Fino al 25 Maggio 2025 lo spazio espositivo del MuSa, il Museo di Salò in Provincia di Brescia, presenta al pubblico KLIMT. Grafica d’Arte che raccoglie una serie di oltre 70 opere grafiche tra collotipie, eliografie, litografie, disegni e alcune edizioni della rivista d’arte austriaca Ver Sacrum, fondata nel Gennaio del 1898 come organo ufficiale della Secessione viennese. L’esposizione inaugura la stagione 2025 del Museo ed è curata da Federica Bolpagni, Conservatrice del MuSa, ed Elena Ledda – Vice presidente Fondazione Opera Pia Carità Laicale e Istituto Lodroniano – in collaborazione con la Klimt Foundation di Vienna.

Klimt – Ph. by Moriz Nahr – Courtesy – https://www.klimt-foundation.com/en/https://museodisalo.it/

La Collezione Silvestri

E’ una rara e preziosa opportunità il poter osservare una selezione raffinata di opere su carta, attinta accuratamente dall’immenso corpus grafico di Klimt, significativa per comprendere il valore della vasta produzione dell’artista e contribuire ad una maggiore capacità di lettura di alcuni dipinti per mezzo di studi eseguiti all’origine di importanti composizioni. Molti furono gli artisti, tra la fine del 1800 e primi anni del 1900, che compresero quanto l’arte grafica, come una modalità adatta all’espressione delle proprie idee, potenziasse la diffusione della loro maestria.

La morte e la vita – Gustav Klimt. Una retrospettiva, a cura di Max Eisler, 1931, op. n. 18
Collezione Silvestri – https://museodisalo.it/

La Rivista Ver Sacrum

I protagonisti della Secessione viennese si resero perfettamente conto che l’ideazione di una rivista fosse il mezzo più efficace per diffondere il loro nuovo modo di dipingere, e attirare maggiormente l’attenzione degli amanti dell’arte. Ver Sacrum uscì da Gennaio 1898 a Dicembre 1903 con 120 fascicoli ordinari e alcuni numeri speciali: un originale, fondamentale e geniale prodotto, la cui originalità venne attribuita alla capacità di elaborazione di nuove forme di progettazione, d’illustrazione e di composizione tipografica editoriale, che dimostrò essere il fondamento per i successivi sviluppi dell’editoria.

Igea, dettaglio del quadro La Medicina – Gustav Klimt. Una retrospettiva a cura di Max Eisler, 1931, op. n. 10 –
Collezione Silvestri – https://museodisalo.it/

Grazie a Ver Sacrum, e alla sua particolare attività laboratoriale, si sviluppò quello specifico linguaggio definito sin dai primi numeri della rivista, che caratterizzò dei veri e propri manifesti programmatici per merito dei quali la Secessione viennese è oggi universalmente conosciuta. Ogni numero doveva essere un’opera d’arte con la funzione di rappresentare perfettamente gli ideali secessionisti partendo anzitutto dallo specifico formato quadrato, un’immagine geometrica molto amata da G. Klimt. La pubblicazione si distinse anche per l’attenzione alla formulazione degli scritti con l’uso di parole adeguate per permettere all’arte di divenire Allgemeingut – bene comune, ossia patrimonio di tutti senza distinzione, con testi comprensibili al fine di avvicinare all’espressione artistica tutti coloro che ne avessero avuto il desiderio.

Il bacio – L’opera di Gustav Klimt, 1918, a cura di Hugo Heller, op. n. 41 – Collezione Silvestri – https://museodisalo.it/

Un nuovo Collezionismo per una nuova Arte

Questa creatività attirerà l’attenzione di un nuovo collezionismo, incuriosito dalle potenzialità di una tecnica in grado di riprodurre mirabilmente capolavori di grandi artisti. Ed è nella Vienna già leggendaria dei primi anni del ‘900, nel terreno culturale e dell’arte, nell’atmosfera scintillante della città imperiale, che si costruisce il mito. Oggi quel periodo, a Vienna, viene spesso definito l’era di Klimt.

