Molto spesso guardiamo lontano da noi riguardo agli spazi dedicati alla cultura musicale, per esempio alla Cité de la musique di Parigi inaugurata nel 1995, oppure alla Casa da Música di Porto, o ancora al Parco della Musica di Roma, entità importanti, nate con una visione, finalità e servizi diversi. Invece le cose giuste e belle, anche semplici, ce le abbiamo vicinissimo, nel nostro territorio, a due passi da casa.

Abito a Desio (Monza Brianza) da 17 anni, una città di poco più di 40.000 abitanti, a due passi dal capoluogo di provincia e a una ventina di km da Milano. Da 10 anni, all’interno della Villa Cusani Tittoni Traversi, opera dell’architetto Piermarini, di proprietà comunale, dove ha sede anche la biblioteca pubblica, c’è la Casa della Musica, gestita dall’Associazione Amici della Musica-Herbert von Karajan, di cui fanno parte 200 soci. Le attività divulgative dell’associazione si svolgono anche in altri spazi cittadini, in altre sale storiche all’interno della Villa che possono accogliere un maggior numero di spettatori, in attesa che nell’ala ovest della villa (ancora in ristrutturazione) venga ultimato l’Auditorium che potrà accogliere fino a 200 spettatori. Non male!

Diverse volte mi è capitato di assistere, gratuitamente, ai concerti offerti alla cittadinanza dall’associazione, con grandi artisti ospiti. Ne cito solo tre, per rendere l’idea del livello: Ramin Bahrami, Vanessa Benelli Mosell (entrambi pianisti), Francesca Dego (violinista), star, impegnate anche sul fronte sociale e formativo, che partecipano gratuitamente (grazie alla collaborazione con la discografia, Universal), che illustrano e suonano i brani, con un alto valore divulgativo aggiunto, che favorisce il coinvolgimento del pubblico, non solo di appassionati.


Cosa succede in una Casa della Musica? Succede che si parli e si diffonda la Bellezza, l’emozione di un ascolto musicale di qualità, che moltiplica il risultato. Marco Mologni, anima dell’associazione, ne parla con la consapevolezza degli effetti che può produrre la musica: “Ci siamo accorti che questo fondamentale interesse culturale è scomparso dall’orizzonte dell’uomo medio ed è diventato esclusivamente appannaggio di un’élite ristretta, culturalmente più elevata, che trasmette soltanto a se stessa questo sapere. Più del 90% della popolazione rimane estraneo a questo orizzonte culturale… e non è accettabile. Così abbiamo deciso di avere un scopo “folle”: di permettere al 90% delle persone di riappropriarsi della musica classica. Pur in una situazione di grande difficoltà, ci siamo presi delle belle soddisfazioni: lanciamo iniziative e, come per incanto, questa sala si riempie di bambini-ragazzi, che magari provengono dalle scuole statali della provincia, tutti ad ascoltare entusiasticamente, per la prima volta, la Quinta di Beethoven. Alcuni non l’ascolteranno mai più, ma altri vengono conquistati all’ascolto. Lo stesso ci capita con l’opera lirica, che richiede un impegno ancora maggiore. Nelle nostre attività c’è molto racconto, che aiuta la comprensione e introduce l’ascolto”.

La maggior parte delle attività (una cinquantina di eventi all’anno, in condizioni di normalità e non di pandemia…) sono rivolte a questo: esibizioni dal vivo, proposte d’ascolto e visione all’interno della Casa (con una capienza di 50 posti), la possibilità di partecipare in gruppo a rappresentazioni del Teatro alla Scala a prezzi molto scontati.
I soci (che pagano una quota sociale annuale) hanno diritto a tutto questo, ma i concerti in altre sedi desiane sono aperti alla partecipazione di tutta la cittadinanza, che solitamente li riempie, moltiplicando il bacino d’utenza di cinque volte.

