Oscar 2021: considerazioni, previsioni e possibili sorprese
Facciamo alcune considerazioni e lanciamoci in previsioni sui prossimi Oscar 2021, dal favoritissimo Nomadland alle speranze italiane.
Facciamo alcune considerazioni e lanciamoci in previsioni sui prossimi Oscar 2021, dal favoritissimo Nomadland alle speranze italiane.
Lunedì 15 marzo sono state annunciate le nominations agli Oscar 2021, la cerimonia di premiazione degli Academy Awards avverrà nella notte italiana tra il 25 e il 26 aprile. Tenuto conto delle candidature e visto lo svolgimento della awards season fino ad ora, siamo già in grado di fare alcune considerazioni e di lanciarci in (approssimative ovviamente) previsioni. Se non avete idea di quali siano state le candidature, ve le lascio qua per facilitarvi la lettura di questo articolo.
Le cose da dire sono molte ma andiamo per punti.
Certo ci siamo lasciati alle spalle un anno particolare: la prima, ovvia, considerazione da fare è che la pandemia ha influenzato, oltre le vite di ogni essere umano sul pianeta, il mondo cinematografico sia a livello produttivo e distributivo sia sul piano dei premi e dei concorsi. Diversi Festival non si sono fatti (come Cannes), altri si sono arrangiati in forma digitale, diminuendo quindi la cassa di risonanza delle varie rassegne. I vari ritardi e slittamenti della distribuzione dei film hanno avuto influenze dirette anche relativamente a questi Oscar 2021 che hanno visto un (provvisorio) cambiamento del regolamento sull’eleggibilità e uno spostamento vero e proprio di circa un mese e mezzo della data prevista per le premiazioni (per cercare di ampliare la finestra di uscita dei film e avere più candidati a disposizione). A tutto ciò si somma, come detto in precedenza, che molte major hanno deciso di non distribuire le proprie opere in questo periodo creando un impoverimento del parterre di concorrenti in questa stagione dei premi e dell’anno cinematografico in generale. Come reazione l’interesse di pubblico e stampa risulta fortemente inferiore rispetto a quello di un anno normale (dovuto chiaramente anche agli effetti che la pandemia ha sulla vita di tutti).
E poi venne Netflix… Come logico che sia in un anno in cui i cinema di gran parte del mondo sono stati chiusi, ad approfittarne sono state le piattaforme streaming. Netflix su tutti che ha portato a casa ben 35 candidature. Attenzione però a non attribuire questo risultato unicamente alla pandemia, lo scorso anno l’azienda californiana era arrivata a 24 nominations e in generale è da anni che porta a casa premi vari, stiamo quindi parlando di una tendenza certamente amplificata dalle particolarità del momento ma già presente da anni. Netflix fino a oggi non è riuscita ad aggiudicarsi la statuetta più ambita, quella per il Miglior Film. Come vedremo tra poco non è scontato ci riesca quest’anno, anzi. Anche Amazon con le sue 12 candidature è ben rappresentata in questi Oscar 2021.
Mank è in testa come numero di nomination, ma… c’è un ma! Lo splendido film Mank, di Netflix, diretto da David Fincher, arriverà alla notte degli Oscar 2021 con ben dieci nomination. Non tutto è oro quel che luccica però. A oggi ci sono buone probabilità che l’opera di Fincher faccia una fine simile a The Irishman di Scorsese o a Il Grinta dei fratelli Coen, entrambi dieci candidature senza portare a casa un singolo premio. Sono due i fattori che avvalorano questa tesi: il fatto che a livello di precursor (quei premi che vengono prima degli Oscar e che danno una indicazione della tendenza nella stagione dei premi) sia andato piuttosto male; la mancata candidatura per il montaggio e per la sceneggiatura, quest’ultima scritta dal padre di Fincher prima di morire, un fattore attorno al quale è ruotata buona parte della narrazione e della promozione che si è fatta di Mank. Per quanto mi riguarda, in attesa di precursor più attendibili (ci tornerò dopo), penso che il film di Fincher si porterà a casa al massimo alcuni premi tecnici seppur prestigiosi, come quello per la Miglior Scenografia e magari come Miglior Fotografia.
E gli altri film, da Nomadland a Minari? Dietro a Mank abbiamo sei film che hanno raggiunto le sei candidature complessive: Nomadland, Il Processo ai Chicago 7, Minari, The Father, Judas and The Black Messiah e Sound of Metal. Questi, insieme a Mank e a Una Donna Promettente compongono anche la lista degli otto candidati a Miglior Film, il premio più prestigioso. Si segnalano anche cinque nomination per Ma Rainey’s Black Bottom, tre per Una Notte in Miami e tre per il film d’animazione della Pixar Soul.
Ma quali sono i favoriti nelle categorie di miglior film e miglior regista? Oggi il favorito al premio come Miglior Film è senza dubbio Nomadland di Chloé Zhao che, a partire dal Leone d’Oro vinto all’ultimo Festival di Venezia, non si è più fermato acquistando un consenso unanime di mese in mese compreso il successo ai Golden Globe. A (in)seguire abbiamo Il Processo ai Chicago 7, film Netflix di Aaron Sorkin però indebolito dalla mancata menzione nella categoria di Miglior Regista. È proprio in quest’ultima categoria che abbiamo avuto sorprese e notizie, se vogliamo, positive. Innanzitutto il record di due donne candidate, Chloé Zhao e Emerald Fennell (Una Donna Promettente). La stessa regista di Nomadland è anche la prima donna a raggiungere le 4 nominations in un’unica edizione: regista, co-produttrice (e quindi a Miglior Film), sceneggiatura e montaggio. In loro compagnia ci sono David Fincher, l’americano di origine coreana Lee Isaac Chung e un’altra grande sorpresa, il danese Thomas Vinterberg per Un Altro Giro, opera candidata a Miglior Film Internazionale.
