OLTRE GLI IDOLI E GLI IDEALI
Il fumetto che oggi vi pongo all’attenzione è un’opera atipica. Infatti non parliamo del solito genere fumettistico, che tutti noi conosciamo. Si tratta di qualcosa di molto diverso: un saggio storico. Avete letto bene. Per la prima volta il fumetto e la saggistica si sono uniti per creare un’opera totalmente avulsa dai soliti generi fumettistici (supereroi, avventura, horror ecc.) conferendo al fumetto stesso ancor più dignità e serietà artistica. Non smetterò mai di ripeterlo: il fumetto non è solo roba per bambini!
L’opera è scritta da Luciano Curreri ed è accompagnata dalla matita di un mostro sacro del fumetto, Giuseppe Palumbo. Il risultato è qualcosa di meraviglioso. L’Elmo e la Rivolta è, appunto, un saggio storico a fumetti che tratta due figure celebri dell’antichità: Scipione l’Africano (colui che riuscì a sconfiggere Annibale) e Spartaco (il gladiatore che sfidò Roma). Dunque la storia è caratterizzata da due segmenti: la prima che tratta la figura di Scipione e la seconda che tratta la figura di Spartaco. A livello cronologico c’è una differenza di circa un secolo. Quindi Scipione e Spartaco non si sono mai incrociati. Tuttavia il fumetto immagina un loro confronto, in un campo di battaglia insanguinato, dove un corvo posato in mezzo ai cadaveri ci narra l’analisi storica ed ideologica legata ai due personaggi. L’obbiettivo del fumetto è proprio quello di distinguere e discernere le varie ideologie che nel tempo si sono attaccate e stratificate a questi due personaggi.
Iniziamo da Scipione, appunto, una figura meno celebre del suo acerrimo nemico, Annibale (che nel fumetto compare). Un personaggio, quello dell’Africano, che si ritrova in vari ambiti e contesti ( pensiamo al nostro inno nazionale che cita “dell’’elmo di Scipio s’è cinta la testa” ) tra i quali va menzionato il cinema! E’ proprio nel contesto cinematografico che Scipione viene descritto come il salvatore della patria, il simbolo eterno dell’imperialismo di Roma. Ed è questa descrizione, che il regime fascista cercherà di utilizzare a proprio vantaggio nella sua propaganda. Come nel grandissimo film “Scipione L’Africano” di Carmine Gallone del 1937, nel quale fa la sua prima comparsa un giovanissimo Alberto Sordi diciassettenne. Il film è in linea con la propaganda fascista che equiparava la figura dell’Africano conquistatore con quella del Duce, impegnato nella campagna d’Africa italiana (i cui esiti saranno disastrosi). La figura di questo Scipione verrà cristallizzata nelle menti comuni. Un eroe vittorioso, virtuoso e degno di venerazione. Già, peccato che nella realtà storica le cose andarono diversamente. Dopo la vittoria a Zama, Scipione l’Africano e suo fratello Lucio (“Scipione…detto l’Asiatico”, per citare il film di Luigi Magni, “Scipione…anche detto l’Africano”) verranno accusati di peculato, messi sotto processo e diverranno bersaglio di grande denigrazione da parte del popolo romano. Questo costringerà Scipione l’Africano a ritirarsi a vita privata per sempre e ad essere dimenticato dalla stessa patria che egli aveva salvato. Ironia della sorte, morirà lo stesso anno in cui Annibale si sarà suicidato. Una fine triste e impietosa, che però l’ideologia fascista era riuscita a cancellare e a riscrivere a proprio piacimento.
