Imparare divertendosi, sfruttando l’invenzione. La leggenda del paese dove nascono le parole è un libro divertente che racconta, in modo metaforico, come nascono le lettere e come si uniscono tra loro. Si rivolge a bambini dai 6 anni, scritto da Michela Guidi e illustrato da Shu Garbiglia.

La zona più delicata e protetta di Val Bla Bla è quella degli alberi letterari, dai quali in primavera nascono le lettere neonate le A, dai banani le B, dai cedri le C, dai mandorli le M e così via … Una volta cresciute vengono accompagnate dai bambini dove iniziano a giocare fra loro e a formare le prime sillabe. La maestra insegna agli alunni che ogni lettera ha una personalità precisa: come la C che abbraccia e la V che è pungente.

Il maestro paroliere fa esercitare le letterine a lungo per aiutarle a trovare le combinazioni migliori, creando amicizie (le sillabe). Questo avviene al primo anno nella scuola primaria, in seguito le lettere, combinandosi, devono decidere se dedicarsi alla poesia come cuore o amore, o alla matematica come righello e bilancia, o alla fantasia come drago o incantesimo.

La maestra insegna agli alunni quanto sia importante che non finiscano a Sparolacchio, un paese dove le persone parlano a voce altissima, borbottano sempre anche di notte, dove la gente si maltratta. Tanti anni fa, le parole, stanche di essere utilizzate solo per litigare e offendere, fuggirono dal paese.

Le parole nascono dal cuore

Una bambina, nello scoprire da dove nascono le parole, scrisse alla mamma Ti voio obene, capendo così che non esistono né Val Bla Bla né Sparolacchio ma le parole nascono dal cuore.

Vi suggerisco anche, sempre della stessa autrice La scuola magica che racconta una storia tenera e poetica che svela la vita segreta della scuola quando gli alunni sono in vacanza, e invita i bambini a riflettere sull’importanza del cambiamento e sulle inevitabili tappe di ogni percorso di crescita.

Un bambino di quinta elementare di nome Alessandro, triste di abbandonare la sua scuola per l’ultima volta, sente dei passi dietro di sé, si gira e si trova davanti il suo banco, che lasciata di nascosto l’aula per andare a salutarlo, lo saluta ringraziandolo per gli anni passati insieme.

E’ poi il custode della scuola a raccontare ad Alessandro che alla fine dell’anno scolastico il portone della scuola si trasforma in un passaggio fatato dove i banchi parlano, si muovono e sono a forma di cane per rappresentare la fedeltà.

Raccontare le emozioni

E’ un racconto che rappresenta le emozioni che si possono provare quando un bambino o una bambina tristemente chiude un percorso scolastico. E l’umanizzazione del banco, che sente nostalgia del bambino che se ne va o che accoglie il nuovo bimbo di prima elementare, contribuisce ad enfatizzare i sentimenti.

Una lettura perfetta per accompagnare i bambini che si preparano all’avventura della scuola, dove tutto è completamente vivo, tutti gli oggetti che la compongono. I bambini vedranno sotto un altro sguardo tutto quello che succede in una scuola, da giugno fino alla chiusura dell’anno scolastico della scuola primaria, quando poi si lascia tutto alle spalle.

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