Dalla Sicilia a Londra, passando per TikTok: Nicole Bullet si racconta in attesa di Stupida, in uscita il 25 aprile.

Magiche, emotive, consapevoli e forti: così possiamo descrivere la nuova generazione di cantanti e cantautrici del panorama musicale internazionale. