Fermarsi a osservare le foglie cadute a terra o le rughe del tronco di un albero, un segnale stradale che si intravede appena o i ciuffi d’erba nell’aiuola del parco. E se da queste immagini comuni, nascessero delle storie, dei versi armoniosi e giocosi?

È quello che succede in Occhio ladro, un libro originale e bellissimo, dove la fotografia di Massimiliano Tappari e la poesia di Chiara Carminati si fondono in una narrazione inedita e curiosa.

Edito da Lapis Edizioni e vincitore del premio Andersen 2021, categoria miglior libro fatto ad arte, questo piccolo tesoro riesce a cogliere l’attenzione sia dei bambini che degli adulti. Si rimane incantati dalla musicalità dei versi e, pagina dopo pagina, ci si ritrova a stupirsi e sorridere nello scovare tra le immagini, quei volti, le forme e le sfumature che si legano alle parole. Un connubio tra suono e immagine, due linguaggi differenti che si inseguono e si incontrano, coinvolgendo attivamente il lettore.

In un percorso di 26 fotografie, e altrettanti racconti in rima, Occhio ladro invita a osservare il mondo e a rubare quei particolari che, distratti dalla quotidianità, non riusciamo nemmeno a vedere. Un richiamo alla fantasia, alla ricerca della bellezza in ciò che crediamo scontato, a scoprire la magia che può nascondersi nelle piccole cose.

Ed ecco che i fili della luce sospesi tra cielo e terra, diventano un pentagramma; in un fiore si può vedere il volteggiare di una gonna; nella protuberanza di un ramo d’albero il seno di una donna; in un’ombra riflessa sul muro un elegante signore. E così via, con le infinite possibilità della pareidolìa: la tendenza a ricondurre a forme note oggetti e profili casuali.

Un esperimento narrativo dove le rime e i giochi di parole esaltano le fotografie e viceversa, come se fossero un tutt’uno, il frutto di un processo creativo avvenuto nello stesso momento. Un libro divertente, poetico e necessario perché, una volta chiuso, lascia la voglia di continuare a sperimentare con le immagini e le parole. Diventa spunto per portare avanti, insieme ai bambini, un laboratorio creativo a cielo aperto.

Uscire per la strada e osservare, scattare delle foto e poi costruirci una storia. Un gioco per allenare lo sguardo, lasciare spazio alla creatività, provare la narrazione in forme diverse. Acquisire insomma un occhio ladro, di cui i più piccoli sono potenzialmente maestri. Infine, il titolo è un omaggio ai versi di Marcello Argilli, che racchiudono il significato profondo di questo riuscitissimo percorso:

«Beato chi ha l’occhio ladro / ovunque vede un quadro / e come i pittori / vive rubando forme e colori».

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