Stesso destino spetterà a Spartaco! Figura che a dispetto di Scipione, è perdente ma rimane eterna. Una figura che alla stregua di Annibale fece tremare Roma. Mentre Scipione sarà un personaggio utilizzato dalla destra fascista, Spartaco sarà utilizzato come simbolo della rivolta proletaria contro il sistema capitalistico. Spartaco diventa il simbolo della lotta marxista\comunista di inizio ‘900. Spartaco diventa sinonimo di liberazione degli oppressi contro gli oppressori. Un radicamento, quello dell’ideologia politica sul personaggio storico che non si espande solo nel contesto politico marxista ma anche in quello popolare. Basti pensare al calcio! Infatti la squadra russa più famosa di Mosca, si chiama proprio Spartak-Mosca, ed essa nacque in quello stesso contesto di fusione politico-storica. Ma pensiamo anche al cinema ed al colossal Hollywoodiano “Spartacus” con Kirk Douglas, in cui questa figura di Spartaco liberatore e di unico nemico contro un impero oppressore rimane incardinata sugli stessi standard di inizio Novecento.
Già, ma il corvo narrante del fumetto ci fa notare una cosa. Lo Spartaco che noi conosciamo, collegato inconsciamente a questa concezione politica di stampo comunista, è stato realmente tale? La risposta è probabilmente no!
La grande lezione di questo saggio a fumetti è quella di incentrare l’analisi di questi personaggi in un contesto di fattualità e veridicità storica! Il grande impegno del fumetto è quello di “grattare” la superficie ideologica e politica attaccata ai corpi di questi soggetti, per analizzare la verità storia che si cela dietro. E il risultato purtroppo non è così soddisfacente e incredibile come si potrebbe immaginare! Infatti a livello storiografico (cioè facendo riferimento alle fonti dell’epoca, che a loro volta vanno filtrate e contestualizzate) si sa pochissimo di questi personaggi! Non si riesce a stilare un profilo storicamente completo di queste persone, figuriamoci ritener possibile di creare e cucire sopra di esse un’ideologia politica! Insomma la visione che la storia ci ha donato di questi illustri individui e che noi crediamo di conoscere, non è che una versione filtrata, frutto del prodotto e dell’attivismo politico di fine ‘800 ed inizio ‘900. Praticamente quello che crediamo di sapere su questi personaggi, è stato creato e inventato in quel periodo, per fini prettamente politici e nulla ha a che fare con i personaggi storici reali.
Insomma, in un contesto come il nostro, dove va di moda imbrattare statue e distruggere simboli storici, appellandosi a un’ideologia – che per quanto possa esser ritenuta giusta – è totalmente avulsa e decontestualizzata dal periodo di appartenenza che i personaggi raffigurati in quelle statue hanno vissuto, studiare la storia torna di vitale importanza. Uno studio, come ci insegna “L’Elmo e la Rivolta”, che prescinda dalle ideologie politiche contemporanee e che si appelli alla veridicità, alla fattualità ed alla contestualizzazione storica che le fonti ci consegnano (ovviamente nei limiti della loro stessa attendibilità ).
Si dice spesso che nella nostra epoca si amino gli idoli dimenticandosi degli ideali. Ecco adesso nel nostro presente, una volta dimenticati gli ideali, si cominciano ad eliminare anche gli idoli, insieme a tutto quello che essi hanno rappresentato a livello storico. Viviamo, insomma, in un pericolo crescente di “revisionismo storico”. Un problema reale, che può avere delle conseguenze gravissime: riscrivere la storia per scopi politici ed ideologici, proprio come quello che è successo per Scipione L’Africano e Spartaco. E come possiamo evitare tutto questo? Studiando, studiando e ancora studiando!
La storia non va cancellata, perché ritenuta ingiusta. La storia va studiata e rispettata affinché quelle stesse ingiustizie non si ripetano. Questo fumetto fornisce anche un altro insegnamento: In una società in cui si è ossessionati dalle manie di protagonismo, dall’obbligo sociale di primeggiare in tutto ed anestetizzati dal fanatismo egocentrizzante della nostra epoca, le figure di Scipione l’Africano e Spartaco ci danno un grande messaggio: che a volte vincere non serva a niente (vedi Scipione l’Africano) e come alle volte perdere possa rivelarsi la più grande vittoria (Spartaco docet). Come diceva Lucio Dalla nella canzone Ayrton: “ E ho capito che era tutto finto / Ho capito che un vincitore vale quanto un vinto.”