Studio per Danae – Gustav Klimt. Venticinque disegni, a cura di Gilhofer & Ranschburg, 1919, op. n. 8 –
Collezione Silvestri – https://museodisalo.it/

Gustav Klimt nacque a Baumgarten, all’epoca ancora un sobborgo di Vienna, in Austria, il 14 Luglio 1862 e morì a Vienna il 6 Febbraio 1918. Raggiunse traguardi artistici ed economici quando ancora era studente d’accademia e quando già, prima della fine del secolo, si era liberato dalle insofferenze della sua formazione per sviluppare quello stile assolutamente personale, che avrebbe marcato tutta un’epoca.

La Vergine – L’opera di Gustav Klimt, 1918, a cura di Hugo Heller, op. n. 42 – Collezione Silvestri – https://museodisalo.it/

Il segno inconfondibile di un grande Maestro

Il grande Maestro, dal segno inconfondibile, profuse in tutte le opere ricchezza di significati e quel fascino evolutosi dall’ineccepibile stile accademico. Nei primi anni del 1900, la sua pittura propose via via le caratteristiche con cui ottenne l’immensa notorietà che lo rese una figura di culto, simbolo dello Jugendstil viennese, tra i fondatori e primo presidente della Weiner Secession. La Secessione nacque per rivitalizzare il mondo dell’arte, promuovere esposizioni migliori affinché fossero più originali, sedi funzionali per presentare le opere dei propri aderenti per farle conoscere ai cittadini di Vienna e contemporaneamente diffonderle all’estero.

Le amiche – Gustav Klimt. Una retrospettiva, a cura di Max Eisler, 1931, op. n. 1 – Collezione Silvestri – https://museodisalo.it/

Un successo senza precedenti

Fu un successo sorprendente! Fin dalla prima, le numerose esposizioni organizzate dalla Secessione ottennero una straordinaria attenzione con una grande affluenza di pubblico. Il denaro raccolto dalle prime tre mostre permisero di finanziare il Padiglione della Secessione a Vienna, progettato dall’Architetto Joseph Maria Olbrich (Troppau, Repubblica Ceca, 22 Dicembre 1867 – Dusseldorf, Germania, 8 Agosto 1908); il motto scolpito sopra l’ingresso principale affermava:

Ad ogni tempo la sua arte, ad ogni arte la sua libertà

Dal fregio Stoclet. L’abbraccio – Gustav Klimt. Una retrospettiva, a cura di Max Eisler, 1931, op. n. 17 –
Collezione Silvestri – https://museodisalo.it/

Gli artisti erano coscienti e convinti di dover offrire al pubblico progetti espositivi d’élite secondo un concetto di opera d’arte globale coerente con il tempo, con il nuovo spazio espositivo e la Ver Sacrum, voce dell’associazione che, per merito dei contributi grafici e letterari di associati e ospiti, portò l’arte del libro a livelli mai prima raggiunti.

Dal fregio Stoclet. L’Attesa – Gustav Klimt. Una retrospettiva, a cura di Max Eisler, 1931, op. n. 12 –
Collezione Silvestri – https://museodisalo.it/

Klimt uscì dalla Secessione nel 1906. Dopo il tempo dell’oro, dei grandi ritratti femminili decorativi, dello sviluppo delle forme stilistiche idiosincratiche che caratterizzarono i lavori della maturità, fu infine il tempo dei paesaggi poetici e di giardini misteriosi dipinti su superfici quadrate di grande formato.

