L’adolescent et sa musique. D’une violence l’autre è un libro curato dallo psicoanalista francese Vincent Cornalba (Éditions in press, Paris, 2019) tradotto nella versione italiana L’adolescente e la sua musica. Da una violenza, l’altra da Stefania Marinelli, psicoanalista di gruppo e professore associato all’Università La Sapienza di Roma (prossima pubblicazione con Borla, Roma 2021).

Non c’è rito sociale o religioso, celebrazione, cerimonia, ricorrenza, senza musica.
La musica, come esperienza musicale, è formazione e affermazione di identità individuali e collettive. Il suo aspetto meta-linguistico attribuisce alla musica un duplice ruolo: da un lato musica come linguaggio universale e dall’altro musica come linguaggio proprio, specifico di singole realtà, dalla comunità all’individuo e dall’individuo al gruppo di appartenenza.

Ma quale valore assume la musica per l’adolescente? Il carattere di molteplicità e inafferrabilità della musica non rende possibile trovare una risposta univoca.

Il libro attraverso la presentazione di casi clinici, sembra conferire alla musica un ruolo imprescindibile nel processo di soggettivazione e identificazione adolescenziale.
La musica rievoca le sonorità infantili, dalla lallazione al pianto come grido di fame o accudimento. La musica scandisce, riproduce e contiene la violenza pubertaria. La musica rivendica il diritto di esistere e sostiene l’urlo di una protesta.

Da qui le tendenze musicali contemporanee e la musica trap, che deriva da un gioco di parole americane che aggiunge al rap la t iniziale assumendo il significato di trappola.

L’adolescenza è quella fase in cui il bruco non è ancora farfalla ma non è più un bruco. E’ quella fase in cui quel guscio protettivo e soffocante al tempo stesso comincia a frantumarsi. E’ quella fase in cui rottura, costruzione e ricostruzione, frammentazione e integrazione, coesistono. La musica può dare una voce a tutto questo.

Ma la musica può essere anche suono assordante. E dunque silenzio.

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