La nostra blogger di oggi si è appassionata al vino certamente per le sue qualità gustative, ma anche per la sua capacità di essere un veicolo di storie.

Da quando è stato inventato qualche millennio fa, presumibilmente nelle vallate tra il Caucaso e il Mar Nero, ha accompagnato e spesso anche influenzato le vicende storiche del nostro continente.

Il vino sullo sfondo di rotte commerciali, conflitti, ricchezza e storia

Con il vino si sono tracciate rotte commerciali e combattuti aspri conflitti per il dominio delle stesse, le classi agiate hanno ostentato la propria ricchezza mentre quelle che che ne erano escluse si ribellavano, si riempivano i calici per fare festa ma a volte vi si mescolava una dose di veleno… insomma, riassume Gisella Fuochi, la sua storia è quella della Terra ed è anche la nostra.

Quanto a lei, ci racconta di essere rimasta affascinata dalla storia dello champagne ma, da brava toscana, conosce bene le storie legate ai vini della sua terra. Non solo all’arcinoto Chianti, ma anche a vini meno conosciuti e di altrettanto nobili radici, come quelli di Carmignano che appartengono alle primissime D.O.C. italiane: a stabilirla come tale fu infatti il penultimo granduca della dinastia dei Medici. Un po’ come se un’eco del Rinascimento potesse arrivare oggi al nostro palato.

Ma con tutta questa inebriante densità sensoriale e culturale che il vino porta con sé, cosa dovremmo pensare degli allarmi di chi lo demonizza dal punto di vista medico? Davvero il vino non è altro che etanolo, ovvero una sostanza dannosa per la salute? In realtà contiene anche molto altro, ribatte Fuochi, che serve al contrario a mantenerci viv3. Senza cadere nell’eccesso, forse dovremmo allentare di tanto in tanto la nostra postura un po’ troppo guardinga e imparare a lasciarci andare. Ricordando sempre che la qualità della bevanda è fondamentale, ma la qualità della compagnia lo è forse ancora di più.

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