L’inquinamento dell’aria è una questione di grande attualità, oggetto del recente e comprensivo Piano di Azione “Inquinamento Zero” , componente essenziale del Green Deal europeo. Norme europee, dati aggiornati e raccomandazioni per ridurre i danni di un’aria inquinata alla salute umana.

Respirare aria pulita dovrebbe essere un diritto di tutti, non un lusso. Eppure oggi l’inquinamento atmosferico è una delle maggiori cause di mortalità, contribuendo a circa 400.000 morti premature all’anno: tumori ai polmoni, malattie respiratorie e cardiovascolari tra le principali. Ma non solo. Quando non è letale, esso può aggravare o causare danni spesso di lunga durata o addirittura irreversibili, sia a livello fisico (anche al feto) che mentale, oltre che disturbi di apprendimento.

Cause, status e strumenti UE per combattere l’inquinamento dell’aria

Sul banco degli imputati si trovano il riscaldamento a uso domestico ma anche il settore dei trasporti, agricolo e industriale. Seppure nell’ultimo decennio a livello europeo si siano registrati decisi miglioramenti nel livello della qualità dell’aria e ancor di più nell’ultimo anno grazie alle severe misure di lockdown imposte per fronteggiare la pandemia, c’è ancora molto da fare, come dimostra l’ultimo report dell’Agenzia europea sull’ambiente (EEA). Questo, assieme a monitoraggi regolari (i cosiddetti fitness check) dimostrano margini di miglioramento in specifiche aree tra cui i risultati in materia di salute, di implementazione, governance e monitoraggio informazione sulla qualità dell’aria. Secondo i dati di uno studio dell’Eurostat riferito al 2019, i tassi di inquinamento dell’aria restano a livelli superiori rispetto alle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), attualmente in corso di aggiornamento. Nell’Europa centro-orientale e nel nord Italia si registra una notevole concentrazione nell’atmosfera di polveri sottili inquinanti (come PM10 e particelle di particolato PM2,5), particelle che possono assorbire sostanze con proprietà tossiche come solfati, nitrati, metalli e composti volatili e che, data la loro ridotta dimensione, possono penetrare con facilità nell’apparato respiratorio provocando danni ai bronchi.

L’inquinamento atmosferico, assieme a quello marino e del suolo, è uno dei temi affrontati nel Piano di azione “Zero inquinamento” adottato il 12 maggio 2021 dalla Commissione europea per giungere entro il 2050 all’eliminazione dei fattori inquinanti, dannosi per la salute e gli ecosistemi. Tra i target previsti, la riduzione dei decessi causati dall’ inquinamento atmosferico entro il 2030 del 55%.

L’attuale impianto legislativo europeo in materia di tutela dell’aria comprende le Direttive del 2004 e 2008 sulla qualità dell’aria ambiente (i cui standard sono oggetto di revisione), quella del 2016 sugli impegni nazionali per la riduzione delle emissioni per i più importanti inquinanti atmosferici transfrontalieri e gli standard di emissioni relativi a specifiche fonti di inquinamento, comprese le emissioni di veicoli, navi, energia e industria. Le norme esistenti si sono dimostrate finora in larga parte inefficaci nel ridurre l’inquinamento atmosferico e limitare gli effetti negativi su salute, qualità della vita e ambiente. Per questo, anche su impulso del Parlamento europeo che in materia ha presentato una risoluzione, è prevista nel terzo trimestre del 2022 la revisione della Direttiva sulla qualità dell’aria che nella nuova versione dovrebbe includere gli inquinanti con effetti nocivi sulla salute e sull’ambiente attualmente non regolamentati come le particelle ultrafini, il mercurio e l’ammoniaca , oltre che prevista una lista di controllo per sostanze e composti nocivi per la salute come le microplastiche.

Tuttavia prima di rivedere l’impianto legislativo attuale, sarebbe opportuno che gli Stati  membri implementassero le norme e linee guida esistenti a livello europeo, come mette in luce il  Second Clean Air Outlook del gennaio 2021, il rapporto in cui vengono valutate le misure adottate dagli Stati nei loro Programmi nazionali  di controllo dell’inquinamento dell’aria. Se le norme in vigore fossero adeguatamente rispettate infatti, si ridurrebbero i valori limite di emissioni, si migliorerebbe la qualità dell’aria e si riuscirebbe a conseguire l’obiettivo di riduzione entro il 2030 del 55% delle morti premature legate all’inquinamento atmosferico. Rispettando il parere degli esperti secondo cui anche livelli relativamente bassi di esposizione all’inquinamento atmosferico sono dannosi per la salute umana e gli ecosistemi, oltre all’applicazione della legislazione vigente e un riesame che la renda all’altezza delle sfide attuali, occorre una gestione multilivello (transnazionale, nazionale e locale) e multidisciplinare collegando ambiente, clima e salute. Misure quali la Strategia sui prodotti chimici (approvata lo scorso autunno), le Direttive sull’efficienza energetica e le energie rinnovabili, quella sulle emissioni industriali (solo per citarne alcune) devono rafforzarsi vicendevolmente.

