Mike Garson è un Signor pianista americano, d’origini jazzistiche, che ha suonato con David Bowie dal vivo per tanti anni (oltre mille concerti in giro per il mondo), oltre ad incidere con lui diversi album, a partire da “Aladdin Sane” (1973).

Pochi giorni fa Mike Garson si è manifestato pubblicamente, in risposta alla newsletter di Bob Lefsetz (grande esperto musicale americano) che aveva scritto un pezzo molto interessante su David Bowie. Chiaramente Garson era stato tirato in ballo in questa occasione: basta ascoltare il suo assolo di piano nel brano Aladdin Sane per capirne la grandezza e intuire quanto è stato importante per Bowie aver accanto per anni un musicista così.

Nella risposta a Lefsetz, oltre a ringraziarlo per l’analisi fatta, Mike Garson dichiara di saperne pochissimo di Rock’n’Roll, avendo studiato pianoforte classico dai 7 ai 14 anni, per dedicarsi al jazz subito dopo aver ascoltato Dave Brubeck, André Previn, Bill Evans, John Coltrane, Miles Davis e altri giganti. Suonando jazz, Garson collaborò con Annette Peacock e quando Bowie chiese a lei di unirsi al suo gruppo, Peacock declinò l’invito, che passò a Garson, conosciuto per caso.

In quel momento, Mike Garson neanche sapeva chi fosse Bowie, che era già esploso con Space Oddity nel 1969, poi con The Man Who Sold The World (1970), Hunky Dory (1971) e The Rise and Fall of Ziggy Stardust and The Spiders from Mars (1972), mica bruscolini!
Quel primo incontro – racconta Garson – iniziò con otto settimane d’ingaggio, poi è durato per la bellezza di 20 album registrati insieme e un migliaio di concerti. Dopo il chitarrista Mick Ronson, Garson è stato uno dei principali riferimenti musicali per quasi tutta la carriera di Bowie post-1973.
Mike Garson cita anche una battuta di Bowie, riportata da un giornale inglese durante il tour del 1973: “Mike è il migliore pianista rock del mondo perché non suona rock”
Dopo ha suonato (tra gli altri) con Smashing Pumpkins, Billy Corgan, Nine Inch Nails, ha collaborato con Trent Reznor per le sue colonne sonore, ma nulla è paragonabile all’apporto dato a Bowie.

Pochi sanno – e lui se ne lamenta un po’ – che Garson è un prolifico compositore di musica classica: oltre cinquemila titoli nel suo catalogo, alcuni dei quali vengono eseguiti dal vivo da (pochi) pianisti in giro per il mondo. Il paragone, un po’ estremo, è con il lavoro di Ennio Morricone, grande compositore, arrangiatore, trombettista, noto principalmente per le sue colonne sonore cinematografiche, per i premi vinti, crucciato perché il suo lavoro di compositore serio non veniva apprezzato abbastanza, addirittura non veniva riconosciuto.

Mike Garson, per tutta la vita, è stato principalmente il pianista di Aladdin Sane (strepitoso il suo assolo free, pieno di citazioni colte, punto di partenza della fase più sperimentale del suono di Bowie), tutt’al più quello di Young Americans (accompagnamento, eccellente, molto più tradizionale). Stop. C’è un libro di Clifford Slapper che narra la sua storia: Bowie’s Piano Man – The Life of Mike Garson.

Dalla prematura scomparsa di Bowie il 10 gennaio 2016, Mike Garson ha portato in tour la musica del suo amico e collega con altri musicisti che hanno accompagnato Bowie: si sono fermati solo a causa della pandemia. Ora Garson sta lavorando 15 ore al giorno tra arrangiamenti e missaggi ad un progetto, che verrà realizzato il prossimo 8 gennaio 2021, in occasione del compleanno di David Bowie: un concerto lungo 24 ore, in streaming, A Bowie celebration… just for one day, con la partecipazione di oltre 60 fra musicisti e cantanti, ex collaboratori di Bowie (Carlos Alomar, Omar Hakim, Earl Slick, Tony Visconti), amici (Gary Oldman), giovani artisti, tutti profondamente influenzati dall’artista che fu. Si andrà da Ian Hunter a Billy Corgan, da Peter Frampton ai Duran Duran, Trent Reznor (NIN), Macy Gray, Ian Astbury, Gail Ann Dorsey, Bernard Fowler, a giovani meno conosciuti. Mike Garson è cosciente del rischio: toccare il repertorio di un artista dalla grande personalità, unico, non sarà facilissimo, la scomunica è in agguato, ciononostante alcuni grandi classici verranno reinterpretati da nuove voci. Brrrr!

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