Maddaloni, città intrisa di storia, si prepara a una trasformazione radicale. La Biennale AMA (Arte + Maddaloni + Architettura), dal 28 marzo al 21 aprile 2025, invita artisti e architetti internazionali a ridefinire gli spazi urbani, innescando una riflessione: come cambierà il volto di questa comunità?

Come possiamo ‘ri-abitare’ la nostra città? Questa domanda, apparentemente semplice, racchiude in sé una sfida complessa e affascinante.

Non si tratta solo di occupare fisicamente gli spazi urbani, ma di reinterpretarli, riappropriarsene a livello emotivo e culturale, e infondere nuova vita in luoghi che troppo spesso diamo per scontati.

In un’epoca di rapidi cambiamenti e trasformazioni sociali, l’arte e l’architettura si pongono come strumenti potenti per stimolare questa riflessione, invitandoci a riscoprire l’anima dei nostri centri urbani e a immaginare nuovi modi di vivere la comunità.

Luoghi di AMA Biennale, Maddaloni, Convitto Nazionale Giordano Bruno

Maddaloni polo di produzione artistica

L’obiettivo è ambizioso: trasformare Maddaloni in un polo di produzione artistica e architettonica contemporanea, rilanciando l’immagine della città e promuovendo sviluppo culturale ed economico.

Ma la Biennale non è solo esposizione, è un tentativo di riqualificazione profonda.

“AMA – Biennale di arte ed architettura, rappresenta per la mia città una straordinaria occasione di rinascita culturale e sociale e ha l’obiettivo di mettere in vetrina il grande patrimonio artistico e culturale di Maddaloni, affinché innanzitutto i maddalonesi se ne riapproprino, orgogliosi delle proprie radici e delle proprie tradizioni. Con questa operazione, basata sul connubio tra cultura e rigenerazione urbana, siamo convinti di innescare sul territorio un processo virtuoso, in grado di rinsaldare le ragioni della legalità con la bellezza delle nostre emergenze storiche e architettoniche, nel ricordo mai sopito della figura di Franco Imposimato, vittima innocente della barbarie mafioso-camorristica.

Da tali premesse deriva la decisione di investire in questo progetto, che mira ad accogliere artisti e visitatori in un contesto di ospitalità ed amicizia. Anche perché crediamo nella forza evocativa dell’arte ed in una politica che ad essa si ispiri, soprattutto al fine di fornire alle nuove generazioni nuovi e suggestivi strumenti per concepire ed interpretare il mondo. 

Con AMA – Biennale di Arte e Architettura – noi intendiamo favorire la piccola grande rivoluzione sociale e culturale del nostro territorio, utilizzando il potere rigenerativo dell’arte, la forza della cultura ed il fascino della bellezza.” – spiega Andrea De FilippoSindaco di Maddaloni.

Dialogo tra artisti e architettura

Come dialogheranno gli artisti con l’architettura esistente? Come le installazioni site-specific inviteranno il pubblico a una nuova interazione con la città? E quali narrazioni emergeranno dalle opere esposte?

AMA si propone di innescare una trasformazione culturale, riscoprendo l’identità di Maddaloni, valorizzando il suo patrimonio storico e proiettandola verso il futuro. Si auspica che le installazioni stimolino creatività e partecipazione attiva, riappropriandosi degli spazi urbani e immaginando nuove possibilità per il futuro.

La Biennale AMA rappresenta un esercizio di socio-semiotica applicata allo spazio urbano. Attraverso installazioni e performance, gli artisti rileggono e riscrivono i segni e i simboli che definiscono l’identità di Maddaloni.

Ogni opera diventa un atto di significazione, un tentativo di reinterpretare la storia e la memoria collettiva, invitando la comunità a ripensare il proprio rapporto con i luoghi. In questo processo, l’arte non è solo ornamento, ma strumento di trasformazione sociale.

Gli artisti sono chiamati a dialogare con l’architettura, creando un connubio tra passato e presente. Le opere riveleranno storie nascoste, mettendo in luce la bellezza dei luoghi e le memorie del passato, immaginando nuovi scenari e dando voce alle aspirazioni della comunità.

