(English translation below)
La pandemia in corso sta esacerbando un fenomeno, ignorato dai più ma in costante crescita e ovunque nel mondo: la resistenza antimicrobica.

Il fenomeno della resistenza agli antibiotici, o meglio, agli antimicrobici, in quanto riguarda una ampia gamma di micro esseri inclusi batteri, virus, funghi, protozoi, desta sempre più allarme.

Ma in cosa consiste l’Antimicrobial Resistance (AMR)? Semplice: nel progressivo rafforzamento di microrganismi (come quelli summenzionati) ai medicinali atti a combatterli che, di conseguenza perdono la loro efficacia, mancando l’obiettivo per cui sono stati voluti.

Ogni anno nel mondo l’AMR uccide circa 700.000 persone. Una cifra preoccupante che rischia di diventare “un lento tsunami che minaccia di cancellare un secolo di progressi in ambito medico” come l’ha definito il Direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il Dr. Tedros Adhanom Gebreyesus lo scorso luglio nel discorso tenuto in occasione del lancio del Fondo di azione per la resistenza antimicrobica. Sempre lo scorso anno, in aprile, un Rapporto dell’ONU prevedeva che entro il 2050 le vittime causate dalla resistenza antimicrobica potrebbero essere 10 milioni.

Nel maggio 2015 l’ONU adottò il primo Piano di Azione sulla Resistenza Anti-Microbica, in cui tra gli obiettivi chiave per affrontare efficacemente il fenomeno veniva indicata una maggiore consapevolezza del fenomeno, da conseguire attraverso un’efficace campagna di comunicazione e adeguate attività di formazione. Da allora a cadenza annuale si celebra la Settimana dedicata a questo tema, la cosiddetta, “World Antimicrobial Awareness Week”, di cui quest’anno tra il 18 e il 24 novembre si è svolta la sesta edizione.

Diamo uno sguardo all’Europa: nonostante gli esiti degli studi condotti da autorevoli organizzazioni e rappresentanti della comunità medico-scientifica nel nostro continente gli antibiotici continuano ad essere utilizzati in modo errato, eccessivo e spesso con la complicità dell’industria: esemplare è il caso dei Paesi Bassi dove le industrie farmaceutiche incentivano l’uso degli antibiotici. Inoltre, è diventata una pratica piuttosto diffusa l’uso di antibiotici negli allevamenti per accelerare i tempi di crescita degli animali e/o prevenire alcune loro malattie (con l’Italia e Spagna che risultano tra i primi paesi a livello europeo).

Che sia per interesse economico o altro con l’arrivo della pandemia l’utilizzo di antibiotici è esploso. Una grande responsabilità è da attribuire a quanti, abituati a sfruttare ogni occasione per fare disinformazione, non si sono lasciati scappare questa ghiotta occasione, proponendo rimedi antibiotici tanto miracolosi quanto inefficaci contro una malattia di origine virale come il Covid-19. Si aggiunga poi la disponibilità di medici di famiglia che, cedendo alla pressione dei pazienti, prescrivono loro antibiotici, con la consapevolezza del mero effetto placebo e l’irresponsabilità per le conseguenze succitate.

Un’iniziativa che vale la pena evidenziare in tema di prevenzione, controllo, ricerca e informazione  sul fenomeno è il recente progetto europeo Joint Action Antimicrobial Resistance and Healthcare-Associated Infections (EU-JAMRAI) che  vede tra i partner anche l’Istituto Superiore di Sanità e l’Università di Foggia.  Attualmente è in corso una campagna di comunicazione – che durerà fino al 5 dicembre – per accrescere la conoscenza della resistenza antimicrobica tra i cittadini europei e incoraggiare a un utilizzo corretto di farmaci.

Per contrastare cattivi comportamenti serve l’informazione innanzitutto, e il coinvolgimento di personale medico, industrie del settore, pazienti e decisori politici che incoraggino buone pratiche.
Non possiamo permetterci che gli antimicrobici, frutto di impegnative ricerche e di notevoli investimenti, diventino inefficaci nel trattare infezioni, oppure siano disponibili in quantità insufficienti. E’ in gioco la salute nostra e quella dei nostri figli.

ENGLISH VERSION

The Antibiotics’ revenge

The pandemic is exacerbating a phenomenon, ignored by most but constantly growing everywhere in the world: that known as “Antimicrobial Resistance”.

Antibiotics Resistance -or rather, Antimicrobials Resistance (AMR) (as it affects a wide range of micro-beings including bacteria, viruses, fungi, protozoa) is raising more and more alarm all over the world.

But what is AMR about? The progressive strengthening of microorganisms (such as those mentioned above) to medicines aimed at fighting them, resulting in a loss of their effectiveness, and the objective for which they were intended.

AMR kills approximately 700,000 people each year in the world. A worrying figure that risks becoming “a slow tsunami that threatens to undo a century of medical progress”, as defined by the Director of the World Health Organization, Dr. Tedros Adhanom Gebreyesus last July in his speech given in occasion of the launch of the Action Fund for Antimicrobial Resistance. Also last year, in April, in a UN report it was predicted that by 2050 the victims caused by antimicrobial resistance could reach 10 million.

In May 2015, the first Action Plan on Anti-Microbial Resistance ,adopted by the WHO, mentioned the need of a greater awareness on AMR among the key objectives for effectively addressing the phenomenon, to be achieved through an effective communication campaign and adequate training. Since then, the so-called “World Antimicrobial Awareness Week” has been celebrated annually, including this year, whose sixth edition was held between 18 and 24 November.

Let’s take a look at our continent, Europe: despite the results of many studies conducted by authoritative organizations and representatives of the medical-scientific community , antibiotics continue to be used incorrectly, excessively and often with the complicity of industry: an example is the Netherlands where pharmaceutical companies encourage the use of antibiotics. In addition, antibiotics are massively used in farms in European countries (with Italy and Spain ranking at the top of the list) to speed up the breeding process and / or prevent diseases.

Whether for economic or other reasons, with the arrival of the pandemic, the use of antibiotics has exploded. A great responsibility is to be attributed to those who, willing to spread misinformation, have taken advantage of let this “opportunity”, proposing antibiotics as remedies although their ineffectiveness against a viral disease such as Covid-19. Furthermore, the agreement of GPs who, under the patients’ pressure, prescribe them antibiotics, being aware of the mere placebo effect and totally irresponsible for the aforementioned consequences.

An initiative that is worth highlighting in terms of prevention, control, research and information on the phenomenon is the recent European project Joint Action Antimicrobial Resistance and Healthcare-Associated Infections EU-JAMRAI including as partners, among others, the Istituto Superiore di Sanità and the University of Foggia. A communication campaign aimed at raising awareness among European citizens and encouraging the correct use of antibiotics is currently underway and will run until 5 December.

To fight against irresponsible behaviours, information is key: encouraging good practices, involving medical professionals, pharmaceutical companies, patients and policy makers.


We cannot allow antimicrobials, which represent the result of extensive research and considerable investment, to become ineffective in treating infections or to be available in insufficient quantities. Our health and that of future generations are at stake.

Condividi: