L’Associazione “Arte Continua”: intervista a Mario Cristiani
Mario Cristiani è fondatore nel 1990 insieme a Lorenzo Fiaschi e Maurizio Rigillo di "Galleria Continua". Il progetto "Arte all'Arte"
Mario Cristiani è fondatore nel 1990 insieme a Lorenzo Fiaschi e Maurizio Rigillo di "Galleria Continua". Il progetto "Arte all'Arte"
Il fascino di un gallerista si evidenzia ancor più quando racchiude in sé attitudini diverse che spaziano in settori più ampi, ma tra loro coerenti, e al contempo diffusi: desiecta membra di un progetto più esteso sull’Arte che cercheremo di raccontare nella nostra intervista a Mario Cristiani, fondatore nel 1990 insieme a Lorenzo Fiaschi e Maurizio Rigillo di Galleria Continua che, nata a San Gimignano, oggi conta 8 sedi nel mondo.
Mario Cristiani, Maurizio Rigillo e Lorenzo Fiaschi, nello stesso anno, sono anche i fondatori e principali animatori dell’Associazione Arte Continua, delle cui finalità e dei cui progetti parleremo in questi articoli:
“L’idea è stata fin da subito ispirata a come fare in modo di mettere in sinergia il mondo dell’amministrazione pubblica, dell’impresa e delle attività sul territorio, ma anche la cittadinanza, i viaggiatori di altre parti del mondo e il nostro territorio di provenienza. In questo modo abbiamo cercato un punto di convergenza nel sostegno congiunto ad iniziative non profit. Questo lavoro è stato il modo per dare un contributo alla crescita della coscienza culturale sia degli individui che delle comunità”, rivela subito Cristiani.
Attraverso le proprie attività, l’Associazione Arte Continua porta avanti un’idea di arte pubblica, che consiste in una visione lungimirante divenuta realtà nel momento in cui Mario Cristiani ne ha assunto la carica di presidente. Il principale obiettivo di Arte Continua, fin dalla prima edizione del 1996, è stato quello di dar vita al progetto Arte all’Arte ovvero arte, architettura, paesaggio nell’ambito della quale sono state realizzate iniziative culturali destinate a tessere relazioni virtuose tra la comunità internazionale dell’arte e il territorio.
Mario Cristiani, dunque, non è un gallerista tout court, ma coltiva interessi sociali e culturali raccordati da un’altra visione, che viene da lontano, che raccoglie dai suoi studi, e che nutre attraverso una profonda visione politica: là dove per politica intendiamo il significato più antico del termine.
La sua idea consiste nel far crescere nella comunità il senso di una cittadinanza consapevole, alimentando di conseguenza la partecipazione ad una comunità aperta, libera e democratica: un contributo culturale alla costruzione della polis dei nostri giorni. È su questi elementi che riflette Cristiani: sul senso di generare una cultura diffusa, ispiratrice del bello, edificante per i giovani e per tutta la collettività. Un progetto in grado di creare nel contesto di riferimento una sensibilità destinata alla crescita culturale e sociale, grazie al contributo di artisti della comunità internazionale dell’arte, che acquisiscono il ruolo di forte stimolo nel guidare le riflessioni della e nella società.
Mario Cristiani appartiene quindi a quella schiera dei capipopolo rivoluzionari che restituiscono alla collettività il loro forte impegno democratico, a favore di un’arte per tutti e di tutti. E’ mosso dalla speranza che quasi per osmosi l’accesso diretto alle opere di artisti nello spazio della città possa generare un’attenzione più consapevole al luogo in cui si vive.
Da quest’anno è riuscito, infatti, grazie ad una raccolta fondi, ad avviare progetti di didattica dell’arte in tre comuni toscani. Gli stessi in cui dal 2020 è stato in grado di convogliare risorse che hanno portato al restauro delle opere donate nel corso degli anni dagli artisti e dall’Associazione Arte Continua per il progetto Arte all’Arte. Opere di Antony Gormley, Anish Kapoor, Mimmo Paladino, Sol LeWitt, Cai Guo-Qiang, Kiki Smith e molti altri, oggi rappresentano il patrimonio sempre accessibile gratuitamente dei cittadini, dei viaggiatori e delle città. Si intravede dunque una funzione pedagogica in cui l’arte è destinata a comporre un universo armonioso e sostenibile. L’opera d’arte diviene ispiratrice di una coscienza basata sui grandi valori universali portati a sintesi dalle opere site specific degli artisti.
Sul terreno dell’arte, Mario Cristiani riconosce come guida spirituale Luciano Pistoi. Critico d’arte sulle pagine dell’Unità degli anni 50 e gallerista:
“Ci aveva presi sotto la sua ala. Era una persona di una generosità e di una positività enorme. Per me un vero riferimento perché era uno dei pochi a cui interessava discutere anche di politica e ovviamente di arte. Era un uomo di grande generosità, ironia, e trasmetteva un profondo piacere di vivere e di condividere, oltre ad avere una grande attenzione verso i giovani e verso chiunque si avvicinasse a lui facendolo sentire a suo agio. Tutto il mondo arrivava da lui, e così invitava anche noi. Pistoi ha accolto tre ragazzi che avevano aperto una galleria e un’associazione culturale a San Gimignano, nessuno ci conosceva e ci considerava più di tanto. Prima di incontrarlo, in vista delle prime esposizioni, ricordo che ero andato ad attaccare dei manifesti che aveva scritto Lorenzo, l’artista del nostro gruppo, nei quali si chiedeva chi volesse fare delle mostre nel nostro piccolo spazio a San Gimignano. Il primo del mondo dell’arte invece a darci fiducia fu Elio Grazioli.”
Pistoi promuoveva e sosteneva talenti. E intendeva introdurre in Toscana una proposta culturale che si estendesse nel tempo e nello spazio, partendo dalla campagna. Per questo aveva organizzato un progetto al Castello di Volpaia, in cui aveva riunito suoi amici artisti, ma anche artisti più giovani, unitamente a galleristi di fama internazionale e non.
“Quando la morte lo colse nel gennaio 1995 i tratti distintivi di quei germogli con valore di novità erano già sbocciati. Era necessario però avere una grande determinazione e spirito di “missione” per raccogliere quell’eredità, per intraprendere un’impresa difficilissima, che desse vita a quanto avevamo elaborato con lui nelle lunghe serate che passavamo a Volpaia nel Comune di Radda in Chianti. L’idea di progetto “Arte all’Arte” si basava su questi antefatti. Incrociando le sue mille idee a quanto stava elaborando come proposta politica per il partito in cui militava per le amministrative imminenti, trascrissi i tratti principali ed inviai il progetto per fax a Pistoi. Lui vi annotò le correzioni a mano e rinviò la bozza sempre tramite fax”, rivela Mario con una punta di commozione!
I nostri tre moschettieri saranno dunque allevati a suon di serate di aneddoti sugli artisti, sulle esperienze, sui viaggi di Pistoi e dei suoi tanti progetti.
“Fu così che incrociai una delle sue proposte con alcune riflessioni che stavo facendo come amministratore pubblico “in pectore”, lui le corresse a penna su un fax. A quei tempi i fax arrivavano su una carta che mangiava l’inchiostro per cui dopo qualche anno, scomparso il testo, per puro caso rimasero le sue correzioni a penna biro. Fu grazie alla calligrafia, riconosciuta dal suo migliore amico, Getulio Alviani, che venni introdotto ad un’altra amica di Luciano, nonché prima curatrice del progetto, Laura Cherubini, e così l’idea iniziò a prendere corpo. Quando Pistoi morì fu per me una perdita talmente grande che non potevo far cadere quel discorso senza provare a trasformarlo in realtà, mi sentivo di non avere scelta, era come poterlo far vivere ancora con noi! Girai tutti i comuni della provincia di Siena per convincerli a far quel progetto di cui mi sembrava di aver ricevuto un testimone a cui non potevo sottrarmi.”
All’inizio, la convinzione era talmente tanta che:
“Per Arte all’Arte ho ipotecato, senza esserne veramente consapevole, la mia casa, del resto non mi ero dato alternative, doveva esser fatto. Cercavamo curatori e con loro gli artisti e, quando avevano accettato, li portavo dove stanno le persone, nello spazio della città, per pensare le opere. Quando andava bene riuscivamo ad avere quelle opere gratuitamente come un dono alla cittadinanza, però nessuno copriva neppure i costi di produzione. Non avevamo né sponsor né il sostegno delle amministrazioni pubbliche, per questo fu messo a garanzia della banca il posto in cui vivevo con la mia famiglia; avevo la speranza e la convinzione che il destino mi avrebbe aiutato.
Vedevo davanti a me la possibilità di costruire, attraverso le opere degli artisti, una bella e nuova città, ma forse guardavo un po’ lontano. Volevo e voglio ancora oggi che ciò che avevo ricevuto io dagli artisti del passato e dalla loro grandezza potesse tornare ad accadere nelle città di oggi anche grazie alla mia azione.
Non vengo da una famiglia ricca o di intellettuali, l’arte mi ha dato molto e l’unico modo in cui potevo vederla a mio piacimento e gratuitamente era ed è nelle chiese, nelle strade, nelle piazze delle nostre città storiche, posso dire che, se non avessi visto opere d’arte in posti accessibili a tutti, non avrei capito l’importanza dell’arte e migliorato la mia vita, e forse non solo la mia, ed è proprio questo che a vari livelli guida la mia ispirazione e le mie azioni”.