• Primo posto BigMama con “La rabbia non ti basta”: contrasto a bullismo e bodyshaming, per la queerness
    Artista coraggiosa che combatte il bullismo (punto 9 del nostro Manifesto: Contrasto all’abilismo, all’ageismo, al bullismo), il body shaming (punto 16: Body Positivity) e l’omolesbobitransfobia, con un coming out come donna bisessuale (punto 10: Queerness, diritti LGBTQI+, intersezionalità). Il brano è una confessione molto intima e parla di trasformazione e di riscatto rispetto a un passato fatto di bullismo: «Guarda me, adesso sono un’altra, la rabbia non ti basta». Durante la seconda serata di Sanremo ha dedicato la sua esibizione “a tutta la comunità queer: amatevi liberamente, potete farlo“.
  • Secondo posto Fiorella Mannoia con “Mariposa”: contrasto alla violenza sulle donne
    Un testo sull’emancipazione femminile, al punto 6 del nostro Manifesto etico di Sostenibilità Sociale (Gender equity, antisessismo, contrasto alla violenza contro le donne, femminismi). Strettamente collegato alla causa femminista per cui Mannoia da sempre si spende, al Festival di Sanremo è in gara per sottolineare l’orgoglio di essere donne in tutte le nostre sfaccettature. Racconta di un personaggio femminile archetipale ed è ispirato alla storia delle sorelle Mirabal, attiviste politiche dominicane assassinate durante la dittatura (il giorno della loro morte era il 25 novembre, data in cui, in loro onore, è stata istituita la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne). Il titolo “Mariposa”, che significa “farfalla” in spagnolo, simboleggia la forza e la delicatezza delle donne impegnate nella lotta per i propri diritti.  «Il nome è nato durante la visione di una serie bellissima, ‘Il grido delle farfalle’ – spiega Mannoia. Racconta la storia delle quattro sorelle dominicane Mirabal: le chiamavano “le farfalle”, perché erano le più belle del loro villaggio. Erano attiviste politiche e negli anni ‘60 si battevano contro la dittatura del generale Trujillo». La storia è bellissima: il governo le fece uccidere simulando un’incidente d’auto ma l’opinione pubblica non ci credette e manifestò fino a costringere il dittatore a dimettersi.
  • Terzo posto Ghali con “Casa mia”: contrasto al razzismo
    Attraverso un dialogo con un extraterrestre, l’artista esplora il concetto di uguaglianza incoraggiando il rispetto tra gli individui: “Casa mia/Casa tu/Che differenza c’è? Non c’è/Ma qual è casa mia/Ma qual è casa tua/Dal cielo è uguale, giuro”, a sottolineare come per un alieno non esistano differenze di alcun tipo tra un un essere umano e un altro (l’ultimo ritornello: “Sto già meglio se mi fai vedere/Il mondo come lo vedi tu”). E’ il punto 5 del nostro Manifesto (Diritti civili,diritti umani, pari opportunità, giustizia sociale, diritti delle minoranze).
    • Sanremo 2024 dopo la top3 ecco il resto della nostra classifica
  • Quarto posto Loredana Bertè con “Pazza”: per l’uniqueness
    La madrina della seconda edizione del ReWriters fest., nostra blogger, curatrice del nostro Mag-book dal titolo Artisti uniti per riscrivere le regole del mondo, nonchè Premio ReWriters 2022, arriva sul palco dell’Ariston con un brano dedicato «ai folli, perché follia per me fa rima con libertà». Facendo leva sulla cultura dell’unicità, interpreta nel suo intero il nostro Manifesto, proprio all’uniqueness dedicato. Un pezzo che incoraggia a essere autentic* e a ignorare le critiche esterne, a rimanere se stess*.
  • Quinto posto La Sad con “Autodistruttivo”: attenzione alla salute mentale
    Centrato in pieno il punto 11 del nostro Manifesto: Educazione sessuoaffettiva, salute mentale. La canzone racconta la storia di un giovane che lotta per essere accettato dalla società, affrontando problemi di depressione: “Parla della storia di un giovane che potrebbe benissimo essere uno di noi tre, o rappresentare un qualsiasi ragazzo, che da quando è nato non riesce a farsi accettare dalla sua famiglia e dalla società. E quindi soffre“. La band è fatta di tre attivisti che sostengono Telefono Amico, associazione che si occupa di prevenzione al suicidio.
