Lucio Battisti ha venduto più di venticinque milioni di dischi. Un numero inarrivabile per qualsiasi cantautore attuale, ma la cosa su cui riflettevo è quello che ha rappresentato per moltissimi Italiani. Le storie d’amore, gli stati d’animo e i ricordi che evocano ancora le sue canzoni ci raccontano quanto la musica abbia ancora un’importanza fondamentale nelle nostre vite. La musica amplifica i sentimenti e li imprime come una fotografia nelle nostre menti e nei nostri cuori. 

Oggi vi parlo di un nuovo lavoro strumentale per chitarra sola con le più belle canzoni di Lucio Battisti arrangiate dal chitarrista compositore Roberto Fabbri.

Parlare di Lucio Battisti è come immergersi in quello che Philip Tagg definiva “la tonalità di tutti i giorni”. Impossibile spiegare come un semplice giro di accordi e una melodia a noi così scontata possano diventare la nostra musica, la musica dei nostri giorni, dei nostri riferimenti, o meglio dei riferimenti di intere generazioni.

Tutti i chitarristi, dai professionisti agli amatori più inconsapevoli e distratti, conoscono almeno l’accompagnamento di una o più canzoni di Lucio Battisti, questo a dimostrazione della trasversalità di alcuni messaggi. 

Qui potete vedere l’anteprima del Videoclip Amarsi un Pò.

Non esiste popular music italiana senza poter fare riferimento a Lucio Battisti, al suo essere così intimo e interiore, al suo essere così… chitarristico… Essere chitarristi (e Battisti lo era a livello professionistico, cosa che si dimentica sempre) significa avere la possibilità di esprimere, con la giusta delicatezza, le intimità più profonde, con un suono che, se non amplificato, si propaga per raccontare la leggenda di un genio della melodia. 

Il lavoro di Roberto Fabbri è essenziale, pulito ed è a cavallo fra la musica colta e una popular (non popolare o semplicemente pop) pieno di sentimento. Il Maestro ha voluto, senza nulla togliere alla magnificenza della verbosità metrica delle rime mogolliane, dimostrare che la melodia – trovata, scoperta e scritta con la chitarra – fosse degna di essere valutata come melodia assoluta. Melodia valida a prescindere dal contesto, oltre i confini del pop a cui è sempre stata relegata, a volta anche in modo dispregiativo. Una melodia che si riscopre nella tradizione del bel canto ottocentesco, che si realizza in dramma, in storia, in epopea… in leggenda. 

Lo stesso Roberto Fabbri afferma che

“… i brani di Battisti meritavano di avere una loro versione strumentale che ne mettesse in risalto l’assoluto valore compositivo anche a prescindere dai meravigliosi testi…”.

L’opportunità di coronare un sogno è arrivata quando la casa editrice Hall Leonard ha acquisito i diritti per la pubblicazione degli spartiti di Lucio Battisti: perché non realizzare una pubblicazione trascritta per chitarra classica? Roberto Fabbri si è preso l’onere di trasformare in musica colta quello che di colto aveva già in sé. E perché non farlo con lo strumento che più era vicino alla personalità intima, sfuggente e timida di Battisti?

La realizzazione del testo (ricco anche della parte di intavolatura) e la registrazione del CD hanno significato due anni di lavoro, evitando di sfuggire a semplici ripetizioni melodiche laddove una sola nota denotava una variazione melodica di infinita genialità.

Quindi un lavoro pedissequo, rispettando quanto scritto, rimanendo vincolato anche alle armonie volute e pensate dall’autore. Un lavoro che nasce senza le parole, ma che obbliga tutti, anche senza volerlo, a cantare canzoni che forse non si sono nemmeno volute mai ascoltare, ma che fanno oramai parte integrante del nostro vissuto.

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