A gennaio 2022, come già annunciato quest’estate, torna in scena sulle passerelle di moda Phoebe Philo che, spalleggiata dal gruppo LVMH, lancerà un proprio brand omonimo. Un debutto molto atteso, per una stilista che è sparita per tre lunghi anni dal fashion environment.

Da indiscrezioni, pare che la nuova collezione, che sarà lanciata tra pochi giorni, proporrà abbigliamento e accessori dal sofisticato design. Un progetto in cui Phoebe Philo sarà affiancata dalla multinazionale LVMH, già proprietaria di oltre settanta marchi non solo di alta moda ma anche di vini, liquori, editoria e hotel. Un brand che nasce dunque con le spalle forti.

Ma nonostante gli iniziali entusiasmi, c’è da chiedersi quanto sia cambiato il sistema moda in questi tre anni di assenza e quali sono le aspettative da parte dei consumatori e del sistema moda. Tra plausi e dubbi quanto è ancora attuale il modello di donna da lei creato?

Phoebe Philo ha rappresentato indubbiamente uno dei fenomeni moda più interessanti del primo decennio del XXI secolo. Precedentemente creative director di Celine e ancora prima al fianco di Stella MCcarthney da Chloé, nel 2011 è stata nominata  Designer internazionale dell’anno dal CFDA.

Luke Meagher, critico di moda meglio conosciuto su YouTube e Instagram come @hautelemode, ha affermato che “Philo ha sicuramente creato l’estetica dominante degli anni ‘10 dei Duemila”, e ha avuto il merito di creare una identità-donna forte e un modello di eleganza femminile ben definito e riconoscibile.

Il successo del modello di donna creato da Phoebe Philo  è stato possibile anche grazie ad una mirata ed efficace comunicazione visiva. Le campagne pubblicitarie di Juergen Teller sono la perfetta traduzione dell’immaginario del brand e dei suoi valori che potremmo condensare nell’affermazione less is more, un nuovo minimalismo che a livello visivo si è tradotto in monocromatismo ed essenzialità dei contenuti.

La centralità del modello e dell’estetica Phoebe Philo è testimoniata dal fenomeno delle #Philophiles, la tribù dei fan di Phoebe Philo. Le Philophiles nascono da un omonimo blog che nasce con l’esigenza di raccogliere una documentazione visiva dello stile Celine creato dalla Philo. 

Ma quanto è cambiato il sistema moda negli ultimi tre anni?

Negli ultimi tre anni si sono affermati a livello generale tutta una serie di macrotrend.

Diversità, inclusività e sostenibilità sono oggi temi cruciali molto sentiti dal settore moda che ha una profonda responsabilità in termini di impatto sull’ecosistema e sui sistemi socio culturali, soprattutto per quanto concerne le rappresentazioni di identità.

La moda è inoltre diventata digitale e si muove a ritmi, se è possibile, più frenetici di quelli imposti dalla fast-fashion, qualcosa in controtendenza con il modello Phoebe Philo che aveva creato una moda fatta di abiti che suggerivano novità pur essendo fatti per durare ben oltre i veloci ritmi dei trend di abbigliamento.

Si aggiunga a tutto ciò la nuova ondata di designer minimalisti guidata dal brand emergente QUIRA che in passato ha collaborato con la Philo alla pari di molti altri tra cui possiamo ricordare Peter Do, Léa Dickely e Hung La da Kwaidan Editions, Rokh Hwang da Rokh, Nadège Vanhee-Cybulski da Hermès, e Daniel Lee da Bottega Veneta. 

Tutti questi marchi e stilisti emergenti sono andati in parte a riempire il vuoto lasciato da Phoebe Philo.

La moda è per definizione destinata a rinnovarsi, non tanto per inseguire i trend del momento ma proprio per essere espressione di novità e originalità in un ambiente socio-culturale bene o male a sua volta soggetto a mutamento, e questa nuova generazione di designer ne sono la prova.

Phoebe Philo dovrà imparare a sua volta a rinnovarsi per coesistere con il nuovo ecosistema che si è venuto a creare all’interno del sistema moda. Trovare formule di coesistenza vorrà dire non soltanto impegnarsi sul fronte della sostenibilità, su cui la Philo sembra comunque già impegnata.

Da quanto si è vociferato sulle varie testate straniere e locali, il nuovo marchio dovrebbe infatti avere un occhio di riguardo per il tema ambiente e allinearsi alle politiche green.

Inclusività un valore aggiunto che si contrappone a quello che a lungo ha dominato il mondo moda, quello dell’esclusività

In ultima analisi Phoebe Philo dovrà trovare la propria voce tenendo conto delle esigenze delle nuove generazioni, in particolare sono in molti ad aspettarsi da lei l’abbandono almeno in parte dell’estetica Celine, un’estetica miope, poco inclusiva, specie se si esaminano le campagne fotografiche che hanno continuato fino all’ultimo a proporre solo modelle bianche e magre, ricalcando l’archetipo ormai obsoleto della esclusività.

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