La vita come un capolavoro: intervista a Valentina Fratini
Sarà in scena il 3 dicembre a Colleferro, Teatro Vittorio Veneto "Il mondo ha bisogno di tutti i tipi di mente". Ne parliamo con la sua autrice, Valentina Fratini.
Sarà in scena il 3 dicembre a Colleferro, Teatro Vittorio Veneto "Il mondo ha bisogno di tutti i tipi di mente". Ne parliamo con la sua autrice, Valentina Fratini.
Il 3 dicembre a Colleferro, presso il Teatro Vittorio Veneto avrà luogo una fortunata e particolarissima opera, Il mondo ha bisogno di tutti i tipi di mente, dedicato al genio singolare di Temple Grandin. Ne parliamo con la sua autrice, Valentina Fratini.
Chi è Temple Grandin e come hai deciso di raccontarla?
Nel 1951 Temple Grandin avrebbe dovuto essere chiusa in un istituto perché era una bambina di 4 anni che ancora non parlava, un caso ritenuto senza speranza. Fortunatamente la madre non credette a quella diagnosi e si impegnò affinché avesse un’istruzione adeguata a quelle caratteristiche che solo in seguito – e anche grazie al percorso di Temple – sarebbero state rubricate come sindrome di Asperger.
Oggi Temple Grandin è una professoressa universitaria plurilaureata, un’attivista che si batte per la difesa degli animali progettando impianti di macellazione cruelty free adottati in tutto il mondo, una ricercatrice che ha fatto scoperte importantissime sull’autismo e una una speaker che viene chiamata a tenere Ted Talk in ogni parte del globo. Il New York Times l’ha inserita tra le 100 personalità più importanti di tutti i tempi.
Ho deciso di raccontare un personaggio così importante usando il simbolo della porta, metafora del passaggio da una fase all’altra della vita che Temple stessa, nei suoi libri, cita. Visualizzando il cambiamento come un oggetto, la persona autistica inizia ad averne meno paura, e attraversa la porta non come un trauma ma come un naturale passaggio evolutivo. Partendo dalle mille difficoltà di una bambina che non riusciva a interagire, lo spettacolo traghetta il pubblico attraverso il percorso che ha portato Temple alla fama mondiale e contiene un messaggio universale: la mente di ognuno di noi è unica, e il mondo ha bisogno di ogni tipo di persona.
Come sei stata sostenuta nella realizzazione di questo spettacolo?
Lo spettacolo è stato fortemente voluto e sostenuto da Spazio Asperger, una onlus che è diventata una realtà imprescindibile, in Italia, per chiunque intenda approcciarsi al mondo dell’autismo. Lo spettacolo, che ha fatto più di 40 repliche in Italia e in Svizzera, è diretto dall’ottimo Claudio Zarlocchi, anche attore della piece insieme a un cast di professionisti che annovera al suo interno Valentina Gaia, Francesca Nunzi, Guendalina Tambellini e Alessandro Grande. Quanto a me, oltre a scriverlo, ho fatto da aiuto regia.
Spazio Asperger ha inoltre finanziato un secondo spettacolo, sempre sul tema autismo, che ho scritto e che è intitolato “L’uomo che fece sparire l’infinito”.
Hai accennato a un secondo spettacolo sul tema autismo “L’uomo che fece sparire l’infinito” raccontaci…
“L’uomo che fece sparire l’infinito” narra la storia e le avventure del premio nobel per la fisica Richard Feynman, a cui è stata fatta una diagnosi di sindrome di Asperger post mortem. A differenza di Temple Grandin, che è un testo drammatico, “L’uomo che fece sparire l’infinito” è una commedia che vede l’incontro tra Feynman e un ragazzo con la sindrome di Asperger, Jimmy. Tra una battuta sferzante e l’altra, Jimmy impara a superare le difficoltà correlate alla sindrome di Asperger seguendo Feynman che, oltre a essere un fisico premiato con Nobel, è stato uno scassinatore di cassaforti, un progettista della bomba atomica, un suonatore di borghi al carnevale di Rio e un marito che ha dovuto seppellire anzitempo la sua compagna.
Il fatto che una figura così poliedrica sia riuscita a fare tutto questo nonostante la sindrome di Asperger dimostra che ognuno di noi può rendere la propria vita un capolavoro.
Valentina Fratini è anche una quotata autrice di libri per ragazzi, parlaci della tua ultima impresa!
Esce proprio oggi in tutte le librerie italiane il secondo capitolo della mia saga fantasy per ragazzi e adulti, “Aura Miller e il regno di Etrom”. Si tratta di un viaggio nei luoghi in cui tutto ciò che immaginiamo diventa realtà. Nel primo romanzo della saga, intitolato “Aura Miller e il segreto di Drema”, la protagonista vive un’emozionante avventura nel luogo in cui tutti i desideri diventano realtà. Nel secondo, invece, si ritrova a dover salvare la propria madre, tenuta prigioniera nel luogo in cui tutte le paure diventano realtà. È un’avventura all’esterno ma soprattutto all’interno di ognuno di noi, una trilogia nata per fortificare il lettore “da dentro” che è diventata libro di testo in moltissime scuole italiane e che, lo scorso anno è stata anche candidata al premio Strega ragazzi nella categoria 8+ e ha vinto il primo premio al “concorso letterario nazionale città di Ladispoli”.
Il tuo talento si riversa anche nella sceneggiatura vera e propria: a cosa stai lavorando adesso?
Attualmente è in produzione un thriller intitolato “Chiantishire” che ho scritto con Michele Picchi, sceneggiatore e regista di cui ho grande stima, e stiamo facendo la revisione finale della sceneggiatura. A seguire lavorerò all’adattamento cinematografico di un nuovo romanzo per ragazzi e adulti che sto scrivendo.