Capita solo a me di sentirmi triste, apatica e indifferente durante il periodo natalizio? Sono sicura di no… vi racconto del Christmas Blues.

No, cari lettori, se ve lo state chiedendo non ha nulla a che fare con la decina di CD di musica natalizia che avete in qualche scatola giù in cantina. Si tratta di un sentimento in cui la gioia e l’allegria legate al Natale sono sostituite da malinconia e tristezza. Generalmente, queste emozioni si affievoliscono con il termine delle vacanze natalizie, quando si riprende la routine.

Christmas Blues, la definizione

È una vera e propria depressione natalizia, come la definisce il Gruppo San Donato, che ci porta a provare il nulla davanti alla cosiddetta magia del Natale. E lo so che su Serendipity dovrei parlarvi della piccola felicità quotidiana, ma anche il Christmas Blues può essere letto in questi termini. Finalmente la mia tristezza ha un senso, ha un nome e la sento valida, senza avere sempre l’impressione di essere il Grinch della situazione.

Il sentimento della depressione natalizia mi fa sentire costantemente inadatta, sbagliata, con il cuore di pietra, senza gioia e, improvvisamente investita da moltissimi pensieri negativi e responsabilità che una persona di ventidue anni non dovrebbe avere. Eppure, non riesco a cambiare questa mia condizione da qualche anno, ormai.

Odio il Natale – come riecheggia dalla serie Netflix – o meglio, non il Natale in sé e per sé, per carità. Non sopporto tutti i doveri, i sorrisi forzati e gli obblighi di incontro ancora più forzati. Dicembre è un mese pieno di cose da fare, di persone da vedere, di appuntamenti da programmare e scadenze da rispettare.

Si stima che, purtroppo, circa il 20% della popolazione italiana sia affetta da blues natalizia. Ciò che mi dà speranza è la divulgazione. Su TikTok e Instagram capita spesso di vedere post dedicati proprio a questa nuova emozione o, meglio, questa emozione che, adesso, ha trovato un nome.

Il significato di “Blues

La parola blues ci porta immediatamente a due idee. La prima è quella del colore blu: maestoso, infinito, intenso, nobile, immagine della serenità. Dall’altra parte, però, il blu dà un senso di tristezza e malinconia (infatti, il personaggio della tristezza di Inside Out è proprio blu). La seconda idea è quella della musica blues, nata dagli struggenti canti spiritual africani, che si sentivano nelle piantagioni durante il Diciannovesimo secolo.

 Cosa dice la psicologia?

Il Natale, spesso, ci ricorda tutto ciò che non abbiamo più o che non abbiamo ancora, come persone, eventi e momenti. Può farci sentire in ansia o sotto stress, incapaci di sentirci felici come tutti. Sappi che le tue emozioni sono okay, è okay se non hai voglia di festeggiare, è okay se non vuoi fare regali, è okay se vuoi stare solo con alcune persone”,

afferma la psicoterapeuta Sonia Anna Roffo e aggiunge

“Accetta le tue emozioni, non giudicarti, allenati a stare nel qui ed ora e continua a volerti bene. Non isolarti, non sei solo”.

Ciò che ci fa provare questo sentimento è, per primo, un lutto (più o meno recente), che ci ricorda di non poter più vivere dei momenti felici con le persone care del passato. Altre ragioni possono essere rappresentate da difficoltà economiche e situazioni poco piacevoli in famiglia. Un’altra seria motivazione è il bilancio di fine anno. Sicuramente, tutti noi abbiamo una lista (cartacea o mentale) di obiettivi che avremmo dovuto raggiungere entro la fine di quest’anno. Obiettivi scolastici, lavorativi, economici, affettivi, esperienziali e legati alla nostra persona. Iniziano, così, i rimorsi, le paure, le valutazioni, il rimugino. Ci trattiamo spesso male, siamo troppo autocritici e troppo duri con noi stessi. Mai contenti completamente, mai soddisfatti appieno. Io stessa ho raggiunto la maggior parte dei miei obiettivi annuali e sono felice? No, ovviamente no. Infatti, eccomi qua a scrivere questo pezzo.

Le soluzioni

Gli psicologi parlano chiaro: accettiamo le nostre emozioni ed accogliamole. La nostra tristezza natalizia è valida. Non dobbiamo spiegarla, giustificarla, ignorarla. Facciamo in modo di essere noi stessi, senza impegnarci nel provare e nell’essere ciò che non ci appartiene. Circondiamoci, se vogliamo, delle persone che ci amano, facciamo ciò che ci pace fare, impariamo a dire tutti quei “no” che non riusciamo a proferire, ma anche ad esercitare la gratitudine.

Come stare accanto a chi soffre

Se voi, invece, apprezzate il periodo delle festività natalizie è molto probabile che conosciate qualcuno che, invece, non le sopporta proprio. Ciò che posso consigliarvi, nel mio piccolo, è di non fare sentire questa persona come sbagliata. Se odia il Natale non è colpa sua.

La giovane psicologa Ludovica Feliziani ci invita ad ascoltare chi sta vivendo questo dolore, bisogna esercitare l’empatia. Altro passo importante è evitare di forzare chi soffre a fare qualcosa che non vuole fare: il Christmas Blues non può essere cancellato, ma solo alleviato.

Io stessa passerò le feste in Sicilia con parte della mia famiglia. Non sono sicura se questo grigiore natalizio accennerà a diventare più rosso, ma ci provo. La felicità sta anche nell’accettazione di un dolore.  

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