La Chiesa Cattolica, dall’inizio del papato di Papa Francesco, è impegnata in un difficile e articolato percorso di rinnovamento complessivo, su moltissime questioni: dalla gestione del potere, alla morale sessuale, al ritrovare un nuovo patto che guidi la comunità complessiva nel futuro.

Su molti fronti il cambiamento è tortuoso e a volte contraddittorio, come nel caso della recente pubblicazione del documento del Dicastero per i laici con cui si tracciano le linee guida per la preparazione al matrimonio richiamando al valore della castità pre-matrimoniale.

Il cammino dei due Sinodi sulla famiglia (straordinario nel 2014, ordinario nel 2015) ha fatto rilevare nettamente che i numeri per modificare la dottrina sui temi morali (affettività omosessuale, coppie divorziate…) ancora non ci sono e pertanto il cammino proposto da papa Francesco sembra essersi saggiamente spostato sull’ambito pastorale, ponendo sullo sfondo la dottrina e portando nettamente in primo piano la persona, a partire dalla sua condizione esistenziale, nessuna esclusa.

La strategia che sembra intravedersi gioca sul fatto che le comunità cominceranno a prendere confidenza con le storie delle persone, che inizieranno a riaffacciarsi portando e condividendo la loro competenza esistenziale, creando di fatto comunità più inclusive del passato e, quindi, nel medio/lungo periodo, più capaci di recepire una proposta di cambiamento anche della dottrina.

Un’anticipazione del futuro della Chiesa Cattolica ci arriva dalla Germania, paese in cui il confronto con le altre confessioni cristiane protestanti ha sempre generato prospettive avanguardistiche su moltissime linee, in primis per le benedizioni per le coppie omosessuali.

Recentemente, sulla questione LGBT+, dalla Germania è balzato alla ribalta il movimento dei lavoratori LGBT+ della Chiesa Cattolica (insegnanti di religione, catechisti, musici di Chiesa…) che hanno deciso di fare coming out rompendo il muro del nascondimento e della paura derivante dal rischio di essere licenziati nel caso in cui orientamento sessuale e identità di genere vengano dichiarati alla luce del sole.

Questo movimento recentemente ha prodotto un’interessante raccolta di testimonianze e riflessioni che sono confluite nel libro #OutinChurch: per una Chiesa senza paura edito in Germania da Herder.

La copertina di “#OutInChurch” edito da Herder

Ho voluto approfondire le ragioni, la genesi e l’evoluzione di questo movimento per capire quali siano i fermenti che, in Germania, rendano possibile avviare proposte di sviluppo evolutivo delle comunità cattoliche, anche con la collaborazione delle diocesi, cosa che in molti Paesi del mondo, Italia inclusa, sembra ancora non possibile.

Ho incontrato Michael Brinkschröder, teologo queer e insegnante di religione, tra gli autori del libro, a cui ho posto alcune sollecitazioni.

Michael, sei tra i lavoratori LGBT+ della Chiesa Cattolica Romana che hanno fatto coming out qualche mese fa. Puoi dirci qual è stato il percorso che ha portato tutti voi a questo traguardo?
#OutInChurch è una rete nata nel febbraio 2021. La nostra iniziativa è stata ispirata da 185 attori queer che si erano presentati collettivamente sulla rivista Süddeutsche Zeitung. Poche settimane dopo Jens Ehebrecht-Zumsande e Bernd Mönkebüscher hanno invitato a una prima videoconferenza in cui molti partecipanti hanno comunque preferito rimanere anonimi. Hanno chiamato a raccolta le reti già esistenti, ma in realtà ha partecipato un numero di persone molto più alto delle reti stesse. Durante l’anno successivo abbiamo sviluppato il nostro manifesto e formulato le richieste fondamentali, ampliato costantemente la rete e preparato il documentario ‘Come Dio ci ha creati’ insieme alla campagna mediatica.

