Insisto ancora sul territorio, perché ne vale la pena. Questa volta voglio raccontarvi una storia che sembra quasi una favola, tra le migliori fantasie per un giovane italiano che vuole lavorare nella musica, e invece è una storia vera, tra Monza, Seregno, Australia e Los Angeles. Continuo a guardare vicino casa, ma con un binocolo che arriva fino in California. Che storia!

Virginia Gavazzi ha 27 anni, nata a Monza; tra i suoi antenati c’è un compositore, Lorenzo Perosi. Sinceramente non ne sapevo nulla, finché qualche settimana fa non ho letto di lei, me ne sono interessato e l’ho contattata: prima sono andato sul suo sito (lei è cosciente che non è aggiornatissimo, dovrebbe lavorarci un po’ e le ho, immodestamente, consigliato di farlo), interessante, ho capito che cosa sta facendo e soprattutto ho visto il suo incredibile percorso per arrivare a farlo. Sempre per rimanere fedeli al territorio, abbiamo parlato anche di un dolce (buonissimo!) che produce un forno nella nostra zona, ma questo è tutto un altro film…

L’avventura è cominciata a casa, a Seregno (MB), prendendo le prime lezioni di musica al pianoforte a 10 anni, abbandonate dopo un solo mese, “perché l’insegnante non mi piaceva tanto, non eravamo sulla stessa lunghezza d’onda”, riprese poi attorno ai 14 anni. Frequentando nello stesso periodo il liceo scientifico, Virginia non riesce a concentrarsi sulla musica. Un bel giorno però un pianista russo che a Seregno partecipa al Concorso Pianistico Internazionale “Ettore Pozzoli” (sì, proprio lui, il Maestro che ha realizzato il corso di solfeggio sul quale molti si sono esercitati) è ospite a casa sua, suona la Sonata per pianoforte n. 8 di Beethoven, la Patetica, parla in inglese con Virginia, si confronta, le prospetta un punto di vista diverso, un Maestro russo molto bravo che insegna pianoforte al Queensland Conservatorium, in Australia.
Virginia ha 17 anni, si appassiona, riprende lo studio, impara a memoria da autodidatta la sonata di Beethoven e con quella parte, e si presenta nel Queensland per l’audizione. Viene ammessa, anno 2013… ma il Maestro, di cui le aveva parlato il concorrente russo in Italia, purtroppo è finito in galera. Bisogna cambiare insegnante. Detto, fatto. Quattro anni di studio e Virginia si diploma: “Non sognavo di diventare una concertista, visto che avevo cominciato a studiare così tardi: volevo avere una base pianistica, che ritengo essenziale per un compositore, ma sapevo già che per il mio obbiettivo, una carriera nella musica da film, dovevo spostarmi a Los Angeles”.

Nel frattempo, al di là dei classici, Virginia si dedica a comporre canzoni, voce e chitarra: singer-songwriter, comincia ad esibirsi dal vivo in piccoli locali, in Australia, dal 2015 incide anche diversi singoli, pubblicati digitalmente su iTunes, con risultati incoraggianti. In Italia incontra recentemente Caterina Caselli (Sugar), che le chiede molto semplicemente di comporre e farle ascoltare qualcosa, perché sicuramente capisce che Virginia è determinata, ha una grande volontà.

Dopo l’Australia, avendo chiaro l’obbiettivo di voler comporre musica per immagini, si trasferisce in California per continuare a studiare Film Scoring all’UCLA (Università della California di Los Angeles), dopo aver passato una prova d’ammissione: ne esce dopo un anno con ottimi voti e un Certificate in Film Scoring. A quel punto inizia la ricerca di un’occupazione, a Los Angeles. Hai detto niente! Virginia comincia a inviare il suo curriculum, brevi esempi di quello che sa fare: passa il tempo, non succede quasi niente, ma non si dà per vinta, insiste. Finché uno dei fondatori di Signature Tracks, una società nata nel 2008 che fornisce musiche a network televisivi, con clienti come CBS, Netflix, MTV, National Geographic e dispone di una music library di 42.000 tracce, a forza d’insistere, le apre le porte e l’accoglie, anche per la tenacia dimostrata.

Signature Tracks, come altri soggetti nello stesso settore, vuole capire chi desidera veramente fare questo lavoro. Virginia Gavazzi adesso vive a Los Angeles, lavora a tempo strapieno da un anno per Signature Tracks come Composer & Music Coordinator, compone e realizza musiche per programmi tv, alcuni anche su dettagliata richiesta dei clienti: “Nell’80/90% dei casi ci sono degli show che ci mandano delle tracce di riferimento, ci indicano il suono che vogliono, e noi tutte le settimane componiamo brani che si rifanno a quel suono. Recentemente però ho composto musiche per un programma di National Geographic: ci hanno mandato delle scene del documentario da commentare. Questo è proprio quello che voglio fare, la parte più stimolante e difficile del lavoro”.

Virginia si muove in un ambiente professionale e competitivo, il suo lavoro viene filtrato da uno dei fondatori della società. L’obbiettivo principale, su questo fronte, è riuscire a realizzare prima o poi una colonna sonora per un film. Durante gli esami sostenuti all’UCLA, grazie agli insegnanti ben introdotti nel settore, lei come altri studenti hanno potuto esercitarsi componendo per scene di film e registi famosi, complete di Time Code, utilizzando pure l’orchestra in studio di registrazione.
Abitualmente Virginia compone al computer, utilizzando software (Logic) e librerie di suoni sempre aggiornate: non le dispiacerebbe utilizzare l’orchestra, che è una potente emozione, ma certi lavori, con certi budget, si realizzano con la sintesi. Scrive bene, per le immagini, un repertorio vario e gustoso. Con questo lavoro riesce a mantenersi a L.A., che è una città dove la vita costa parecchio.

Al momento Virginia lavora da casa, dall’Italia, per quello che noi definiamo smart working, in contatto continuo con gli USA. Non dimentica di aver voglia di fare la singer-songwriter, le piacciono Brandi Carlile, Beatles, Bob Dylan, Leonard Cohen, Harry Styles. Tra le canzoni recenti, apprezza Bad Guy di Billie Eilish e il lavoro di Finneas (fratello di Billie, che la produce) “che utilizza – dice Virginia – suoni di tutti i giorni, registrati e modificati al computer, per dare un suono unico, mai sentito prima alla canzone”.
Tra i compositori di musica da film apprezza Ludwig Göransson, Hildur Guðnadóttir. Sottolinea che “attualmente le texture dei suoni, nelle composizioni per film moderne, sono diventate più importanti (purtroppo) delle melodie: la direzione che si sta prendendo è quella di utilizzare suoni particolari per trasmettere un’emozione o evocare immagini, atmosfere”. So che ammira moltissimo Ennio Morricone, ma l’evoluzione del film scoring è andata oltre.


Questa storia, di una ragazza che ricomincia tardi a studiare il pianoforte, prende e parte (supportata dalla famiglia, è evidente), va in Australia, poi si sposta in California, studia, si diploma e fa il lavoro che le piace, la trovo esemplare, edificante. Certo: bisogna avere la possibilità di fare un percorso simile, ma ci vuole anche tanta volontà, studio, coraggio, la testa dura, l’essere capaci di ricominciare ogni volta da capo, per raggiungere l’obbiettivo desiderato. Niente niente fra qualche anno ce la ritroviamo pure singer-songwriter di successo“davanti a un pubblico grande, che canta le mie canzoni”.

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