La storia di “Martin lo scheletro”
Martin è uno scheletro. Vive nella cucina di un vecchietto e una vecchietta in una vecchia casa di legno in mezzo al bosco.
Martin è uno scheletro. Vive nella cucina di un vecchietto e una vecchietta in una vecchia casa di legno in mezzo al bosco.
Martin è uno scheletro. Vive nella cucina di un vecchietto e una vecchietta in una vecchia casa di legno in mezzo al bosco.
Così comincia Martin lo scheletro di Triinu Laan illustrato da Maria Liisa Plats edito da Sinnos con la traduzione di Daniele Monticelli, il libro che vi racconto oggi.
Martin è uno scheletro come tanti, di quelli che sono sicura avete incontrato anche voi, se non altro a scuola; Martin infatti era uno di quegli scheletri parcheggiati nelle classi per essere saltuariamente mostrati ai bambini e alle bambine per spiegare il funzionamento dello scheletro umano.
La sua vera vita, in qualche modo, possiamo immaginare che abbia inizio quando la scuola decide di liberarsene e lui viene accolto nella casa nel bosco del vecchietto e della vecchietta che lo rimettono a posto (dopo tanti anni di scuola qualche osso era andato perso), e lo rendono partecipe di ogni momento della vita quotidiana spostandolo nelle varie zone della casa e del giardino per poterlo avere sempre con sé e per farlo giocare con i nipoti quando vengono in visita.
Martin è uno scheletro molto socievole, non lo sentiamo mai parlare ma sappiamo che riesce in qualche modo a comunicare con i suoi amici umani e anche che sta bene nella sua nuova casa, ha finalmente trovato il posto in cui essere accolto.
Ma forse il punto di vista più interessante di questa storia non è quello di Martin quanto quello del vecchietto e della vecchietta che trovano un amico vero e sincero nello scheletro, insomma pare che siano forse più gli umani a godere di questa presenza simpatica e per nulla inquietante.
Martin trasmette in qualche modo sicurezza, chissà se perché rappresenta qualcosa di ineluttabile o per il suo carattere mite e disponibile.
Lo scheletro diventa tanto importante nella vita dei due vecchietti che il vecchietto annuncia di voler essere sepolto con Martin e condividere con lui la bara. Ma Martin ha anche un’altra forza che riesce ad esercitare soprattutto sulla vecchietta: sfida gli stereotipi e i pregiudizi delle persone che i vecchietti conoscono. Se la vecchietta inizialmente arrossisce all’idea di cosa possano pensare gli altri della stranezza di avere uno scheletro per casa, alla fine il pensiero degli altri non la preoccupa più. Martin è una presenza sicura e amica nel menage domestico e familiare e la gente pensi quello che vuole.
Un po’ annunciata da questa presenza particolare dello scheletro nel libro ad un certo punto la morte appare, non come ce la aspetteremmo, non è il vecchietto a morire abbracciato a Martin, come aveva immaginato ma uno dei personaggi lascerà il mondo dei vivi. La tristezza inizia ad abitare la piccola casa nel bosco ma ecco che, grazie a Martin o forse anche no, scopriamo che chi ci manca può restare presente nei luoghi anche senza che sia possibile vederlo.
Un nuovo equilibrio si crea nel mondo che ruota attorno alla casa dei vecchietti, un nuovo mondo che verrà o che forse c’è già e di cui Martin è in qualche modo testimone e presagio.
Ma un nuovo mondo c’è già e cono i nipotini, che dormono e sognano nella stanza accanto.
Martin lo scheletro è un libro dolce e lieve, a tratti ironico. Una storia di amicizia particolare, una storia sulla soglia tra il noto e l’ignoto.
Un libro da godersi per la narrazione e a cui giova tantissimissimo la scelta del fluo fucsia e delle belle illustrazioni di Marja Liisa Plats che danno un tono assolutamente fresco e lieve al libro. Spero le foto possano darvi un’idea di quanto il colore influisca nella lettura e interpretazione del testo ma vi consiglio caldamente di prendere in mano Martin lo scheletro perché è un piacere anche solo guardarlo.
Buona lettura