La tua esperienza di vita e quella dei tuoi colleghi è ora raccontata nel libro #OutinChurch (ndr Essere visibili nella Chiesa) appena uscito per Herder Books. Quali sono i concetti principali che vorresti che i lettori prendessero dal libro?
Prima di tutto nel libro ci sono molte storie di vita rappresentative di un’ampia varietà di identità sessuali o di genere, età e professioni: sacerdoti, ministri pastorali, insegnanti di educazione religiosa, musicisti di chiesa ecc. Descrivono come queste persone hanno lottato contro la dottrina ufficiale e la Chiesa come apparato di potere. Ma sono anche toccanti testimonianze della forza della fede nonostante le esperienze discriminatorie e lo stress che deriva dal far parte di una minoranza, in un percorso tra identità nascoste e collaborazioni. Numerosi interventi riflettono poi sul significato teologico di essere visibili nella  Chiesa #OutInChurch, ad esempio come testimonianza nella comunità o come partecipazione a un’assemblea.

Il sottotitolo del libro è Per una Chiesa senza paura. Quali sono le principali paure che ha la Chiesa Cattolica? E la parola paura è compatibile con la parola Fede?
Gesù dice molte volte nei vangeli: “Non abbiate paura!”, ma la realtà è che la Chiesa cattolica romana è un’organizzazione che nega la sua struttura di potere e pretende di essere solo ministero e nient’altro. Oltre alla classica “gerarchia” o al controllo delle risorse finanziarie, Michel Foucault ha descritto alcuni modelli di potere che si sono sviluppati per la prima volta nella chiesa: il controllo dogmatico delle parole, il potere pastorale, il potere disciplinare e il potere sacramentale, ad esempio negare il sacramento del matrimonio alle coppie dello stesso sesso. Se non rientri in questi schemi a causa della tua sessualità o della tua identità di genere, le autorità religiose possono facilmente creare paure, che vanno dalla paura della punizione eterna, all’inferno, alla paura di perdere il lavoro.

La Chiesa Cattolica tedesca sembra esprimere una nuova direzione per il cattolicesimo nel mondo: una Chiesa più inclusiva, che guardi alle persone prima di tutto andando oltre la dottrina, che sia in grado di valorizzare le capacità esistenziali. Pensi che questa prospettiva sia davvero possibile?
La rete #OutInChurch pone una forte enfasi sulla parità di diritti per i dipendenti LGBTIQ+ e i volontari della chiesa. In Germania, abbiamo una disciplina del lavoro nella Chiesa Cattolica secondo la quale i dipendenti della chiesa possono essere licenziati quando sposano un partner dello stesso sesso. Una commissione della Conferenza episcopale cattolica ha intanto presentato una nuova bozza di disciplina del lavoro completamente rivista che vieta l’intromissione nella sfera privata e che esclude le relazioni affettive dai motivi di licenziamento. Al contrario, la bozza proclama con evidenza che ogni persona, indipendentemente dal suo sesso o genere, dall’orientamento sessuale o dallo stato di coppia, può rappresentare l’amore di Dio e quindi lavorare per la chiesa. La diversità è considerata arricchente. Ci vorranno un paio d’anni per implementarla come cultura vissuta della diversità, ma è un segnale promettente.

Andreas Sturm è stato per molti anni una delle persone più potenti della RC in Germania. È stato il volto di una Chiesa capace di riformarsi, di difendere posizioni come la benedizione delle coppie dello stesso sesso. Di recente ha lasciato la Chiesa perché ritiene di non poter più credere nel cambiamento. Sei rimasto sorpreso dalla sua scelta? Sì, sono rimasto sorpreso e anche deluso dal suo passo. Se un vicario generale progressista si dimette perché ritiene non si possano prevedere cambiamenti nella Chiesa Cattolica, suona un campanello d’allarme. Chi altro ha opportunità simili per realizzare una chiesa sinodale che abbracci la diversità? Ma devo dire che non sono così pessimista come sembra. Il Cammino sinodale e la maggior parte dei nostri vescovi mostrano una ferma volontà di sostenere le riforme, anche se questo sostegno potrebbe essere più forte e arrivare più velocemente per le questioni LGBTIQ+ che per l’ordinazione delle donne o la fine del celibato.