Campo di papaveri – Gustav Klimt. Una retrospettiva, a cura di Max Eisler, 1931, op. n. 5 – Collezione Silvestri – https://museodisalo.it/

L’artista visse principalmente a Vienna, ad eccezione di un periodo estivo che trascorse soprattutto sull’Attersee, un lago situato nell’Alta Austria, nella casa della ricca famiglia della sua compagna Emilie Louise Flöge (Vienna, Austria, 30 Agosto 1874 – Vienna, Austria, 26 Maggio 1952), a cui fu legato per molti anni con un rapporto mai esclusivo. Il mattino dell’11 Gennaio 1918, rientrato da un viaggio in Romania, un ictus lo rese parzialmente paralizzato. Trascorse tre settimane in ospedale senza ottenere un significativo recupero a causa del fisico troppo indebolito e, infine, colpito da una polmonite dovuta all’epidemia di influenza spagnola, morì dopo un mese di agonia, il successivo 6 Febbraio.

La vita è una battaglia – L’opera di Gustav Klimt, 1918, a cura di Hugo Heller, op. n. 20 – Collezione Silvestri – https://museodisalo.it/

Parrebbe evidentemente l’amore di Klimt per le zone lacustri. Nel 1903, anno i cui si recò due volte a Ravenna, giunse per la prima volta sul Lago di Garda. Si trattò di una visita lampo, dato che vi rimase soltanto due giorni in occasione di un viaggio organizzato a tappe, tuttavia qualcosa in quelle giornate lo colpì profondamente. Il fascino del paesaggio visibile dalle sponde del Lago e la bellezza del territorio, caratterizzato da un succedersi di piccoli borghi lungo le strade che costeggiano i lati dello specchio d’acqua più esteso d’Italia, lo incantò a tal punto da essere sopraffatto dal desiderio di tornare.

Malcesine sul Garda – Gustav Klimt. Una retrospettiva, a cura di Max Eisler, 1931, op. n. 7 – Collezione Silvestri – https://museodisalo.it/

Fu così che dieci dieci anni dopo, nel 1913, vi fece ritorno per un soggiorno d’Estate, dal 25 Luglio all’11 Settembre. Si recò prima a Malcesine sulla sponda veronese e da lì si spostò a Tremosine sulla sponda bresciana, oggi parte de I borghi più belli d’Italia. In quella località, perfettamente di fronte a Malcesine, dipinse due paesaggi: Malcesine e la Chiesa di Cassone, con l’aiuto di un potente strumento ottico.

Pallade Atena – L’opera di Gustav Klimt, 1918, a cura di Hugo Heller, op. n. 29 – Collezione Silvestri – https://museodisalo.it/

KLIMT. Grafica d’Arte al MuSa di Salò accoglie opere a stampa del grande maestro sulla stessa sponda in cui soggiornò nel 1913; un immaginario ritorno sul Lago di Garda per esporre nella sede della Civica Raccolta del Disegno, alcune bellissime riproduzioni che crearono la radicale diffusione dell’arte a cui aveva da sempre anelato. A Vienna, il costante perfezionamento delle moderne tecniche di stampa, determinò l’affermarsi di un procedimento che arrivò a garantire risultati eccellenti nella riproduzione di lavori eseguiti sia di maestri antichi che contemporanei, caratterizzate da una sorprendente fedeltà ai colori originari. Il merito è da attribuire all’Imperial Regia Stamperia Austriaca nella quale l’operatività di abili stampatori concorsero alla perfezione tecnica indispensabile per realizzare L’opera di Gustav Klimt.

Amore Allegories new series, 1896 – 1900, Litografia – Klimt Foundation, Vienna –
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Il percorso espositivo si snoda secondo criteri cronologici e tematici e accoglie il pubblico con due opere provenienti dalla Klimt Foundation di Vienna la Litografia a colori Amore (1895) e l’Eliografia Speranza II (Visione), a cui seguono il disegno originale eseguito con Colore Rosso di Donna con violoncello, 1906-1907 (Coll. F. Silvestri) e oltre sessanta collotipie appartenenti a tre cartelle.

