Le grandi sfide del mondo contemporaneo sono l’effetto di relazioni umane sempre più complesse, che possono essere analizzate e affrontate solo attraverso una stretta cooperazione tra scienza, tecnologia, discipline umanistiche e scienze sociali.

Queste sfide richiedono soluzioni che sappiano mediare tra interessi, culture, sensibilità e aspettative che sono spesso in contrasto, identificando un ragionevole e responsabile allineamento di valori in grado di raccogliere un consenso vasto.

Affrontare la complessità senza avere obiettivi comuni e senza costruire una condivisa base di intenti potrebbe comportare ritardi nei processi decisionali e attriti tra i vari stakeholders, inficiando l’efficacia delle azioni necessarie.

Cambiamenti globali antropogenici, rischi naturali e antropici crescenti, sovrasfruttamento delle risorse naturali, alterazione dei processi bio-geochimici, inquinamento del suolo, degli oceani, delle acque superficiali e sotterranee, e dell’atmosfera, processi tecnologici e industriali insostenibili, incendi devastanti alle alte latitudini, riduzione consistente della biodiversità, come pure le zoonosi (tra cui quella che ha causato la pandemia della SARS Cov-2) sono effetti di modelli di sviluppo umano non sicuri e insani.

Cambiare questi modelli è necessario per assicurare alle attuali, e in particolare alle prossime generazioni, le condizioni per creare il proprio futuro sul pianeta.

Gli scenari sui quali costruire il futuro della specie umana non sono possibili senza attingere al patrimonio della cultura cumulata costruita dall’umanità, che è specchio della sua identità e della sua potenzialità, della sua debolezza e della sua forza, sottile interfaccia tra il suo sviluppo e il suo annientamento, certamente immenso atto creativo di assoluta unicità.

Pertanto, cambiare i modelli implica cambiare gli esseri umani che quei modelli plasmano sulla base della loro visione della vita, delle proprie necessità, delle proprie aspirazioni e della loro idea di presente e futuro. Il cambiamento presuppone conoscenza di ciò che si è stato, di ciò che si è, di ciò che si vuole/deve essere. Le modifiche dei modelli di organizzazione della società, dei suoi meccanismi produttivi, delle modalità di generazione e di spostamento dei flussi di materia e di energia prodotti, delle catene di approvvigionamento, di sviluppo tecnologico, scientifico, culturale, su cui tutte le civiltà umane sono fondate, richiedono conoscenza dell’essere umano e dei meccanismi consapevoli e inconsapevoli che determinano le sue decisioni e azioni. In questa prospettiva le discipline umanistiche e le scienze sociali sono indispensabili strumenti di conoscenza, di analisi critica e di inquadramento storico e sociale della condizione umana reale e potenziale, passata e attuale.

Se è vero che la natura non ha bisogno dell’essere umano per la sua esistenza, è altrettanto vero che l’essere umano, con la sua cultura, non può esistere senza la natura. Da essa trae nutrimento, risorse, senso. Attraverso essa trova la sua dimensione estetica e metafisica più autentica. È attraverso il metodo scientifico che l’essere umano indaga forme, processi e dinamiche naturali, penetrando nel mistero dell’universo. Ma è attraverso le discipline umanistiche e sociali che l’essere umano coglie le dimensioni della sua intimità, le relazioni tra se stesso e l’altro da sé, indaga il senso profondo del suo legame con la sua natura e con la natura dell’universo. È proprio nel dialogo alla ricerca di una sintesi tra geo- and bio-scienze, ingegneria, discipline umanistiche e sociali che sta il futuro dell’umanità, nel recupero di un’antica unità di conoscenza e di coscienza.   

Da questa prospettiva, la questione etica è centrale nel mondo contemporaneo. Forse essa è il vero problema che deve essere affrontato con attenzione e senza radicalismi, nella consapevolezza che se da un lato la diversità umana è un valore per affrontare sfide complesse che necessitano del potenziale creativo di quanti più soggetti possibili, dall’altro lato proprio la frammentarietà del sentire umano può costituire una debolezza nell’individuazione di quadri valoriali condivisi per far fronte a questioni comuni.

Senza questa consapevolezza, la scienza e la tecnologia da sole potrebbero offrire soltanto una visione parziale del futuro: se da un lato costituirebbero quel terreno comune su cui costruire soluzioni tecniche globali, dall’altro non sarebbero in grado di fornire strumenti capaci di valorizzare la ricchezza interiore ed emozionale dell’essere umano, di cogliere la dimensione sociale degli accadimenti e di ridurre le disuguaglianze che affliggono le comunità umane.  

Dunque, scienza e tecnologia aprono ventagli di opportunità, ma anche enormi problemi, che vanno analizzati all’interno di un quadro di riferimento etico che massimizzi i risultati a vantaggio di uno sviluppo umano integrale e responsabile, in grado di realizzare quella dimensione umana di autenticità e di unità anche con la natura, sempre agognata.

Se la globalizzazione dei mercati e dei processi tecnologici pone il problema di sviluppare un’etica globale, i problemi ambientali planetari, allo stesso tempo causa ed effetto di una relazione deteriorata tra umanità e sistema Terra, richiedono decisioni che siano costruite all’interno di una etica globale per la Terra, ovvero una geoetica.

La geoetica tenta di superare la frammentarietà storica e culturale delle varie popolazioni che compongono l’umanità, proponendo le scienze della Terra come fondamento di un’azione umana responsabile nei confronti della Terra. La geoetica è concepita come linguaggio razionale, operativo e multidisciplinare che può legare e sostenere concretamente una comunità internazionale coesa, impegnata nella risoluzione condivisa di problemi ambientali globali e di sfide complesse, che nei fatti non conoscono confini nazionali, culturali o religiosi.

La geoetica è quindi campo di interazione e di confronto tra discipline diverse, con il fine di indagare e migliorare l’agire dell’essere umano per farne sintesi di un progresso integrale che consenta di ridefinire la sua posizione nel sistema Terra, promuovendo un umanesimo ecologico che dia centralità ai principi di libertà, dignità, responsabilità.

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