E’ bene ricordare alcuni buoni esempi come quello rappresentato dall’Osservatorio del clima e della salute, così come alcune buone pratiche a livello nazionale, come quella della Repubblica ceca dove sono state recentemente installate caldaie moderne e efficienti nelle abitazioni e della regione Lombardia in cui è attiva una capillare campagna di sensibilizzazione sull’impatto, uso, mantenimento regolare e gestione corretta degli impianti di riscaldamento alimentati con biomasse (in particolare legna), presentata durante una sessione della Settimana verde europea 2021 dedicata alle sfide e soluzioni per limitare l’inquinamento degli spazi interni.

Con lungimiranza e impegno possiamo contribuire a un futuro in cui poter respirare in sicurezza aria pulita e… a pieni polmoni!

ENGLISH VERSION

The status of air quality in the European Union in the new “Zero Pollution” Action Plan

Air pollution is a highly topical issue, the subject of the recent and comprehensive “Zero Pollution” Action Plan, an essential component of the European Green Deal. European standards, updated data and recommendations to reduce the damage of polluted air to human health.

Breathing clean air should be everyone’s right, not a luxury. Yet today air pollution is one of the major causes of mortality, contributing to about 400,000 premature deaths a year: lung cancers, respiratory and cardiovascular diseases among the main ones. But not only. When it is not lethal, it can aggravate or cause long-lasting or even irreversible damage, both physically (including to the fetus) and mentally, as well as learning path troubles.

Causes, status, and EU tools
to combat air pollution

The main responsible for air pollution are heating for domestic use but also the transport, agricultural and industrial sectors. Although in the last decade there have been marked improvements throughout Europe, in the level of air quality and even more in the last year thanks to the severe lockdown measures imposed to face the pandemic, there is still a lot to do , as the last one demonstrates a report issued by the EEA. Recent studies show room for improvement in specific areas including results in health, implementation, governance monitoring and communication concerning air quality. From a Eurostat study, referring to 2019, air pollution rates remain higher than what recommendaed by the World Health Organization (WHO), currently being updated. In particular in central-eastern Europe and northern Italy there is less breathable air due to a considerable concentration in the atmosphere of polluting fine dust (such as PM10 and PM2.5 particulate particles), particles we breathe can absorb substances with toxic properties such as sulphates, nitrates, metals and volatile compounds and which, given their small size, can easily penetrate the respiratory system causing damage to the bronchi.

Air pollution, together with marine and soil pollution, is one of the issues addressed in the “Zero Pollution” Action Plan (part of the broader European Green Deal) adopted on May 12, 2021 by the European Commission to achieve by 2050 , the elimination of polluting factors harmful to health and ecosystems. Among the expected targets, the reduction of deaths caused by air pollution by 2030 by 55%. The current framework of action of the European Commission on air protection includes the Directives of 2004 and 2008 on ambient air quality (the standards of which are subject to revision), 2016 National Initiative Reduction Commitments Directives and the Source -specific emission Standards, including emissions from vehicles, ships, energy and industry.

The existing EU rules have so far proved largely ineffective in reducing air pollution and limiting the negative effects on health, quality of life and the environment. For this reason, also at the instigation of the European Parliament which has presented a resolution on the matter, the revision of the Air Quality Directive is expected in the third quarter of 2022, which in the new version should include pollutants with harmful effects on health and the environment that are currently unregulated (such as ultrafine particles, mercury and ammonia), as well as a checklist for substances or compounds harmful to health such as microplastics.

However, before reviewing the current legislative framework, it would be advisable for Member States to implement the existing rules and guidelines at European level, as highlighted by the Second Clean Air Outlook of January 2021, the report in which the measures adopted by the States in their National Air Pollution Control Programs. In fact, if the rules in force were properly respected, the emission limit values ​​would be reduced, air quality would be improved and the target of 55% reduction in premature deaths related to air pollution would be achieved by 2030.

Taking into account the expert opinion that even relatively low levels of exposure to air pollution are harmful to human health and ecosystems. From this it follows that in addition to the application of current legislation and a review that makes it up to the current challenges, there is a need for multilevel (transnational, national and local) and multidisciplinary management by connecting environment, climate and health. Measures such as the EU Chemicals Strategy (approved last autumn), the Directives on energy efficiency and renewable energy, the Directive on industrial emissions (just to name a few) must be mutually reinforcing.

It is worth remembering some good examples such as the one represented by the Climate and Health Observatory, as well as some good practices at national level such as that of the Czech Republic where modern and efficient boilers have recently been installed in homes and of Lombardy (Italy) where a widespread awareness campaign on the impact, use, regular maintenance and correct management of heating systems fueled with biomass (in particular wood) has been launched, as presented during a session of the EU Green Week 2021 dedicated to the challenges and solutions to limit the pollution of interior spaces.


With foresight and commitment we can contribute to a future where we can safely and deeply breathe clean air.

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