Credi davvero nella possibilità per la Chiesa Cattolica di cambiare e guardare avanti verso una nuova era?
Sì, sono ottimista sul fatto che la Chiesa cattolica romana globale consentirà una maggiore diversità di vedute a livello locale e questo potrebbe creare più libertà ovunque. Questa diversità locale è la necessaria conseguenza della svolta verso una Chiesa sinodale. Finora i vescovi hanno guardato principalmente al Papa e ai loro colleghi, ma ora devono sviluppare un legame più profondo con il popolo di Dio nella loro diocesi. La sinodalità non riguarda più solo i vescovi, ma il popolo di Dio in generale. Ciò richiede nuove forme di partecipazione del 99.999% dei non vescovi.

Allo stesso tempo dobbiamo diventare una chiesa postclericale. Attualmente, non vedo un grande dibattito riguardo al ruolo futuro del clero (maschile) in Germania. Un’ordinazione non qualifica nessuno per una posizione di leadership di per sé. Una vita celibe che esiste solo sulla carta è uno scandalo ai miei occhi. E i casi di abusi sessuali da parte del clero sono uno scandalo ancora più grande. Pertanto, il ruolo dei sacerdoti nella chiesa del futuro deve essere inserito nell’agenda teologica, inclusa l’opzione radicale di eliminare del tutto il sacerdozio, soprattutto perché le scritture del Nuovo Testamento non dicono nulla del sacerdozio (per come lo conosciamo noi) nelle prime comunità cristiane.

Qual è il background culturale oltre la capacità della Chiesa Cattolica tedesca di esprimere innovazione? La convivenza con le chiese protestanti?
All’interno della Chiesa Cattolica in Germania, i laici svolgono un ruolo molto forte. Abbiamo molte associazioni di laici (giovani, donne, lavoratori ecc.) e sono tutte organizzate nel Zentralkomittee der deutschen Katholiken (Comitato centrale dei cattolici tedeschi) che svolge un ruolo importante nel Cammino sinodale, ad es. portando avanti l’agenda per le benedizioni delle coppie dello stesso sesso. Abbiamo anche molti operatori pastorali laici ben istruiti (quasi quanti sacerdoti) e i primi hanno iniziato a guidare le comunità locali, a tenere battesimi e funerali. Vivere in un paese tradizionalmente biconfessionale ha il suo impatto, perché la Chiesa protestante ha dimostrato che un nuovo atteggiamento teologico e pratico nei confronti delle persone lesbiche e gay è davvero possibile.

Ti definisci un teologo queer: potresti dirci qual è il significato al di là di queste due parole?
Come teologo sto cercando di capire e interpretare la Sacra Scrittura e la tradizione della Chiesa che parlano dell’esperienza che gli esseri umani hanno fatto con Dio. Ma sto anche tenendo conto dell’esperienza che facciamo oggi. Come teologo queer, prendo in particolare le esperienze di persone lesbiche, gay, bisessuali, trans, non binarie e intersessuali come punti di partenza e cerco di trovare schemi simili nel passato, anche se non potranno mai essere identici alle esperienze che le persone LGBT+ vivono oggi. Se solleviamo il tradizionale velo dalle Scritture e dal pregiudizio che le definisce anti-gay, possiamo trovare così tanti testi, personaggi e autori che trascendono l’eteronormatività, che questo tipo di investigazione diventa un piacere sorprendente. Raccomando in particolare i libri della Genesi, Geremia, Rut e Giuditta nel Primo Testamento e i Vangeli di Matteo e Giovanni nel Nuovo Testamento. Forse la cosa più sorprendente è che le lettere di San Paolo sono i testi più “queer” della Bibbia perché la prospettiva della sua spiritualità è il suo amore omofiliaco per Cristo.

Infine: qual è il tuo sogno per la Chiesa Cattolica Romana?
Il mio sogno è che quando la Chiesa Cattolica Romana sarà diventata una Chiesa inclusiva, potremo finalmente concentrare la nostra attenzione sui problemi esistenziali del mondo e sviluppare un’energia creativa per superarli. Perché non riusciamo a vedere la nuova ondata di urgenze che dovrebbero definire la nostra agenda, come la conservazione dell’ecosistema del nostro pianeta o la cura dei migranti?

Ho incontrato Michael Brinkschröder, teologo queer e insegnante di religione, tra gli autori di #OutinChurch: per una Chiesa senza paura , a cui ho posto alcune sollecitazioni.
ll teologo queer tedesco Michael Brinkschröder,

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