La salute del cervello in Europa: una sfida che “richiede testa”
Occuparsi della salute del cervello significa potenziare ricerca e innovazione. Ecco il cronoprogramma del Consiglio Europeo per la ricerca neurologica.
Occuparsi della salute del cervello significa potenziare ricerca e innovazione. Ecco il cronoprogramma del Consiglio Europeo per la ricerca neurologica.
(English translation below)
Nella Roadmap del Consiglio europeo per la ricerca neurologica sulla salute del cervello, si chiede una strategia europea unitaria e un Piano di implementazione che rafforzi l’innovazione nella ricerca, nelle cure e nella qualità della vita dei pazienti. E ancora, un approccio globale e collaborativo e il riconoscimento delle malattie neurologiche e mentali nelle agende sanitarie nazionali e dell’UE.
Occuparsi della salute del cervello significa potenziare ricerca e innovazione per poter garantire cure adeguate, efficaci e una migliore qualità della vita, con un approccio comprensivo e collaborativo alla salute del cervello. Questo è in nuce il contenuto del cronoprogramma del Consiglio europeo per la ricerca neurologica (EBC) “Brain health In Europe: Fostering Innovation, Improving Outcomes“presentato lo scorso marzo in occasione della Brain Awareness Week, la settimana dedicata alla sensibilizzazione e conoscenza sui progressi e i benefici della ricerca sul cervello.
Nella tabella di marcia l’EBC chiede:
Riconoscere l’impatto delle malattie neurologiche e mentali sul singolo individuo, sulla società in generale e sull’economia, è di primaria importanza nella considerazione della salute mentale e più in generale dei disturbi di un organo, il cervello, che conosciamo poco e che sono tuttora esclusi dalla categoria delle malattie croniche, nonostante la loro non trascurabile diffusione.
Circa il 60% della popolazione europea soffre di disturbi cerebrali, una cifra destinata ad aumentare con l’invecchiamento della popolazione e che costa circa 800 miliardi di euro ogni anno. Non riguardano solo i senior, ne sono colpiti anche i minori, seppure se ne parli poco: ansia e di depressione risultano tra le prime cinque cause di malattia tra bambini e adolescenti.
La pandemia attuale con il suo impatto deleterio sulla salute mentale, in taluni casi aggravando fenomeni preesistenti, in altri creandone di nuovi (la cosiddetta sindrome post-Covid), ha stimolato la risposta delle istituzioni europee e internazionali e il ricorso a modalità innovative di assistenza sanitaria. L’attuale disponibilità di soluzioni terapeutiche all’avanguardia dimostra che la ricerca sul cervello sta vivendo una fase di grande progresso. Eppure la complessità del funzionamento del cervello e, non meno importante, la disomogeneità nel finanziamento alla ricerca in Europa ostacolano la disponibilità di trattamenti innovativi e efficaci e contribuiscono a un’insufficiente attenzione da parte dei decision makers.
Nel campo della salute pubblica manca una strategia di ricerca ad ampio raggio con interventi fondati su un approccio integrato e collaborativo che preveda dialogo, scambio di conoscenze, maggiori investimenti in ricerca e innovazione. Studiare il funzionamento del cervello cercando di prevenirne, trattare e gestire i disordini richiede tempo, determinazione e un’ampia cooperazione.
Il Consiglio per la ricerca neurologica richiama la Commissione europea a sostenere e accelerare la lotta ai disordini mentali degli Stati membri, chiamati a loro volta a dotarsi di piani nazionali, fondati su un approccio sistematico e comprensivo alla salute del cervello e sul coordinamento con gli altri paesi.
In attesa che gli attori coinvolti adempiano alle proprie responsabilità, noi singoli individui possiamo contribuire a preservare o migliorare la nostra salute mentale, adottando alcune semplici abitudini, ad esempio staccando la spina per far riposare il nostro cervello, perché è dimostrato che il riposo fa bene alla memoria.
ENGLISH VERSION
In the Roadmap of the European Brain Council (EBC) a unified European strategy and an implementation Plan are needed to strengthen innovation in research, care and the quality of life of patients. And again, a global and collaborative approach and the recognition of neurological and mental diseases in national and EU health agendas.
Strengthen research and innovation in order to guarantee adequate, effective treatments and a better quality of life, with a comprehensive and collaborative approach to brain health. This is in essence the content of the Roadmap of the European Council for Neurological Research (EBC) , Brain health In Europe: Fostering Innovation, Improving Outcomes presented last March on the occasion of the Brain Awareness Week, dedicated to raising awareness and knowledge on advances and benefits of brain research.
In the document, the EBC asks:
Acknowledging the impact of neurological and mental diseases on the individual, on the society at large and the economy, is of primary importance in the consideration of mental health. And more generally the disorders of an organ, the brain, which we know little about and which are still excluded from the category of chronic diseases, despite their not negligible spread.
About 60% of the European population suffers from brain disorders, a figure destined to increase with the aging of the population and which cost around 800 billion euros each year. They do not only concern seniors, the young are also affected, even if little is said about them: anxiety and depression are among the top five causes of illness among children and adolescents.
The current pandemic with its deleterious impact on mental health, in some cases aggravating pre-existing phenomena, in others creating new ones (the so-called “post-Covid syndrome”), has stimulated the response of European and international institutions and the use of innovative methods health care. The current availability of cutting-edge therapeutic solutions shows that brain research is experiencing a phase of great progress. Yet the complexity of brain functioning and the dishomogeneity at European level in research funding hinder the availability of innovative and effective treatments and contribute to insufficient attention on the part of decision makers.
In the public health domain there is a lack of a wide-ranging research strategy with interventions based on an integrated and collaborative approach including dialogue, exchange of knowledge and greater investments in research and innovation. Studying the functioning of the brain and prevent, treat and manage disorders require time, determination and extensive cooperation.
The EBC urges the European Commission to support and accelerate the activities to combat mental disorders in the Member States, which in turn are asked to adopt national plans, based on a systematic and comprehensive approach to brain health and on coordination with other countries.
While waiting for the actors involved to fulfil their own responsibilities we, as individuals, can contribute to preserve or improve our mental health, by adopting some simple habits, for example, “unplugging” to rest our brain, because it is proven that rest is good for the memory.