Qualche giorno fa, la figlia quattrenne di una mia cara amica, ha chiesto alla madre quale fosse la parte più preziosa del proprio apparato genitale. La madre le ha dato uno specchio e le ha detto: ”guardati, toccati e trovala”. La caccia al tesoro si è svolta tra gridolini di piacere e di sorpresa. E la mia amica, probabilmente, ha evitato a sua figlia il tabù della masturbazione (e le ha risparmiato ore da passare sul lettino dello psicoanalista a prezzi salatissimi).

Quanta fortuna per questa bambina!

L’incentivo materno (o di un adulto di riferimento) alla conoscenza e scoperta del proprio corpo è fondamentale per spazzare via pregiudizi, tabù e inibizioni e risparmiare notevoli sofferenze. Ma quando questo manca, e spesso manca, è opportuno, direi necessario, costruire un rapporto sereno con i propri genitali, di amicizia, rispetto e cura reciproca.

Come si può fare ad andare d’accordo con la propria vulva?

Ecco qualche suggerimento per cominciare.

  • Guardala! E’ importante sapere come è fatta. Il centro del nostro corpo dal punto di vista logistico, emotivo e fisiologico, non può essere rappresentato come una nebulosa senza fondo. Se non lo hai mai fatto comincia adesso, prendi uno specchio e guardala.
    Sappi che non esiste una vulva standard, non esistono forme o colori migliori di altri per la vulva. Le vulve sono tutte diverse e va bene così. Un artista di nome Jamie McCarthy ha profuso molto impegno nel dimostrarlo, ha addirittura fatto il calco di gesso di 400 vulve e ne ha ricavato una interessante opera d’arte The great wall of vagina.
    La tua vulva cambia con te, quando sei una bambina è piccola, non pelosa, dal colore più chiaro, poi quando arriva la pubertà gli ormoni la portano a essere più gonfia, a riempirsi di peli, a scurire le piccole labbra, una vulva adulta è una vulva che attraversa il mondo a petto in fuori. Con la menopausa e la diminuzione degli ormoni la vulva torna ad essere più liscia, più chiara e più piccola. Quello è il momento in cui, potenzialmente, gode di più che in altre fasi della vita, perché ormai sa cosa vuole.
  • Ascoltala!
    Se sei tesa lei si contrae, se sei preoccupata lei si chiude, se stai poco bene lei ha bisogno di carezze più leggere, se prendi certi tipi di farmaci lei ha bisogno di essere lubrificata… insomma, se la vogliamo ascoltare, la nostra vulva ci parla e ci può guidare in alcune scelte. La tendenza generale, invece è più spesso quella di interpretare i messaggi del nostro corpo come degli impedimenti a cui si può passare sopra con la forza di volontà e con qualche buon farmaco (tutte le pubblicità sugli anti influenzali e gli antidolorifici portano avanti questo tipo di narrazione). La sessualità femminile ne è un luminoso esempio: molte donne sopportano il dolore della penetrazione come se fosse normale averlo, sopportano il disagio di carezze e penetrazioni asciutte per non ricorrere alla lubrificazione artificiale, spesso rifiutano di chiedersi cosa sta succedendo, si sentono inadeguate e cercano di fingere di non esserlo. Il nostro corpo invece manda segnali inequivocabili, basta ascoltarli.
  • Lubrificala! Fallo proprio con la stessa cura e lo stesso amore che metti nel curare la pelle del tuo viso e del resto del corpo. Può capitare di dimenticare che ciò che abbiamo sotto il Monte di Venere ha le stesse esigenze di nutrimento, idratazione e lubrificazione di ciò che c’è sopra. Lubrificarla è fondamentale sia per prepararla ad un rapporto sessuale penetrativo, che per dedicarle coccole quotidiane. Anche la pelle della vulva ha bisogno di essere nutrita e idratata, ne ha bisogno a maggior ragione se la depiliamo. I peli pubici, infatti, mantengono integro lo strato lipidico della pelle e quindi  proteggono la vulva da irritazioni che possono presentarsi con lo sfregamento.
    I lubrificanti sul mercato sono numerosi e di moltissimi tipi, ma per orientarsi inizialmente bisogna sapere che ne esistono due grandi famiglie, quelli a base acquosa e quelli a base siliconica. La differenza fondamentale ha a che vedere con i tempi di asciugatura: l’acqua asciuga prima del silicone.  Quindi i lubrificanti a base acquosa sono indicati per le vulve che lubrificano bene anche autonomamente, quelli a base siliconica per le vulve che hanno bisogno di un aiuto maggiore (tipo le vulve in menopausa). Per il resto è consigliabile sperimentare, fino a trovare il lubrificante giusto per la propria vulva, potete iniziare da qui .
  • Falla respirare! I nostri genitali sono la parte del corpo che teniamo più nascosta e imprigionata di qualsiasi altra. Sarà per il tabù della nudità, sarà per il linguaggio che le nominava vergogne, sarà per ignoranza, ma la nostra vulva è poco abituata a respirare. Anzi, è proprio costretta, nel migliore dei casi dagli elastici degli slip e da tessuti di cotone, nel peggiore dei casi dal contatto costante con i salvaslip! (che a mio avviso rimane una delle tante aberrazioni a cui le donne decidono di sottostare).
    Prigioniere di norme igieniche sessuofobe, alcune di noi sono talmente impegnate a bloccare le secrezioni della propria vagina, da procurarsi pruriti, infiammazioni e infezioni in nome della presunta pulizia.
  • La vulva ha invece un gran bisogno di respirare, di riprendere fiato dal contatto continuo con tessuti che trattengono il calore, l’umidità e aiutano la proliferazione di batteri, e che in più possono essere molto scomodi.

Portare le mutande il meno possibile è uno dei più grandi regali che possiamo fare alla nostra vulva.

  • Detergila adeguatamente, la vulva è autopulente!
    E’ un sistema talmente ben organizzato che non ha alcun bisogno di saponi profumati, lunghe e complesse detersioni, deodoranti particolari… No, bastano acqua, sapone neutro e una delicata asciugatura, senza strofinare. 

Tutto il resto è fuorviante e spesso nocivo, ma fa la fortuna delle aziende produttrici di detergenti intimi.

  • Accarezzala! Mi sono espressa ampiamente  in proposito su questa testata e continuerò a farlo.

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