Nelle ultime comunicazioni, l’associazione ha rimarcato l’impegno profuso lo scorso anno, duro e doloroso: un lavoro continuo, nonostante la chiusura obbligata, che ha permesso di rispettare gli impegni e di concludere i lavori di miglioramento dello spazio, con la speranza di riaprire le porte non appena sarà possibile. Le spese fisse corrono e pure gli investimenti: è richiesto il sostegno dei soci. “Il problema economicoracconta Marco Mologni – è fondamentale. Nessuno di noi è ricco! Con le sole quote sociali è difficile andare avanti, per cui ci siamo rivolti a un superspecialista del Terzo Settore, per imparare a gestire meglio l’attività, non solo a reperire risorse. Producevamo perdite allucinanti, roba da stendere il progetto, la cui forza è proprio il fatto che nessuno si fa pagare! Però non si può andare avanti così: sono 3 anni che Sergio Ricci ci sta dando una mano e la situazione è migliorata, per quanto resti critica, soprattutto a causa dell’emergenza sanitaria: siamo chiusi da fine ottobre 2020. In attesa di riaprire, alcune proposte d’ascolto le faremo in streaming, in videoconferenza, per poi lasciarle a disposizione del pubblico su YouTube.

Cose del genere possono accadere, come nel caso di tante altre associazioni (culturali e no), perché ci sono persone mosse da passione e ideali, spesso nel più totale disinteresse, mentre le grandi istituzioni pubbliche citate in principio sono il risultato convinto e coraggioso di una visione politico-amministrativa illuminata, costosetta, che può anche voler dire un beneficio in termini di consenso elettorale, come per tutte le opere pubbliche che sollecitano interessi.
Grazie al Progetto Casa della Musica – Bilancio Partecipativo (la formula di progettazione favorita da diverse amministrazioni comunali, dal basso, votata dagli stessi cittadini che poi scelgono i progetti da finanziare) tra ottobre e novembre scorso, quando l’attività culturale era sospesa, gli interventi hanno migliorato la Casa della Musica: è stata montata sul soffitto una pannellatura insonorizzante di legno, che avvolge gli spettatori in una camera acustica, migliorando la qualità dell’ascolto, c’è un nuovo impianto d’illuminazione a led e un impianto di sanificazione a raggi ultravioletti, capace di rimuovere dalla sala ogni tipo di virus, batteri e sostanze nocive alla salute. Tre interventi, che si sono aggiunti alla dotazione già presente, col proiettore e il grande schermo (più un maxi schermo Sony 70” 4K), un ottimo impianto di riproduzione del suono (in Dolby Atmos), l’impianto di ventilazione e climatizzazione dell’aria, che hanno completato il progetto Casa della Musica – Bilancio Partecipativo, un percorso durato oltre un anno, concluso nei tempi prestabiliti (a fine 2020), che ha potenziato la sala civica dedicata all’ascolto e all’approfondimento della Grande Musica.

Ecco la destinazione corretta dello streaming audio-video: la divulgazione, il coinvolgimento di un pubblico che ancora non conosce e che il più delle volte non andrebbe ad acquistare il biglietto per un concerto o uno spettacolo dal vivo, che rimangono un’occasione insostituibile, quando terminerà l’emergenza sanitaria. Per fare questo la Casa della Musica di Desio si è dotata di servizi e abbonamenti annuali, a Sky, Apple TV, Digital Concert Hall (per i concerti e tutto il repertorio d’interviste della Filarmonica di Berlino), medici.tv (la migliore piattaforma online per lo streaming video di musica classica), Primephonic (piattaforma di streaming audio di sola musica classica, Hi-Res Audio), Tidal (servizio di streaming audio lossless e video in HD).

In Italia ci sono quasi ottomila comuni, alcuni di essi con poche decine o centinaia di abitanti, altri sovrapopolati. Se l’ANCI promuovesse un progetto per invitare i comuni al di sopra dei diecimila abitanti-fino ai quarantamila a dotarsi di una Casa della Musica, supportata pubblicamente, i cittadini potrebbero godere di un servizio utile e bello, che fa stare meglio le persone e le arricchisce culturalmente: venti minuti al giorno di ascolto musicale di qualità, secondo una recente ricerca, allungano la vita. Dario Franceschini, nuovo Ministro della Cultura ed ex MiBACT, ha affermato che “la ripresa parte dalla Bellezza”. Hai visto mai!

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