Little Nightmares 2 è uscito da poco meno di un mese sulle console di tutto il mondo, presentando ai videogiocatori un mondo horror totalmente nuovo rispetto alle consuetudini e fatto, per l’appunto, di tanti piccoli incubi difficili da mandare giù anche per i più appassionati del genere. Bandai Namco è riuscita certamente a non deludere con la produzione del sequel dell’amatissimo primo Little Nightmares, proseguendo anche con la trama in modo coerente e mai scontato.

Tutto ha inizio nel bel mezzo di una foresta, dove Mono (il protagonista) si risveglia dopo essere trasportato lì da un televisore. Proprio il televisore è l’oggetto ricorrente di tutto questo capitolo, in cui questo oggetto appare a ritmo di metronomo a scandire ogni momento saliente della narrazione. Il televisore risucchia il nostro protagonista e lo porta in un mondo spettrale dove il nemico principale sembrano essere proprio le aziende televisive.

Little Nightmares 2 review - a brilliantly horrifying, often infuriating  return • Eurogamer.net

In questo mondo, infatti, è la Signal Tower a trasmettere il segnale principale sui televisori di ogni abitazione. Nella Città Pallida, infatti, durante il nostro viaggio incontreremo i cosiddetti Spettatori, persone totalmente assorbite dai media i cui volti risultano completamente (e mostruosamente) deformati proprio per l’esposizione alle radiazioni televisive.

I messaggi che possono essere carpiti da questo piccolo, grande horror, sono svariati; si potrebbe infatti spaziare dalla tematica della difficoltà per i bambini di adattarsi ed ambientarsi ad un mondo i cui ritmi sono scanditi dal mondo e dai bisogni dei soli adulti, spaziando poi nell’argomentazione etica sulla sperimentazione sugli umani per il progresso scientifico, arrivando alfine alla raffigurazione del potere dei nativi digitali nel mondo moderno. È giusto prenderle tutte in considerazione, concludendo che Little Nightmares 2 sia un perfetto ibrido tra narrazione, denuncia e semplice voglia di spaventare i giocatori.

Little Nightmares 2 review | PC Gamer

Il protagonista, dopo aver individuato la sede centrale della Signal Tower, riesce in qualche modo ad acquisire il potere di trasferirsi liberamente da un televisore ad un altro. Questa altro non è che la rappresentazione di come i nativi digitali riescano, in qualche modo, a districarsi meglio degli adulti nel mondo di oggi, fatto di continuo bombardamento mediatico. La TV, nell’universo di Little Nightmares, non è altro che una grande entità malvagia che al suo interno contiene un ammasso informe di carne ed occhi, come contenesse le persone che riesce a risucchiare all’interno dei suoi tunnel freddi e senz’anima.

In tutto questo, giocano un ruolo fondamentale gli esseri che fungono da boss finali di ogni livello dell’avventura. Umani, all’apparenza, ma totalmente modificati e resi simili a pupazzi ripieni di cotone pronti a metterci i bastoni tra le ruote ed intrappolarci per portare a compimento i loro loschi piani. Ognuno di loro, come si evince dal gioco, lavora all’interno di diversi laboratori conducendo esperimenti sugli esseri umani. Nessuno dei loro esperimenti risulta più veramente umano, non è fatto di carne, non è ripieno di organi ed assolutamente non possiede più una ratio, un’anima, e ci attacca come fosse un demone senza scrupoli.

Bambini contro bambini, adulti contro infanti; Little Nightmares 2 è la storia di come la modernità risulti finta, dall’esterno. È la storia di come ogni cosa viene dettata dalla tendenza, dalla moda e dall’influenza dei media. Quell’influenza dei media che ci deturpa il viso con le sue radiazioni, che ci trasforma in bestie pronte ad odiare il prossimo senza un motivo valido, che ci rende manichini (nei casi estremi) incapaci di avere un proprio pensiero o di comportarci come meglio crediamo, negandoci ogni forma più pura e semplice di libertà.

Little Nightmares 2 Glitching Remains Locations and Secret Ending | Little  Nightmares II

Graficamente eccellente, questo titolo rappresenta comunque una divergenza rispetto ai titoli dello stesso genere. Per fare horror, un gioco dev’essere capace di irretire il proprio spettatore con realismo e veridicità; in questo caso, con moltissimi elementi in meno, la paura e l’ansia la fanno ugualmente da padrone. Possiamo definire Little Nightmares 2 un piccolo, grande horror; una vera rivelazione che, attraverso espedienti semplici riesce ad esercitare un’immensa pressione psicologica sul giocatore. La paura, vuole dimostrarci questo titolo, è qualcosa di subdolo ed insidioso che può arrivare alla nostra mente in qualsiasi forma ed in qualsiasi istante. Non era facile incutere timore con basi semplici, ma tutto riesce nel modo migliore possibile.

La formula platform, poi, aiuta il senso ansiogeno che il titolo vuole infondere nel pubblico. Non avendo alcun’altra strada percorribile se non avanti o indietro, nei momenti di inseguimento tutto sembra far parte di un lungo corridoio cupo dove non ci si può fidare di nessuno. In un mondo dove la fotografia, curata benissimo, gioca unicamente sulle scale del grigio, del blu e del nero totale, l’unica fonte di colore è rappresentata dal protagonista; proprio i bambini, a rappresentanza del futuro, hanno la capacità di gestire tutto questo e, all’occorrenza, combatterlo per il bene di tutti. Assolutamente consigliato l’acquisto, soprattuto il sabato sera quando non ci va di uscire per restare a casa a giocare.

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