Il podcast di Riccardo Michelucci per immergersi in una Dublino bella e travagliata
Scoprite con me il modo inusuale e intimo con cui Riccardo Michelucci ci prende per mano e ci fa scoprire la capitale di un Paese amato.
Scoprite con me il modo inusuale e intimo con cui Riccardo Michelucci ci prende per mano e ci fa scoprire la capitale di un Paese amato.
(English translation below)
Vi sono persone che sono ponti, nati in un luogo ma protesi e solidi con le loro arcate verso un’altra sponda, un altrove preciso presso il quale assicurano il passaggio. Riccardo Michelucci è il nostro ponte verso l’Irlanda. È una vita che questo concittadino fiorentino ha sposato l’anima di un’isola ravvivata da uno spirito nordico e latino, da una spensieratezza accogliente che condivide mille cose con l’Italia – l’amore per la musica popolare, la convivialità, il senso della famiglia, i paesaggi verdi, l’emigrazione e il duro lavoro, una millenaria identità ma anche l’oppressione della chiesa.
Un amore che Riccardo Michelucci condivide con il suo Paese, diventando il più importante e prolifico autore di libri e servizi giornalistici sull’Irlanda. Fondamentale il suo Storia del conflitto anglo-irlandese – otto secoli di persecuzione inglese, che senza reticenza spiega quello che a causa dell’influenza della cultura inglese una buona parte dell’Europa spesso ignora: la cruenta colonizzazione di Londra e quasi il suo dispregio razzista verso gli irlandesi.
Uno studio al quale fa seguito con altrettanta cura per la documentazione, il recentissimo Guerra, pace e Brexit . Sempre di Riccardo Michelucci sono la traduzione e la pubblicazione degli Scritti dal carcere di Bobby Sands, oltre che Bobby Sands – un’utopia irlandese sul martire dell’IRA rappresentato da Alessio Sardelli a Firenze presso il Teatrino della Società Machiavelli nel 2017.
Adesso, per la bella serie della Radio della Svizzera Italiana dedicata alle Invisible Cities, Riccardo Michelucci ha realizzato un podcast che prende per mano l’ascoltatore e lo conduce alla scoperta di Dublino, con i rumori della città, la precisa descrizione della sua meteorologia, l’atmosfera dei pub, l’accento della parlata e la musica dei locali, i fantasmi letterari e i personaggi della politica – perché per Riccardo Michelucci, come per tutti i veri pontieri, la conoscenza della politica è un aspetto imprescindibile per capire e per viaggiare in un Paese.
Il finale è quasi una apoteosi dello spirito irlandese, l’incontro con il Presidente della Repubblica, il poeta e promotore dei diritti civili Michael Higgins, tra ritardi, entrate sbagliate, pioggia fitta, e la famiglia (quella di Riccardo Michelucci) per errore finita al seguito e inaspettatamente accolta nelle sale protocollari, con il bambino più piccolo che scorrazza tra guardie divertite e il presidente poeta che con etichetta e ospitalità tutta irlandese, dopo un’ora di colloquio con Riccardo s’intrattiene con la famiglia, con tanto di foto collettiva, improvvisata quanto l’abito da cerimonia della signora Michelucci. Insomma, stile Quirinale…
Tuttavia, nel podcast di Riccardo Michelucci, come nei suoi libri, l’amore per l’Irlanda è privo di qualsiasi indulgenza e sentimentalismo – come lo sono del resto gli stessi irlandesi, che hanno sempre guardato in faccia le loro storiche piaghe, uno sguardo testimoniato anche dal grande cinema dell’Eire.
L’antica fame dei bambini, l’accanimento degli inglesi, i milioni di morti nella grande carestia, la colossale emigrazione, la persistente divisione col Nord, i tantissimi senzatetto di oggi, insomma il dolore di questa isola gloriosa, coraggiosa e generosa, non sono l’altra faccia della medaglia, ma parte di un’unica storia, oggi in gran parte redenta, tra sviluppo ed europeismo.
Eppure resta qualcosa di misterioso, come in tutte le seduzioni profonde, in quell’isola. Ci si perderebbe facilmente, come nella sua letteratura da sempre spariglia-carte, e per farci strada abbiamo bisogno di demiurghi come Riccardo Michelucci, che conosce l’Irlanda come casa sua, un’Irlanda che esiste davvero, tanto che, per dirla con Heinrich Bōll nel suo Diario d’Irlanda, “chi ci va e non la trova, non può chiedere risarcimenti all’autore”.
ENGLISH VERSION
Discover with me the unusual and intimate way in which Riccardo Michelucci takes us by the hand and makes us discover the capital of a beloved country.
There are people who are bridges, born in one place but launched with their arches towards another bank, a precise elsewhere where they ensure a safe passage. Riccardo Michelucci is our bridge to Ireland. It’s been a lifetime since this Florentine fellow citizen has married the soul of an island animated by a Nordic and Latin mood, by a welcoming light-heartedness that shares many features with Italy – popular music, conviviality, sense of family, green landscapes, emigration and hard work, a millenary identity but also the oppression of the church.
A love that Riccardo shares with his country, becoming the most important and prolific Italian author of books and press reports on Ireland. His History of the Anglo-Irish conflict – eight centuries of English persecution is fundamental, which without reticence explains what which due to the influence of English culture a good part of Europe often ignores: the bloody colonization of London and its almost racist contempt for the Irish. A study which he follows up with equal care for documentation, the very recent War, Peace and Brexit .
Also by Riccardo are the translation and publication of the writings from prison by Bobby Sands, as well as Bobby Sands – an Irish utopia the martyr of the IRA represented by Alessio Sardelli in Florence at the Teatrino della Società Machiavelli in 2017.
Now, for the beautiful series of Italian Swiss Radio “Invisible Cities”, Riccardo Michelucci has created a podcast which leads the listener in discovering Dublin, with the noises of the city, the precise description of its meteorology, the atmosphere of the pubs, the accent of the speech and the music of the clubs, the literary ghosts and the political characters – because for Riccardo Michelucci, as for all true bridge builders, knowledge of politics is an essential aspect to understand and to travel in a country. The end is almost an apotheosis of the Irish spirit, with the meeting with the President of the Republic, the poet and promoter of civil rights Michael Higgins, amidst delays, wrong entries, heavy rain, and the family (Riccardo’s) mistakenly ended in the Palace and unexpectedly welcomed in the protocol rooms. The youngest child runs around among amused guards and the poet president, with all-Irish etiquette and hospitality, after an hour’s conversation with Riccardo, entertained himself with the family and poses in the group photo, as improvised as Mrs. Michelucci’s “formal dress”. In short, like in the Italian Quirinal style…
However, in Riccardo’s podcast, as in his books, the love for Ireland is devoid of any indulgence and sentimentality – as indeed are the Irish themselves, who have always addresses their historical wounds with no hesitation, as also proven by the great cinema of Eire. The ancient hunger of children, the fury of the British, the millions of deaths in the great famine, the colossal emigration, the persistent division with the North, the so many street-people, in short, the pain of this glorious, courageous and generous island, are not “the other side ” of the medal, but part of a single story, today largely redeemed, between development and Europeanism. Yet something mysterious remains, as in all profound seductions, on that island.
One would easily get lost, as in the always innovative Irish literature, and to make our way we need demiurges like Michelucci, who knows Ireland as his home, an Ireland that really exists, so much so that, in the words of Heinrich Bōll in his Irish Journal, “those who go there and cannot find it, cannot ask the author for compensation”.