Tra i migliori libri del 2020, il New York Times ha inserito la graphic novel (come va di moda chiamare il fumetto oggi ) La solitudine del fumettista errante di Adrian Tomine, fumettista americano celebre per le sue illustrazioni sul New Yorker Magazine.
La trama si incentra sulla vita di questo artista, partendo dalla sua infanzia fino a giungere al presente, ed ha come filo conduttore un sogno: diventare un fumettista.

Ciò che diverte, ma fa anche riflettere, consiste nel fatto che non è la solita storiella che vuole insegnarci a credere nei propri sogni perché prima o poi si realizzeranno. No signore! Adrian Tomine asfalta totalmente la solita narrativa del sogno che si avvera,  descrivendo, invece, la sua mostruosa degenerazione consistente appunto nella sua realizzazione!

Infatti l’autore descrive  la disillusione nei confronti di una realtà, quella del mondo dei fumetti, che è il contrario di quello che immaginava e sognava. Insomma egli si domanda se ne sia realmente valsa la pena. Ha realizzato il suo sogno, vero. Ma a che costo?

Ed è proprio questo elemento che rende tale fumetto serio ed interessante: la riflessione sui propri sogni e sulle relative idealizzazioni. Tutti abbiamo un sogno nel cassetto e più o meno tutti riusciremo a realizzarlo. 

Quello che però non si dice mai è cosa diventa il sogno una volta realizzato. E questo ce lo dice Adrian Tomine: esso diventa realtà, quotidianità, un qualcosa che comincia a fagocitarti se non si fa attenzione, diventando un mostro che ci svuota lentamente. 

Insomma realizzare i propri sogni non è un punto di arrivo, bensì di partenza! 

Se per raggiungere il tuo obbiettivo hai speso il cento per cento di te stesso, sappi che una volta raggiunto, dovrai spendere il mille per cento solo per mantenerlo.

La solitudine del fumettista errante fa questo: smontare il mito del sogno americano e della realizzazione personale come conquista che si esaurisce in se stessa, sbattendoci in faccia, a suon di vignette, la realtà fredda e lacerante che viene dopo.

Attenzione questo però non va a sminuire il concetto di sognare ed il raggiungere i propri obbiettivi. Assolutamente no! Il fumetto cerca di mettere l’accento sulla consapevolezza di quello che si vuole diventare e si vuole essere. Esso ci ricorda i sacrifici ed i costi (anche nella vita personale) che si devono affrontare.

Insomma sognare non è tutto rose e fiori, è anche spine ed ortiche!

Ed in ultimo, Adrian Tomine dà una grossa spallata al mondo del fumetto americano, descrivendo la cattiveria e le invidie di un mondo che all’apparenza sembra bello e lucente. Per la prima volta un membro della Hollywood dei fumetti, comincia a descrivere tutto il marcio che c’è all’interno di essa, denunciando tutti gli ostacoli e le umiliazioni che un fumettista emergente deve affrontare una volta entratoci.

Insomma bisogna sognare, ma ricordandoci di intravedere la realtà, che molto spesso è l’opposto.

“Ci sono due grandi tragedie nella vita: una è non ottenere ciò che si vuole, l’altra è ottenerlo” ( Oscar Wilde)

(Chi invece volesse leggere i miei fumetti, li trova qui)

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