Non v’è dubbio che stiamo vivendo un periodo storico caratterizzato da incertezze globali, insicurezza percepita e paura diffusa del presente e del futuro. Nel 2020, l’inizio della pandemia da Covid-19 ha stravolto la vita di tutti, causando un significativo peggioramento della salute mentale della popolazione generale, documentato da numerosi studi scientifici condotti in questi 2 anni, anche nel nostro paese.

Infatti, il Covid-19 da un giorno all’altro ha completamente modificato le abitudini e la vita quotidiana della popolazione generale, comprese le modalità di relazione, le attività lavorative, lo svolgimento dei momenti di svago.

La pandemia da Covid-19 è considerata un evento traumatico nuovo, in quanto invisibile, ubiquitario e che può potenzialmente contagiare tutte le fasce della popolazione.

L’impatto della pandemia sulla salute mentale è apparso evidente sin dalle prime fasi dell’emergenza sanitaria, quando si osservò un aumento della prevalenza dei sintomi dello spettro traumatico, ansioso e depressivo anche in persone che non avevano sofferto in precedenza di problemi psichici.

I tre tipi di effetti del Covid-19
sulla salute mentale

Gli effetti del Covid-19 sulla salute mentale della popolazione generale possono essere riassunti in tre grandi categorie:

1) gli effetti legati alla paura del contagio, con isolamento e riduzione delle normali attività della vita quotidiana;

2) gli effetti diretti legati al contagio, all’ospedalizzazione e al rischio di morte;

3) gli effetti dovuti alla localizzazione cerebrale del virus, con il rischio di sviluppare deficit cognitivi e mnesici a lungo termine (la cosiddetta long-Covid syndrome).

Questi effetti sono più evidenti nelle cosiddette popolazioni fragili (ad es., le persone con disabilità), nei bambini (che hanno il rischio di contrarre una sindrome multisistemica infiammatoria, la MIS-C), negli anziani (con l’aumento di solitudine e allontanamento dalle fonti di supporto pratico ed emotivo), nelle popolazioni marginalizzate (ad es., migranti, LGBTIQ+).

Lo studio di Cambridge
sugli effetti del covid-19

Su questi effetti del covid-19 sulla salute mentale è stato pubblicato uno studio da Cambridge University Press che dimostra l’importanza di affrontare i bisogni di salute mentale come parte integrante della risposta al Covid-19.

Quando sembrava che si potesse tornare faticosamente a una nuova routine, negli ultimi giorni si è aggiunto un nuovo fattore traumatico, legato all’instabilità geopolitica del conflitto tra Russia e Ucraina. L’impatto mondiale dei conflitti – con le conseguenti difficoltà economiche e sociali – è indiscutibile.

Le principali associazioni psichiatriche internazionali hanno sottolineato l’enorme impatto che tale conflitto avrà sulla salute mentale delle persone esposte agli attacchi e di coloro costretti ad emigrare, ad abbandonare le proprie case, le proprie città e i propri affetti.

A tutto ciò, si deve aggiungere l’impatto indiretto che tale instabilità economica, sociale e politica avrà sulla popolazione mondiale che, sebbene (geograficamente) distanti dagli scenari di guerra, sono già coinvolti in una nuova paura paralizzante.

Nella loro pratica clinica gli psichiatri stanno già osservando gli effetti del conflitto sul benessere psicologico e sulla salute mentale della popolazione generale, le cui capacità di coping e di resilienza sono già state messe a dura prova dai due anni di pandemia.

Ritengo necessario, quindi, che i vari professionisti della salute mentale, le associazioni di categoria, i policy-makers lavorino insieme per affrontare questa nuova ondata di problemi di salute mentale e dare una risposta concreta alle popolazioni a rischio e a tutti coloro che hanno bisogno di un supporto psicologico, pratico ed emotivo.

L’iniziativa dell’Associazione Europea di Psichiatria in soccorso all’Ucraina

In tal senso si è mossa anche l’Associazione Europea di Psichiatria (EPA – European Psychiatric Association) con una dichiarazione che esprime tutta la preoccupazione e l’incredulità circa l’evolversi della situazione in Ucraina e chiede alle agenzie e alle organizzazioni che forniscono aiuti umanitari nella regione di prendere in considerazione la possibilità di iniziative di soccorso per aiutare anche sul piano psicologico le vittime civili e i rifugiati nella regione.

A tal fine, il 7 marzo scorso, l’EPA ha istituito la Rete di Solidarietà EPA per l’Ucraina. Durante una teleconferenza zoom, i rappresentanti dei membri dell’EPA dall’Ucraina e dai paesi vicini hanno sviluppato un piano per supportare i professionisti della salute mentale e il pubblico laico per far fronte alle conseguenze sulla salute mentale del conflitto in corso in Ucraina. Il piano si compone dei seguenti punti:

  • Costruire un archivio virtuale di documenti per aiutare i professionisti e il pubblico in generale a trattare e far fronte a eventi traumatizzanti.
  • Fornire accesso ai webinar per fornire strumenti ai professionisti per (dimostrare come) aiutare le persone che soffrono di traumi a causa di guerre e conflitti. Il primo webinar sarà presto online.
  • Costruire un elenco di psichiatri e psicologi disponibili a fornire supporto professionale alle persone bisognose. È già stato stabilito un elenco di base e i volontari sono invitati a inviare il proprio nome e indirizzo e-mail all’Ufficio EPA di Bruxelles (epa.brussels@europsy.net) se desiderano essere aggiunti all’elenco. L’ufficio EPA può aiutare a fornire collegamenti di zoom per le sessioni.
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