Ragazze che bruciano… d’amore
Incendio della Triangle. A più di un secolo di distanza, Maria Rosa Cutrufelli ce ne racconta la storia in "Il cuore affamato delle ragazze"

Incendio della Triangle. A più di un secolo di distanza, Maria Rosa Cutrufelli ce ne racconta la storia in "Il cuore affamato delle ragazze"

Molti ricordano ancora quello che accadde a New York oltre un secolo fa: il più grande incendio industriale della storia della città. Quasi 150 operaie, giovani operaie, per la maggior parte immigrate di origine italiana ne rimasero vittime a causa della mancanza di sistemi di sicurezza nei processi lavorativi e a causa delle scelte ottuse dei proprietari che tenevano sempre le porte serrate per paura che le dipendenti potessero rubare dei materiali o fare troppe pause.
Il ricordo di quell’evento è oggi più nitido e più diffuso di altri per il semplice motivo che il movimento delle donne ne ha fatto uno dei suoi punti di riferimento del proprio impegno imponendo la giornata di festa e di lotta dell’8 marzo in tutto il mondo. Era per l’appunto in quel mese nel 1911 che la Triangle, fabbrica tessile, bruciò. Si salvarono solo alcune operaie che fuggirono sul tetto e vennero aiutate a mettersi in salvo da alcuni studenti dell’adiacente edificio della Columbia University.
Oggi, a più di un secolo di distanza, una scrittrice italiana ce ne racconta la storia in un affascinante romanzo, Il cuore affamato delle ragazze (pp 288, euro 19,50 Mondadori). E’ Maria Rosa Cutrufelli, una delle più importanti scrittrici italiane, esperta sul tema delle strutture del romanzo, che ha al suo attivo una dozzina di romanzi molti dei quali a carattere storico. Ha scritto libri di viaggio, racconti per adulti e per bambini nonché una gran quantità di articoli e di saggi. Ha fondato la rivista Tuttestorie. Dagli anni Settanta è un riferimento autorevole del movimento femminista nel quale è tutt’ora attiva.

Il grande valore peculiare di questo suo libro, recentissimo, risiede tutto nella sua capacità di mostrare al lettore le figure femminili storicamente determinate all’interno di un contesto preciso che molto ci racconta degli Stati Uniti dell’epoca, dei suoi primi flussi immigratori, della difficoltà di comprensione tra i vari gruppi etnici ma anche della grande solidarietà che tra di loro si formava nei momenti di difficoltà.
E ci racconta soprattutto delle donne protagoniste come in effetti era senza alcuna forzatura ma solo seguendo la realtà delle cose. In questo modo i personaggi acquistano rilievo: vediamo queste giovani crescere e incontrarsi. Le vediamo scoprire la politica e le lotte sindacali.
Le vediamo attratte dalle prime camicette abbottonate davanti che facevano gridare molti allo scandalo, ma che piacevano a tutte. Vediamo ancora ragazze Yiddish e ragazze italiane vivere negli stessi quartieri.
Leggiamo come la società di allora, la polizia, i tutori dell’ordine pubblico reagivano di fronte alla crescente mobilitazione delle donne e delle operaie dopo l’incendio alla Triangle che ormai nessuno più chiamava incidente visto le evidenze che il processo stava facendo emergere. E le tante provocazioni con il coinvolgimento di gruppi di prostitute e gangster che fomentavano risse in strada con le scioperanti al solo scopo di farle sembrare proprio quello che la gente ben pensante diceva che fossero.
E poi le fantastiche e poco conosciute brigate del visone, donne ricche dell’alta borghesia, a volte mogli di grandi industriali che, avendo capito i termini della questione, aiutavano materialmente le loro amiche operaie e scendevano anche in piazza con loro.
Raccontare tutto questo, comprenderlo fino in fondo non sarebbe possibile senza scrutare dentro l’animo e il cuore delle donne coinvolte in questa enorme esplosione di rabbia, di gioia, di consapevolezza, di amore per la vita, per le altre donne e per il genere umano. A guidarci nel fuoco metaforico di questo romanzo storico che è anche romanzo di formazione sono ragazze frutto della fantasia letteraria e signorine realmente esistite.