Si tratta di creare nuovi “testi” urbani, che interpellano il pubblico e lo invitano a “leggere” la città in modo diverso. Un’occasione per imparare ad “abitare” i luoghi, non solo fisicamente, ma anche simbolicamente, riappropriandosi del loro significato e immaginando nuove possibilità per il futuro.

La Biennale promuove un dialogo interdisciplinare, un ponte tra passato e futuro. Quale linguaggio comune esplorerà le visioni future per Maddaloni? Come si fonderanno arte, architettura e design in questo percorso artistico diffuso? AMA, erede della tradizione locale, si proietta nel futuro: quale impronta duratura lascerà sulla città?

Fulcro della manifestazione è la grande mostra ospitata nel monumentale Complesso del Convitto Nazionale “Giordano Bruno”, sotto la volta barocca che custodisce la più ampia tela dipinta sospesa al mondo che riprende il titolo di AMA 2025 “Nuovi racconti (per il futuro)”. L’allestimento, curato da Simona Ottieri e Concetta Tavoletta, riunisce le opere di circa settanta autori italiani e internazionali – architetti, designer, illustratori, fotografi – che riflettono sul progetto come strumento di rigenerazione sociale e territoriale. Tra disegni, modelli e fotografie prende forma un racconto corale che intreccia realismo e visione, attenzione al presente e sguardo sul futuro.

Inaugurazione di AMA Biennale, Maddaloni, Convitto Nazionale Giordano Bruno; foto Ljdia Musso

Nel cortile del Convitto, l’installazione site-specific “In stato di grazia”, ideata dalla paesaggista Annalisa Metta insieme al filosofo Felice Cimatti, sospende nell’aria una costellazione di figure dorate evocando ex-voto e immagini simboliche.

Il Museo Civico ospita il secondo polo espositivo della Biennale, con la mostra “Nuovi racconti. Quando l’antico e il presente si abbracciano”, dove opere contemporanee di Studio17, Astrid Luglio, Elena Cutolo e BRH+ dialogano con le collezioni storiche del museo. Sempre qui, la mostra “Maddaloni velata” del fotografo Pasquale Carangelo propone uno sguardo intimo e sospeso sul territorio.

Il percorso espositivo si estende nel centro storico di Maddaloni: nella Chiesa di San Giovanni e nella Cappella Congrega Ipogea con Francesco Jodice e Adrian Paci: Le loro videoinstallazioni nella Chiesa di San Giovanni esplorano la “bellezza dimenticata” del luogo: quale contemplazione attende il pubblico?

Ogni creazione invita a un’esperienza immersiva e sensibile:

  • Lo stendardo femminile e simbolico di Albanova: un’opera che rilegge il culto di san Michele in chiave femminile.
  • Due arazzi laici: evocazioni di un futuro possibile, intrecciando arte tessile e visione.
  • “Vela Celeste”: una riflessione urbana e politica, che indaga le ferite del tessuto sociale.
  • Pitture su vetro: reinterpretazioni del sacro, tra ironia e devozione, che illuminano la tradizione con una luce nuova.

Il 28 marzo, l’inaugurazione della mostra si è arricchita della performance musicale “Vela Celeste”, firmata da Vatieri, Antignani e Francesco Addati.

L’opera trae ispirazione dal tragico crollo della Vela Celeste a Scampia nel luglio 2024, trasformando il dolore in un linguaggio universale che invita alla memoria e alla riflessione.

Questo progetto, quindi, si dimostra essere un momento di forte impatto emotivo e di grande attualità, che coinvolge l’ascoltatore in un viaggio introspettivo, volto ad analizzare le tematiche sociali, e della perdita, tramite l’arte.

Francisco Bosoletti: Il suo murale “Senza Riparo” in piazza Matteotti collega reperti storici e futuro: quale futuro immagina per Maddaloni?

L’opera di Bosoletti rappresenta il primo passo verso un percorso di riscoperta dell’identità locale attraverso il filtro dell’arte contemporanea.

Il murales, con il suo volto enigmatico e la sua atmosfera sospesa, diventa un simbolo di trasformazione, una metafora visiva di una città che si trova in bilico tra un passato da preservare e un futuro tutto da costruire. Dopo aver esplorato Maddaloni e le sue storie nascoste, l’artista ha voluto creare un’opera che parlasse del tempo e delle radici profonde di questa terra, ma con lo sguardo rivolto al domani.

AMA invita a riflettere sul potenziale di trasformazione di Maddaloni: quale futuro si realizzerà attraverso l’arte?

Maddaloni, attraverso la Biennale AMA, ha l’opportunità di reinventarsi, di trasformarsi in un laboratorio vivente di rigenerazione urbana. Il successo dell’evento dipenderà dalla capacità di affrontare le sfide in modo inclusivo, sostenibile e sensibile al contesto locale, trasformando le potenziali criticità in punti di forza per il futuro della città.

La Biennale delle Arti AMA (Arte + Maddaloni + Architettura) è un progetto promosso dal Comune di Maddaloni, curato da Luca Molinari, architetto, professore ordinario di Teoria e Progettazione architettonica presso l’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”. Si avvale delpatrocinio della Regione Campania e del Consiglio Regionale della Campania. È organizzata con la collaborazione e il supporto del Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale, Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, dell’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori della provincia di Caserta, dell’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori della provincia di Napoli. Si ringrazia il FAI Campania.

La prima edizione coinvolge, tra gli altri, 30 autori campani, 12 collettivi e 15 studi professionali e artisti provenienti da Argentina, Austria, Colombia, Danimarca, Francia, Germania, Libano, Olanda, Regno Unito, Turchia e Ungheria.

Gli artisti: Teresa Antignani, Roberto Amoroso,Francisco Bosoletti, Matilde Cassani, Roberto Cesaretti, Roberto di Alicudi, Antimo Matano, Adrian Paci, Fabrizio Vatierii fotografi: Mario Ferrara, Francesco Jodice, Filippo Romano; gli illustratori Mauro Bubbico e  Mario Trimarchi;idesigner: Elena Cutolo, Astrid Luglio, Caterina Sbrana e Gabriele Mallegni (Studio17),Studio Ossidiana.

Gli architetti: aidnastudios, Carmen Andriani, Archea associati, Carmelo Baglivo, Claudio Bertorelli (Aspro Studio), Gianfranco Bombaci e Matteo Costanzo (2A+P/A), Brarbara Brondi e Marco Rainò (BRH+),Lorenzo Capobianco, Renato Capozzi, Pasquale Carangelo, Orazio Carpenzano, Gianluca Cioffi, Maria Claudia Clemente e Francesco Isidori (Labics),Michele De Lucchi, Corrado Di Domenico, ĒTER, Alberto Ferlenga, Adam Nathaniel Furman, Luca Galofaro, Cherubino Gambardella, Maria Gelvi, Alfonso Giancotti, Matteo Ghidoni (Salotto Buono), Alberto Iacovoni (ma0), Fabrizia Ippolito e Ilenia Mariarosaria Esposito, Johansen Skovsted arkitekter, Bernard Khoury, Ugo La Pietra, Luca Lanini, Francesco Librizzi, Sara Marini, Antonio Martiniello (Keller Architettura), Giancarlo Mazzanti (El Equipo Mazzanti), Donatella Mazzoleni, Annalisa Metta e Felice Cimatti, Valerio Morabito, Simona Ottieri, Angela Palumbo e Luisa Parisi, Paradigma Ariadné, Pietro Carlo Pellegrini, Ippolito Pestellini Laparelli (2050+), Périphériques Architectes, Marco Pignetti, Carmine Piscopo e Daniela Buonanno, Efisio Pitzalis, Franco Purini, raumlabor, Angelica Sylos Labini e Nicola Russi (Laboratorio Permanente), Salon Alper Derinbogaz, Maria Antonietta Santangelo, Beniamino Servino, Studio L A, Superflex con KWY.studio, Concetta Tavoletta, Marina Tornatora e Ottavio Amaro, Zeynep Tumertekin, Federica Visconti, We Made That.

Info e aggiornamenti del programma su www.amamaddaloni.it

Tutti gli eventi in calendario sono gratuiti.

AMA – Biennale delle Arti per la Rigenerazione della Città di Maddaloni è aperta al pubblico dal 28 marzo al 21 aprile in tutti i fine settimana dal venerdì alla domenica (ivi compreso lunedì in albis 21 aprile, che chiuderà la prima edizione della rassegna).

Dal lunedì al giovedì sarà possibile prenotare per visitare le Mostre di AMA inviando una mail a calatia@hotmail.it

Condividi: