Alle ore 13 sono stata portata nella sala operatoria dell’Ospedale Careggi di Firenze ed ho fatto l’intervento di vaginoplastica completando il mio percorso di transizione.

Ho iniziato nel 2017 quando non sapevo nulla di ciò che avrei dovuto fare e nell’assoluta ignoranza dei dedali burocratici e giuridici che avrei dovuto affrontare. In tutta onestà non pensavo nemmeno che in Italia sarebbe stato possibile farlo. Pensavo che una volta iniziato questo cammino avrei perso tutto quello che avevo, il mio lavoro e gli affetti.

Quando mi sentii pronta, iniziai a documentarmi online e se inizialmente ero confusa, dopo qualche giorno non sapevo letteralmente dove sbattere la testa. Si fa fatica a trovare le giuste informazioni su cosa fare e a chi rivolgersi. C’è tanta confusione a riguardo. Ci si sente completamente smarriti, ci si sente soli.

Ad oggi le cose non sono migliorate, me ne rendo conto quando genitori di figli trans o persone trans mi scrivono per chiedermi informazioni senza rendersi conto che in Italia, nonostante le mille contraddizioni di questa contemporaneità che si impegna a demolire le famiglie omogenitoriali privando i figli di un genitore, si può affermare il proprio genere ed ottenere la ri-attribuzione del sesso secondo la legge 14 aprile 1982, n. 164.

Non voglio scendere nel dettaglio dell’autodeterminazione dei nostri corpi e della depatologizzazione delle persone trans: affronterò queste tematiche nei prossimi articoli. Ma una cosa è certa: questa legge non è sicuramente perfetta, andrebbe aggiornata, ma mi ha permesso di essere chi sono sempre stata, una donna.

I protocolli per la vaginoplastica

In Italia per intraprendere un percorso di transizione esistono due protocolli : ONIG e WPATH.

La prima cosa che ho fatto è stata quella di individuare un centro pluridisciplinare specializzato che seguisse il protocollo WPATH e che mi potesse accompagnare nel mio percorso.

Mi sono resa conto di essere molto fortunata visto che, abitando a Bologna, ho scelto il Careggi di Firenze che era tutto sommato a 35 minuti di treno. Vedendo la mappa delle strutture che offrono sostegno e supporto in Italia – salta subito all’occhio che non sono distribuite in modo uniforme su tutto il territorio e le strutture ospedaliere pubbliche che si occupano di noi a trecentosessanta gradi sono pochissime.

Ciò comporta che una persona trans che non abita nelle vicinanze di un centro specializzato debba percorrere tantissimi chilometri per poter intraprendere il proprio percorso. Fortunatamente ci sono tante associazioni che suppliscono all’assenza di di questi centri.

Una volta preso appuntamento, ci vuole un po’ di tempo, si inizia con un percorso psicologico e psichiatrico che serve per capirsi e per fugare la presenza di patologie psichiatriche che potrebbero confliggere con un percorso di transizione.

Ottenuto il nulla osta dallo psichiatra e dallo psicologo si può passare all’endocrinologo che, sulla base di ciò che desideriamo essere, modula una terapia ormonale. Il fai da te in questo percorso non esiste, le terapie ormonali vanno assunte sotto stretto controllo medico.

La rettifica anagrafica e l’autorizzazione all’intervento di riattribuzione di genere

Al fine di ottenere la rettifica anagrafica e l’autorizzazione all’intervento di riattribuzione di genere occorre adire la corte competente muniti di una perizia interdisciplinare – psicologica, psichiatrica ed endocrinologica – che certifichi il percorso effettuato, le terapie assunte e l’idoneità.

In Ottobre 2022 ho ottenuto la sentenza e mi sono immediatamente messa in lista presso l’Ospedale Careggi per l’intervento di conversione androginoide.

Affermare il proprio genere non è facile, è un percorso di sofferenza e di rinascita.

Vi consiglio un paio di  film che ho amato tanto e che ho guardato tantissime volte commuovendomi prima di iniziare il mio percorso: Transamerica è la storia di un ritrovarsi tra un padre transessuale alla vigilia del suo intervento chirurgico, e suo figlio nato vent’anni prima dal suo unico rapporto eterosessuale.

L’altro straordinario film è Boys don’t cry di Kimberly Peirce, basato su un fatto di cronaca nera, lo stupro e l’omicidio di un ragazzo transgender.

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