E’ un’estate caldissima, anche per gli animali assediati da incendi, costrizioni sotto il solleone, siccità e concerti.

Sulla mancanza d’acqua e quanto si dovrebbe fare, la vera perdita non è solo quella delle tubazioni degli acquedotti ma anche quella dovuta a impieghi massicci come quello per gli animali negli allevamenti.

Quindi la disponibilità dell’oro blu passa anche dai nostri piatti, da quanto induciamo con il cambiamento climatico dovuto alle emissioni di ciò che mangiamo, e una riflessione, con conseguenti scelte, sui nostri consumi di carne, latte e formaggi va fatta, come ci suggerisce la Lav. Perché basta ridurre i nostri consumi di carne bovina per affrontare con determinazione il dramma della siccità.

Per gli incendi, tanti e distribuiti in tante parti d’Italia, si continua a non voler modificare la legge che non permette, di fatto, di far scattare i divieti di caccia e pastorizia, così come di edificazione, sine die nei luoghi devastati dalle fiamme e quindi si continua a non voler codificare uno dei più importanti deterrenti ai cosiddetti piromani.

I cavalli che vengono a forza messi a trainare carrozzelle per turisti e fantini in corse, soffrono e muoiono, come dimostrano i tragici episodi di Matera e Seneghe in Sardegna dove si è fatto svolgere un Palio a mezzogiorno.

Inoltre, in mancanza di una legge nazionale che la Camera dei Deputati lo scorso anno non ha voluto portare a compimento e che avrebbe tolto le botticelle almeno dall’asfalto dei centri cittadini, i vetturini romani hanno fatto addirittura un ricorso al TAR, per fortuna perso, per contestare l’aumento di due ore di stop alla loro attività nelle ore centrali della giornata (altro che patrimonio della Capitale).

In questo quadro, è da ricordare la doverosa e coraggiosa decisione di stop alla trazione animale (e sostituzione con altri mezzi davvero compatibili con ambiente ed etica) adottata dalla Reggia di Caserta dopo la morte di un cavallo due anni fa, per il quale si è aperto pochi giorni fa il processo alla responsabile, nel quale siamo stati riconosciuti parte civile.

I concerti? Non sulle spiagge
ma nelle aree ex industriali

Anche nella seconda edizione del suo tour estivo sulle spiagge, Jovanotti non ha voluto sentire ragioni. Come le ragioni degli uccelli, primo fra tutti il fratino che, secondo quanto denuncia la Lipu, ha necessità di quella parte del territorio per sopravvivere, o le ragioni degli habitat di altri animali, basti pensare alle tamerici tagliate per la data del concerto di Marina di Ravenna.

Su questi contenuti si è concentrato l’appello della Lipu affinché Jovanotti ci ripensasse e decidesse di cambiare location per il suo tour.

Non è sufficiente dire plastic free o “lasceremo quelle spiagge meglio di come le abbiamo trovate” per far dimenticare che, proprio per essere dalla parte dell’ambiente, potevano essere scelte per i live delle aree ex industriali, zone che hanno bisogno di bonifiche, luoghi deturpati da cemento ed ex industrie da far ri-vivere grazie a un concerto.

Non ci mancano aree di questo genere in Italia, come il Parco Dora a Torino, la stazione Leopolda a Firenze, l’area industriale di Pero a Milano o il Parco della Scienza a Napoli.

Ci sono molte polemiche sul tour del grande artista, amplificate anche dal fatto che Jovanotti si è sempre dichiarato ambientalista. E anche non mangiatore di carne. Allora, caro Lorenzo, perchè accettare come sponsor ufficiale uno dei più grandi e noti marchi dell’allevamento avicolo, la Fileni? Così si torna alla prima parola di questo intervento e si ricomincia daccapo. Come un gioco dell’oca. Anzi no, perché nel frattempo qualcuno si sarà mangiato anche lei.

Condividi: