Ve lo ricordate il paradosso di Zenone con protagonisti Achille e la tartaruga?

A me questa cosa che Achille, per quanto corra velocemente, non raggiungerà mai la tartaruga a cui ha dato un piccolo vantaggio alla partenza, mi ha sempre affascinata. Non che capisca esattamente cosa questo significhi dal punto di vista matematico, ma le implicazioni filosofiche e metaforiche le intuisco.

Così quando ho incontrato questo nuovo libro dell’illustratore David Pintor intitolato Tartaruga vs Lepre. La rivincita, edito da Kalandraka, mi sono subito incuriosita e anche divertita nella lettura, ed ho pensato che avrebbe potuto interessarvi.

La storia si apre nei risguardi con la lepre che, chiacchierando con gli animali del bosco, assicura tutti della sua superiorità, come a dire di avere già in tasca la vittoria, “la tartaruga va molto piano. Te lo posso assicurare”. Questo te della frase sembra che sia rivolta a qualcuno degli animali che la stanno ascoltando, ma in realtà credo sia un bel modo per chiamare sin da subito, prima ancora che la storia prenda il via, il lettore nella storia, quel rivolgersi ad un tu è un rivolgersi al lettore e alla lettrice che così già si fanno un’idea, un pregiudizio su come andrà la gara di corsa tra la lepre e la tartaruga che il titolo ci ha preannunciato.

Fanno una prima gara, la lepre e la tartaruga, la lepre è talmente veloce che si ferma a fare un pisolino, sicura com’è di non poter essere battuta dalla tartaruga, ma ecco che quando arriva al traguardo la tartaruga è lì che aspetta già da un po’ la lepre.

Va da sé che la lepre chiede una rivincita, e poi un’altra e un’altra ancora… la tartaruga continua a vincere e questa volta la lepre si accorge che usa mezzi impropri come aerei e giaguari che le danno un passaggio. Nulla di ammissibile, l’ultima gara si svolgerà in maniera regolare, senza mezzi di trasporto di qualsiasi genere e…. la tartaruga vince ancora ma non vi svelo la fine della storia.

Come nel paradosso di Zenone, giocato qui in maniera assurda e anche truffaldina e ludica, la lepre non riuscirà mai a vincere sulla tartaruga, qui però non c’è di mezzo la matematica ma una tartaruga particolarmente furba e una lepre troppo sicura di sé.

Solo della prima gara non sapremo davvero mai come abbia fatto la tartaruga a vincere sulla lepre, e questo ci permetterà, alla luce della lettura dell’intera storia di fare delle illazioni più che delle inferenze, immaginare possibilità di qualsiasi tipo.

Le tante letture possibili
della storia di David Pintor

Morale della storia? Non saprei, non amo andare a cercare le morali nelle storie tanto più che non credo proprio una storia debba avere una morale! Anzi, credo che le storie debbano avere molti livelli di lettura, tanti spunti interpretabili, tante letture possibili quanti sono i lettori e le lettrici, e mi pare che il libro Tartaruga vs Lepre. La rivincita sia uno di quei testi che ci permette di fare questo gioco di interpretazioni.

Possiamo discutere a lungo su ciò che accade, sulla correttezza della tartaruga e sulla supponenza della lepre o sul valore della furbizia o su tutto quello che vorrete trovare tra il testo e le immagini di questo libro.

Credo che l’importante nei libri, tutti ma forse ancora di più in quelli per bambini e bambine, sia che il lettore trovi il proprio posto nella storia, che essa gli lasci lo spazio per dare le proprie interpretazioni di ciò che accade, che non vi sia un unico senso, un unico punto di vista, una sola cosa da comprendere, una sola morale, tutto predefinito e tendenzialmente in maniera pregiudiziale.

Non vi pare?

A voi cosa piace trovare nei libri?

Condividi: