Il testo ha felicemente debuttato in prima nazionale al SUQ Festival di Genova e ha fatto il Festival del Mediterraneo di Sanremo. Il 9 ottobre parteciperà a un altro festival molto speciale: il Festival del Coraggio a Cervignano del Friuli. Incontriamo Marina Senesi, un’attrice versatile e sempre in prima linea con testi di impegno e valore assolutamente originali nel nostro panorama nazionale. Il suo ultimo progetto, Porto a Porto, travalica i confini della terra ferma per solcare avventurosamente i nostri mari.

Porto a Porto: radio, documentario, teatro, cronaca e tanto altro: come si svolge il tuo spettacolo e cosa racconta, ma soprattutto a chi?
Si tratta della trasposizione teatrale di un viaggio che ho realmente realizzato per Radio2Rai – Caterpillar. Ero partita dallo Scoglio dei Mille e avevo circumnavigato l’Italia in Barca-Stop, prendendo passaggi da tutto ciò che galleggiasse. Un’esperienza spassosa e formativa che ho potuto raccontare a migliaia di radioascoltatori solo attraverso un’aneddotica di presa immediata. Per questo ho pensato di restituire a quel viaggio così denso di incontri, il respiro di una narrazione teatrale. A chi parlo? A tutti naturalmente, ma soprattutto a chi è meno predisposto all’ascolto: provo a incuriosire e interessare anche quel tipo di pubblico non sempre raggiungibile con iniziative formali, lavorando sulla ricerca di un linguaggio che amalgami il rigore documentale alla levità narrativa

L’aneddoto più toccante e quello più divertente?
Trattandosi di un viaggio per acqua, non potevo non parlare delle migrazioni. L’impostazione del testo, nella sua scorrevolezza, non mi consentiva in quel momento l’approfondimento dovuto, così ho scelto un racconto trasversale che però nulla ha tolto alla drammaticità del tema. Si tratta di un momento molto toccante, mi dicono, anche per il pubblico. Viceversa, di aneddoti che strappano un sorriso ce ne sono parecchi. Una signora siciliana che ancora oggi vive a pochi passi da quello che fu il set del Gattopardo di Luchino Visconti, mi ha raccontato che per tutto il tempo delle riprese del film molti genitori costrinsero le figlie a restare in casa, perché in paese circolava Alain Delon.

Forse qui, più che in altri tuoi lavori, la musica ha un peso drammaturgico… Marina e banda Osiris come lavorano insieme?
Abbiamo lavorato insieme molti anni per Radio2Rai e quando con Cinzia Poli, autrice per Caterpillar, abbiamo pensato alle musiche, ci è venuto naturale pensare a loro. Sono sempre molto impegnati, ma Gianluigi Carlone, sax e voce della Banda, ha subito amato il progetto e il risultato è che quel loro sound così particolare, fatto di fiati, ottoni e ironia, ora mi accompagna lungo tutto il viaggio

Ci regali una occasione immensa per ringraziare Cristina Pezzoli: due parole sulla sua impostazione del lavoro?
Cristina non c’è più da maggio di quest’anno. Nonostante la sua salute fosse già molto compromessa, ha voluto lavorare con noi fino all’ultimo e questo mi riempie di ammirazione e gratitudine. Definiva Porto a Porto un testo di sapore jodorowskiano: d’azione, surreale e concreto. Dopo la sua scomparsa, d’accordo con la produzione, abbiamo voluto portare a compimento il nostro progetto, come sappiamo che Cristina avrebbe voluto. Conservo a memento un suo whats-app con la foto della pagina di un libro che stava leggendo e una frase sottolineata a penna da lei:  “L’azione è poesia”.  

Relativamente al tuo impegno unico per la narrazione del femminile chiuderei con due parole su Doppio Taglio, un progetto a cui hai dedicato un impegno inesausto e, mi pare, felicemente corrisposto dai risultati ottenuti
Doppio Taglio è in origine una ricerca accademica di Cristina Gamberi su come i media rappresentano la violenza di genere. Ne ho ricavato una trasposizione teatrale che all’inizio è stata persino osteggiata. Grazie all’interessamento del Gruppo Pari Opportunità Rai di Milano che dopo aver letto il testo ha protetto il progetto concedendo il proprio patrocinio, Doppio Taglio ha preso il via nei teatri e nelle scuole, guadagnandosi nel tempo importanti riconoscimenti: dall’Ordine Nazionale Giornalisti che lo ha inserito nei propri crediti formativi, fino alla Camera dei Deputati dove siamo stati chiamati a rappresentarlo. E’ un testo – purtroppo – sempre più attuale, grazie di avermi dato occasione di parlarne.

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