Prima Cartella
Das Werk von Gustav Klimt (L’opera di Gustav Klimt), 1918. A cura di Hugo Heller con N. 50 collotipi. Edizione Hugo Heller Kunstverlag, Wien-Leipzig – Stampa K. K. Hof-und-Staatsdruckerei.
Cinquanta stampe in bianco e a colori dall’altissima qualità grafica e di diversa dimensione, applicate su cartoncino fatto a mano e leggermente impresso, raffiguranti dipinti eseguiti tra il 1898 e il 1913. Alla base della tavola, al centro è stampato, in giallo-oro un simbolo appositamente disegnato da Klimt, ognuno con un soggetto diverso.

Seconda Cartella
Gustav Klimt. Fünfundzwanzig Handzeichnungen (Gustav Klimt. Venticinque disegni), 1919. A cura di Gilhofer & Ranschburg, con N. 25 collotipi. Edizione Hermann Gilhofer & Hermann Ranschburg – Stampa Buchdruckrei Carl Fromme, Wien.
Riproduzioni di venticinque disegni inseriti in passepartout sul quale in basso al centro è stampato a secco il numero progressivo. Sono studi di ritratti o figure intere di soggetto femminile, stampati in nero e alcuni con colorazioni in bianco, in rosso o in blu. Tutti i disegni riportavano a stampa la firma di Gustav Klimt o Gustav Klimt Nachlass.

Terza Cartella
Gustav Klimt. Eine Nachlese (Gustav Klimt. Una retrospettiva), 1931. A cura di Max Eisler, con N. 30 collotipi. Edizione e stampa Osterreichische Staatsdruckerei, Wien.
Stampe in bianco e nero e a colori di diversa dimensione applicate su cartoncino fatto a mano e raffiguranti celebri dipinti. Alla base di ogni tavola la numerazione impressa in oro. La cartella contiene il collotipo di una veduta di Malcesine sul Garda a colori (nella cartella Heller è contenuto quello della stessa opera color seppia) di un dipinto che scomparve dopo il 1945 e di cui non si ebbero più notizie.

Salomè – L’opera di Gustav Klimt, 1918, a cura di Hugo Heller, op. n. 19 – Collezione Silvestrii – https://museodisalo.it/

L’importanza della cura di un’esposizione

Questa bella e ben curata esposizione (il MuSa ci sta abituando ad occasioni da non perdere), sottopone all’occhio del visitatore una selezione di documenti d’arte che permettano di conoscere anche gli elaborati procedimenti a stampa tratti dai capolavori eseguiti dall’artista. Delle tre cartelle solo la prima venne realizzata sotto la direzione artistica di Klimt, l’ultima, a oltre un decennio dalla morte, è la dimostrazione dell’ininterrotta attrazione suscitata dalla sua opera. Le raccolte sono rappresentative dell’altissima qualità grafica delle riproduzioni ottenuta dalla Imperial Regia Stamperia di Corte e di Stato di Vienna, un valore estetico indirizzato a specialisti e appassionati delle sue opere, ma anche agli stessi collezionisti delle tele a olio, alcune delle quali mai più recuperate.

Bisce d’acqua, I – L’opera di Gustav Klimt, 1918, a cura di Hugo Heller, op. n. 9 – Collezione Silvestri – https://museodisalo.it/

L’alta qualità delle stampe la si può comprendere esattamente allo stesso modo in cui si comprende il più alto valore di un’opera dipinta: osservandola dal vero.

«Chi vuole sapere di più su di me, cioè sull’artista, l’unico che vale la pena conoscere, osservi attentamente i miei dipinti per rintracciarvi chi sono e cosa voglio.»

Nel movimento secessionista l’arte grafica, intesa soprattutto come arte tipografica, era una disciplina con la quale è nata la raffinata rivista Ver Sacrum e gli straordinari manifesti, ideati affinché fossero gli strumenti più adatti a trasmettere: «un’arte per tutti»: educatrice della bellezza. La grafica di Klimt è libera ed egli è in grado, con il disegno, di esprimere la potenza del proprio universo artistico; segno e colore non rispondono a nessun fine commerciale e si scagliano contro una società:

«popolata da mercanti che si spacciano per artisti e che hanno interesse ad impedire che l’arte si levi e sviluppi», «che sentono la propria esistenza minacciata dalla mera presenza delle cose belle, e a ragione perché il bello serve in ultima analisi ad estirpare pian piano la loro vile razza». (Bahr H. 1898). Bahr Hermann (Linz, Austria, 1863 – Monaco, Germania, 1934).

