso tempo di attaccamento al tempo che viene dilatato quasi a volerlo rallentare. 

Ascoltate 20220207 dove quattro note del piano evocano un lungo e calmo viaggio. Interessante 20220302 in quanto è l’unico brano dove oltre alla data ha aggiunto la nomenclatura Sarabanda, una danza di origine orientale poi utilizzata usualmente nelle suite del periodo barocco. Ryuichi Sakamoto ci porta nuovamente a tempi lenti, alla mescolanza tra antico e moderno e alle sonorità che lo contraddistinguono. 

Nell’album, oltre al suo pianoforte, ascolterete il respiro stesso di Ryuichi Sakamoto insieme all’utilizzo di vari suoni dal suo sintetizzatore che, come dice l’autore stesso, aveva il compito di “farsi inondare dalla pioggia di suono”

Un album di alto livello, a tratti struggente e profondo, uno di quei dischi che ascolto e apprezzo fumandomi un sigaro con il caminetto acceso e un bicchiere di vino rosso in mano, certo, condividendo quel momento.   

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