Volendo fare previsioni a oggi vedo quasi scontato il premio a Chloé Zhao come Miglior Regista e Nomadland altamente favorito come Miglior Film. In caso i due premi vengano splittati, insieme al premio alla Zhao non escludo che la statuetta al Miglior Film vada a Il Processo ai Chicago 7. In ottica sorprese teniamo d’occhio Minari.
Ma ora parliamo degli attori: sui protagonisti le sorprese son state poche. Dal versante maschile confermati i nomi di Riz Ahmed (Sound of Metal), Steve Yeun (Minari), i due grandi inglesi Anthony Hopkins (The Father) e Gary Oldman (Mank). Il quinto nome è il grande favorito di questa edizione, il compianto Chadwick Boseman scomparso a 43 anni poco più di sei mesi fa. A prescindere dall’effetto emotivo che comporta un eventuale Oscar postumo, la sua interpretazione in Ma Rainey’s Black Bottom è di altissimo livello. Per tipologia del personaggio, forza e qualità sarebbe stato in ogni caso in zona premi. Anche per quanto riguarda le attrici protagoniste non ci sono sorprese da annotare. Presenti Frances McDormand (Nomadland) alla sua sesta nomination a cui si aggiunge anche la candidatura come co-produttrice del film; Viola Davis per Ma Rainey’s Black Bottom, alla quarta candidatura (allunga il record di attrice afroamericana più candidata); l’esordiente Andra Day nel ruolo di Billie Holliday in The United States vs. Billie Holiday; Vanessa Kirby nel film Netflix Pieces of a Woman. Chiude le fila la straordinaria Carey Mulligan in Una Donna Promettente, a oggi sono lei e la McDormand a contendersi questo premio.
Sul versante degli interpreti non protagonisti maschili abbiamo avuto le vere sorprese di queste nomination agli Oscar 2021. Oltre ai pronosticati Sacha Baron Cohen per Il Processo ai Chicago 7 e Leslie Odom Jr. per One Night in Miami ecco anche Paul Riaci per Sound of Metal ma, soprattutto, la doppia candidatura per Judas and the Black Messiah con Daniel Kaluuya e Lakeith Stanfield. Sorpresa perché Stanfield era stato proposto dalla Warner Bros. come interprete protagonista, l’Academy ha preso una strada diversa per non chiare ragioni. Il favoritissimo rimane ancora Kaluuya, la presenza di un altro interprete dello stesso film potrebbe però far splittare i voti e complicare gli scenari. A livello femminile tutto abbastanza confermato con Amanda Seyfried (Mank), Yuh-Jung Youn (Minari) e Maria Bakalova (Borat – Seguito di Film Cinema) che si vanno ad aggiungere alle veterane Glenn Close (Elegia Americana) arrivata a 8 candidature senza alcuna vittoria e Olivia Colman (The Father). La curiosità in questo caso sta nel fatto che Glenn Close sia stata candidata sia agli Oscar 21 che ai Razzie Awards (dove vengono nominati peggiori film e interpretazioni dell’anno) per lo stesso ruolo. In questa categoria a oggi la favorita è l’inglese Olivia Colman.
E l’Italia? Nonostante la sfumata candidatura di Notturno di Gianfranco Rosi sia come Miglior Documentario che come Miglior Film Straniero, non mancano le soddisfazioni italiane a questi Oscar 2021. Due le nomination per il Pinocchio di Matteo Garrone, come Miglior Costumi e come Miglior Trucco e Acconciature. Possiamo poi dire che la prossima notte degli Oscar potremo vedere l’esibizione di Laura Pausini, candidata per la canzone Io Sì (Seen) tratta dal film La Vita davanti a Sé.
Nelle categorie miglior film d’animazione e miglior film internazionale non sono state molte le sorprese e pare anche che, in ottica di vincitori, ce ne saranno ancora meno. Come Miglior film d’Animazione il favoritissimo è Soul (che si potrebbe aggiudicare anche il premio come Miglior Colonna Sonora), una possibile ma quantomai insperata sorpresa è Wolfwalkers (prodotto da Apple Tv). In ottica di Miglior Film Internazionale Un Altro Giro è il favorito, forte anche della già citata nomination a Vinterberg come Miglior Regista.
Come detto prima i veri precursor e quindi le vere indicazioni sui probabili vincitori ai prossimi Oscar 2021, devono ancora arrivare. Stiamo parlando specialmente dei premi dei sindacati: PGA (sindacato dei produttori), SAG (sindacato attori), DGA (sindacato registi). Questi verranno tutti assegnati tra la fine di marzo e l’inizio di aprile, in seguito potremo fare delle previsioni molto più accurate. La strada è ancora lunga e può potenzialmente succedere di tutto.
Riparleremo di Oscar 2021 qua su ReWriters.