La casa nel giardino (o del guardiaboschi) – Gustav Klimt. Una retrospettiva, a cura di Max Eisler, 1931, op. n. 9 –
Collezione Silvestri – https://museodisalo.it/

Parole forti per sottolineare quanta importanza egli attribuisse anche alle stampe tipografiche, con le quali raccolse più ampiamente l’amore verso il suo lavoro di pittore e disegnatore, e che concorsero ad aumentare l’ampia stima a lui riconosciuta. La straordinaria fortuna di Klimt si deve al prepotente fascino dell’opera e ad una personalità capace di comprendere il pensiero del suo tempo con tenacia e abilità di seduzione. I suoi dipinti furono il frutto di meditazioni intellettuali, accurata progettazione ed estrema precisione; i disegni colpirono per l’immediatezza e la spontaneità formale, e i fogli di stampa sarebbero divenuti senza tempo, sempre attuali, inconfondibili, come espressione convincente dei sentimenti, degli impulsi, di un pensiero sicuro dell’intenzione di essere sì spontaneo, ma immortale.

Klimt – Ph. by Moriz Nahr – Courtesy – https://www.klimt-foundation.com/en/https://museodisalo.it/

Che cos’è un Collotipo
Complesso e raffinato processo di riproduzione grafica inventata dall’ingegnere e chimico Alphonse Poitevin nel 1855 e perfezionata da Joseph Albert, il collotipo permise di ottenere stampe su carta di altissima definizione, con particolare morbidezza del segno e ampia possibilità di passaggio tonale. Gli elementi primari del processo sono il negativo fotografico dell’opera d’arte da stampare – Klimt si affida all’amico fotografo Moritz Nähr – e una matrice costituita da lastra di vetro o cristallo sulla quale viene steso uno strato uniforme di gelatina al bicromato di potassio. La lastra, sovrapposta al negativo, successivamente impressionata alla luce e sviluppata in acqua, diviene così la base sulla quale procedere con l’inchiostratura manuale a spatola seguendo fedelmente l’intensità e i contrasti di colore originali dell’opera: le parti non impressionate rifiutano l’inchiostro, mentre le altre lo trattengono e spiccano in rilievo. I fogli stampati su tale matrice sono, per motivi tecnici, in misura assai limitata – in media non più di trecento – e costituiscono dei veri capolavori per qualità e raffinatezza. La loro rarità è aumentata nel tempo sino a farne oggetti di altissimo collezionismo.

INGRESSO E ORARI
Fino al 30 novembre 2025 da martedì a domenica h 10-18
1 dicembre 2025 – 6 gennaio 2026 da venerdì a domenica h 10-18
APERTURE STRAORDINARIE Lunedì 21 aprile, lunedì 8 dicembre, martedì 6 gennaio
INGRESSO
Intero 9 € – Ridotto 7 € – Ridotto ragazzi 5 € – Gruppo 15-35 persone 7 € – Scuole 5 €
Elenco completo riduzioni e categorie esentate dal pagamento: www.museodisalo.it
PRENOTAZIONI
0365 20553 | info@museodisalo.it
Prenotazioni gruppi: info@museodisalo.it | 3389336451

Immagine in evidenza: Bisce d’acqua II – L’opera di Gustav Klimt, 1918, a cura di Hugo Heller, op. n. 39 – Collezione Silvestri.

Le immagini fotografiche pubblicate in questo articolo scritto per la testata giornalistica digitale ReWriters, è stata autorizzata: Ufficio Stampa: Bianca Martinelli I BIANCA etc. Mobile 349.0863743 – Email info@biancaetc.it – www.biancaetc.it

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