La Svizzera è il paradiso dei referendum: quasi tutto si decide tramite questo strumento democratico per eccellenza, che chiama tutta la popolazione ad esprimersi. Ed ora gli svizzeri torneranno ad esprimersi su uno dei temi più caldi degli ultimi decenni, quello della sperimentazione animale. La raccolta firme per promuovere il referendum sull’abolizione dei test sugli animali ha infatti superato il traguardo delle 100.000 firme certificate, come si dichiara nel comunicato stampa dell’Iniziativa di comunità di interessi per il divieto della sperimentazione animale CH.

Entro la metà di novembre le firme saranno presentate formalmente alla Cancelleria federale, ma nel frattempo si continua la raccolta, in modo da avere una eccedenza di firme qualora in fase di controllo alcune di esse vengano riconosciute false o non conformi.

La nuova iniziativa popolare chiede che, attraverso una modifica della Costituzione federale, vengano finalmente vietati tutti gli esperimenti sugli animali, ma anche l’allevamento e il commercio di animali destinati a tali esperimenti. E’ dal lontano 1985 che perdura in Svizzera questa battaglia contro la sperimentazione animale, con ben quattro iniziative popolari respinte dal popolo, l’ultima delle quali nel 2022.

Una battaglia non facile dunque, ma sempre più urgente considerato che dal 2022 ad oggi il numero di animali utilizzati in Svizzera negli esperimenti è aumentato fino a 586.000 esemplari, con un incremento del 2%; si registra inoltre anche un aumento del 5% di animali utilizzati per esperimenti che provocano dolore significativo, in particolare per la ricerca sul cancro e sulle malattie neurocognitive.

La sperimentazione animale è un freno al progresso della ricerca biomedica

Ma la richiesta di un referendum si inserisce in un dibattito molto approfondito sul tema, che dimostra quanto la Svizzera sia molto più avanti rispetto al nostro Paese soprattutto sotto il profilo sociale ed etico: infatti lo scorso giugno è stata depositata al Consiglio degli Stati una iniziativa parlamentare del Gruppo dei Verdi Svizzeri, per abbandonare gli esperimenti vincolati sugli animali e promuovere una ricerca lungimirante, con l’obiettivo di affermare la Svizzera come un importante centro di innovazione a livello internazionale.

Si sostiene infatti che l’abbandono graduale della sperimentazione animale vincolata sia essenziale affinché la Svizzera diventi un centro di ricerca biomedica innovativo, libero dalla sperimentazione animale e rivolto al futuro. Dunque la Svizzera si avvicina sempre di più a questo traguardo così importante per il futuro del Pianeta e dell’umanità stessa.

Anche in Italia in queste ultime settimane è in corso una battaglia per indire un referendum contro la sperimentazione animale, condotta eroicamente da una piccola associazione animalista, Rispetto per tutti gli Animali, che da sola, senza appoggi e senza l’aiuto della stampa, quest’estate aveva lanciato ben cinque raccolte firme per indire 5 referendum, non solo contro la sperimentazione animale, ma anche contro la caccia, contro l’uso di animali nei circhi e nelle manifestazioni storiche e contro gli allevamenti intensivi.

Ma se in Svizzera per indire un referendum sono sufficienti 100mila firme, in Italia ne servono 500mila, come è indicato sul sito del Ministero delle riforme istituzionali e la semplificazione amministrativa. A ciò si aggiunga che esiste la probabilità, altissima, che presto questa soglia venga alzata a un milione di firme, come da più fronti si comincia a sostenere. Tra i sostenitori di questa idea c’è l’attuale ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli (Lega), secondo cui la soglia di 500mila firme per richiedere un referendum abrogativo è troppo bassa e andrebbe aumentata.

E allora è urgente più che mai impegnarsi oggi in questa battaglia etica, perché forse in futuro diventerà più difficile richiedere un referendum abrogativo. E’ per questo che l’Associazione Rispetto per tutti gli Animali, dopo il mancato raggiungimento del numero minimo di firme dei primi 5 referendum, il 22 ottobre ha lanciato di nuovo due raccolte firme, concentrandosi solo su due temi specifici: la sperimentazione animale e l’uso degli animali nei circhi. L’idea è di procedere a piccoli passi, con piccole battaglie intermedie per arrivare all’obiettivo ultimo, quello di una maggiore consapevolezza e sensibilità nei confronti dell’ambiente e degli animali che ci circondano.

Ma a cosa serve il referendum abrogativo?

Il suo scopo è quello di influire sui partiti, inducendoli ad un maggiore contatto con il popolo soprattutto sulle problematiche più concrete, sui temi sociali che riguardano la vita di tutti i giorni. Dunque il referendum abrogativo è uno strumento fondamentale della nostra democrazia, perché avvicina il cittadino alla politica, e gli consente di esprimere il suo parere in modo risolutivo. E proprio per questo da più parti si sta tentando di alzare la soglia minima di firme, per limitare questo potere e tenere a freno le istanze dell’opinione pubblica, adducendo come motivazione il fatto che oggi la popolazione italiana è aumentata rispetto al 1948, anno in cui è entrata in vigore la Costituzione (il cui articolo 75 disciplina appunto lo strumento del referendum abrogativo).

Eppure, ora più che mai in Italia il referendum sta diventando uno strumento finalmente facile da usare, perché è diventato on line: basta entrare con il proprio spid sul sito del Ministero della Giustizia, e con un click esprimere il proprio parere sulle iniziative referendarie in corso. E allora, d’ora in poi, stiamo molto attenti a non farci togliere questo straordinario strumento di democrazia, e usiamolo per tutti i quesiti referendari che vengono presentati. Perché è un nostro diritto, ed è un nostro dovere civico. Impariamo dalla Svizzera. E aspettiamo di vedere come andrà a finire la battaglia in favore del benessere animale in questo Paese che sembra ad un passo dal traguardo.

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