Diciamo la verità, la statistica ha sempre avuto quel nonsoché di noioso: numeri, campioni, medie, medie ponderate, inferenze, dati, unità, variabili, caratteri quantitativi o qualitativi, variabili… Ed io stessa, quando affrontai l’esame di statistica all’università, presso la facoltà di Scienze Politiche, lo feci con l’idea di dovermi togliere quel grosso peso dal groppone. Per poi scoprire, con grande stupore, che la statistica non solo non è noiosa né pesante, ma può persino essere divertente. Giuro!

Basta dare un’occhiata al sito dell’Istat, dove c’è una pagina completamente dedicata ai giochi che si possono fare con questa materia apparentemente così ostica. Qui possiamo scaricare il volume Le streghe di Bayes e altre storie, in cui sono raccontate alcune fiabe statistiche per stimolare i bambini curiosi a capire il difficile lessico della statistica. Un modo creativo per sviluppare conoscenze e imparare a gestire l’incertezza nell’esprimere giudizi, formulare previsioni e prendere decisioni. Come con la fiaba del gatto perduto, ambientata a Monotònia, paese dove tutto fila liscio e regolare fino a quando però scompare un gatto; e da quel momento niente sarà più come prima. E poi tanti cruciverba, anagrammi, rebus e giochi di parole per prendere confidenza con i numeri e provare a riderci su.

C’è poi il sito neal.fun che trasforma davvero la statistica in un mondo pieno di sorprese e divertimento. Basta inserire la nostra data di nascita per scoprire quanti globuli rossi ha prodotto il nostro corpo dal giorno in cui siamo nati. Ci ho provato anch’io a giocare, e ho scoperto che dal giorno in cui sono nata il pianeta ha prodotto il 28% di CO2 in più rispetto a quel lontano giorno di febbraio, e che ho fatto fino a questo momento 402 milioni e 640mila respiri. E mentre leggo il numero si aggiorna. It’s amazing!

Del resto la statistica ha spesso indotto più di una risata per via delle sue discutibili medie secondo le quali se tre persone guadagnano duemila euro al mese ed una quarta è disoccupata, risulta che in media tutti e quattro guadagnano millecinquecento euro a testa!

In fondo lo aveva già dichiarato Charles Buckovski di non fidarsi molto “delle statistiche, perché un uomo con la testa nel forno acceso e i piedi nel congelatore ha statisticamente una temperatura media”.

Statistica e musica

E se è vero che la statistica è la prima delle scienze inesatte, come affermarono i fratelli Edmond e Jules de Goncourt, celebri scrittori francesi del diciannovesimo secolo, allora questo la rende forse più umana, più imperfetta e dunque a noi più vicina.
Sarà forse per questo che alcuni ricercatori sono riusciti a sviluppare un modello statistico per creare musica? Accade presso la Sapienza di Roma, dove un team di studiosi ha messo a punto un modello detto della Maximum Entropy, in grado di catturare le statistiche delle melodie nella musica, un modello che in pratica può essere utilizzato per generare nuove melodie che emulino lo stile di un determinato corpus musicale. Il modello statistico usa il calcolo delle probabilità per riconoscere le associazioni delle sequenze musicali, cioè l’alternanza e la durata delle note, individuando così le relazioni presenti tra ogni elemento musicale. Cosa significa in pratica? Che con questo modello è possibile sviluppare la creazione di nuove melodie attraverso un semplice algoritmo con la certezza di non plagiare alcuna composizione già esistente.

Statistica e poesia

E la statistica può essere persino fonte d’ispirazione, come lo è stata per il poeta romanesco Trilussa, che alla statistica dedica dei versi di grande ironia, giocando sulla storia del numero medio di polli mangiati dagli italiani “da li conti che se fanno, seconno le statistiche d’adesso, risurta che te tocca un pollo all’anno: e, se nun entra nelle spese tue, t’entra ne la statistica lo stesso, perch’è c’è un antro che ne magna due”.

E allora poichè tra pochi giorni, il 20 ottobre, si celebra la Giornata mondiale della Statistica, che ricorre ogni 5 anni a partire dal 2010, proviamo a viverla con divertimento e leggerezza. E per prepararci, possiamo anche leggere Matematica rock: Storie di musica e numeri dai Beatles ai Led Zeppelin, il libro di Paolo Alessandrini (ed. Hoepli) che si propone come un vero e proprio viaggio nei numeri attraverso gli spunti matematici presenti nei dischi delle rockstar più amate. E se volete avvicinarvi alla statistica con un approccio meno scientifico e più logico, ecco il libro che fa per voi: Statistica: l’arte e la scienza d’imparare dai dati (Ediz. mylab.) di Alan Agresti e Franklin Christine, che consente di comprendere e imparare i concetti di base della statistica che poi torneranno utili per tutta la vita, nella consapevolezza che la statistica non è solo una scienza, ma è anche un’arte.  

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