Nada. La vita in un attimo
Nada è sempre una bravissima cantautrice, ma è anche, se non soprattutto, un’ottima scrittrice. La sua opera più recente "Come la neve di un giorno. Una visione".

Nada è sempre una bravissima cantautrice, ma è anche, se non soprattutto, un’ottima scrittrice. La sua opera più recente "Come la neve di un giorno. Una visione".
Ancora una proposta letteraria che esce dai soliti luoghi comuni della narrativa italiana contemporanea fatta di famiglie, racconti della memoria, romanzi più o meno criminali. Per trovare questa proposta è sufficiente rivolgersi a una scrittrice che probabilmente alcuni faticherebbero a pensare come tale: Nada. Si: Nada Malanima, la ragazza toscana che si esibiva in televisione (!) ormai diversi decenni or sono. Nada Malanima, Come la neve di un giorno, Una visione, pp 128, euro 20,00, edizioni Atlantide.
Da molto tempo Nada non è solo la memoria di sé stessa. E’ sempre una bravissima cantautrice, ma è anche, se non soprattutto, un’ottima scrittrice con al suo attivo ormai quattro libri, tutti per la casa editrice Atlantide.
La sua opera più recente ha per titolo Come la neve di un giorno e per sottotitolo Una visione.
Il sottotitolo racchiude in modo efficace il senso di questo romanzo breve, ma intenso e visionario. Vi si narra infatti di una vicenda che appare e scompare: si “scioglie” come “la neve di un giorno”, ma che è il frutto meraviglioso a volte triste e amaro, altre volte gioioso, di una vera a propria “visione” appunto. Il tempo rapido o forse lunghissimo di una vita. Lo spazio, che forse non esiste, di Villa Incanto il luogo che Nada sceglie per ambientare gli incontri personali della vita di Elba, la sua protagonista.
Villa Incanto è come sospesa. Intorno non vi sono giardini, né alberi ma soffia un vento molto forte che fa muovere figure umane (anime?) che quasi in movimenti di una danza contemporanea entrano in relazione tra loro e con Elba che, da giovane si chiamava Domenica. Alle vicende della vita di Domenica sono dedicati i brani in corsivo del libro che propongono degli sguardi fugaci e intensi sulla sua vita e su quella della sorella Elena.
Il modo di raccontare di Nada si distingue moltissimo dai tanti libri di memorie che occupano i nostri scaffali. Nella sua dimensione realistica prevale la magia, forse addirittura il misticismo nelle riflessioni sull’aldilà.
C’è la gioia di incontrare l’amatissima sorella e il caro padre paziente e amorevole. C’è l’amaro pensiero verso una madre, musicista (!) virtuosa del pianoforte che non l’ha mai veramente amata – piangeva sempre e faceva troppe domande – e forse neanche voluta. Infine c’è il pensiero intenso verso l’uomo che ha più desiderato nella sua vita: Jonathan.
Il frequente riferimento alla natura e la scelta di sottomettere le dimensioni del tempo e dello spazio alle sue esigenze narrative, conferiscono serenità a tutto il romanzo. Emergono cosi le due “radici” artistiche dell’autrice, quella musicale proveniente dalla linea materna, per quanto conflittuale, e quella dell’abilità letteraria, fortemente ascrivibile all’esperienza infantile del rapporto con il padre che investiva molto del suo tempo a raccontare storie.
Si sbaglierebbe però a pensare che i protagonisti del libro siano soprattutto i personaggi appena citati. L’intera narrazione, infatti, parte e ritorna a Elba per celebrare il suo bisogno di amore, la ricerca di senso della vita, il tema della solitudine e della morte, ma soprattutto di ciò che viene dopo, se dopo viene qualcosa.