  • Sesto posto Annalisa con “Sinceramente”: empowerement femminile
    Anche Annalisa porta sul palco un messaggio di empowerment femminile, e ne abbiamo bisogno, dato che artiste vincitrici a Sanremo non se ne contano. Anche qui, siamo al punto 6 del nostro Manifesto. Annalisa sottolinea l’importanza di essere liberi di essere se stesse senza timori dei giudizi. Una donna deve essere “Libera di prendersi sul serio e di essere anche leggera, di essere ambiziosa, di esprimersi, piangere, ironizzare, lamentarsi, gioire, senza essere giudicata, anzi, compresa e rispettata“.
  • Settimo posto Alessandra Amoroso con “Fino a qui”: contrasto all’hating e per la comunicazione non-violenta
    La canzone è nata come sfogo per gli haters, punto 13 del nostro Manifesto (Linguaggi inclusivi, comunicazione non violenta – linguaggio giraffa, etica dei media). Durante la conferenza stampa di presentazione nella sala stampa del Teatro Ariston di Sanremo 2024, l’artista ha dichiarato che “In questo ultimo anno e mezzo nella mia vita sono successe delle cose“, elencando poi la serie di insulti che ha ricevuto a mezzo social (dall’emoji di una corda di un impiccato a minacce di morte), motivo per cui è partita per la Colombia. Un discorso che speriamo vogliate riascoltare per soffermarci a riflettere sul fatto che tutte le parole hanno delle conseguenze.
  • Ottavo posto Dargen D’Amico con “Onda Alta”: per i diritti umani
    La canzone affronta il tema delle rotte migratorie nel Mediterraneo, ponendo domande sulla percezione e l’accoglienza dei migranti da parte della società. Nella canzone la strofa:  “Come faccio a volere una vita in incognito Se parlo solo di me? Se basta un titolo a fare odiare un intero popolo Non lo conosci Noè? No eh?“. Centrato in pieno il punto 5 e 8 del nostro Manifesto (punto 5: Diritti civili,diritti umani, pari opportunità, giustizia sociale, diritti delle minoranzee; punto 8: Antirazzismo, contrasto alle discriminazioni BIPOC, educazione interculturale)
  • Nono posto Angelina Mango con “La noia”: decostruzione del mito della performance
    Questo brano celebra la lentezza come un momento prezioso per la riflessione e la crescita personale, contrastando la frenesia della vita moderna. «Non va combattuta, è tempo prezioso da dedicare a noi stessi» spiega la cantante. La forza interiore acquisita sarà necessaria per combattere pressioni e pregiudizi del mondo esterno. Stiamo parlando anche del punto 15 del nostro Manifesto, ossia del Work-life balance, giusto equilibrio tra l’adrenalina della performance lavotrativa e l’appagamento della vita privata e affettiva.
  • Decimo posto Mahmood con “Tuta Gold”: contrasto alle discriminazioni BIPOC
    Mahmood punta sulle discriminazioni BIPOC e fa centro sul punto 8 del nostro Manifesto: Antirazzismo, contrasto alle discriminazioni BIPOC, educazione interculturale. Riflette infatti sul proprio passato e sulle esperienze di discriminazione vissute, trasmettendo un messaggio di resilienza e accettazione di sé. Nel testo, l’artista ricorda le offese che ha ricevuto per le sue origini egiziane, sottolineando come sia riuscito ad uscirne più forte “Mi hanno fatto bene le offese. Quando fuori dalle medie le ho preso e ho pianto. Dicevi ritornatene al tuo paese“.
  • Undicesimo posto Mr Rain con “Due Altalene”: per la cooperazione e la solidarietà
    Ancora temi etici per l’artista, a cui attribuiamo il punto 12 del nostro Manifesto: Intelligenza collettiva e cooperazione come chiave di sviluppo. Il testo sottolinea l’importanza del sostegno reciproco nelle sfide della vita, rappresentate metaforicamente dalle due altalene. La solidarietà è la leva della capacità di crescita.
  • Dodicesimo posto Clara Diamanti con “Diamanti Grezzi”: per la sostenibilità sociale
    La canzone invita ad accettare se stessi come “diamanti grezzi”, in perenne evoluzione e splendenti nonostante le imperfezioni, sfidando gli standard imposti dalla società. Un ‘diamante grezzo’ è in perenne lavorazione, ma ha comunque l’abilità di splendere. Un brano che ci ricorda di trasformare pregiudizi, bias e stereotipi in opportunità di crescita e, in questo modo, interpreta perfettamente l’intero nostro Manifesto di Sostenibilità Sociale.

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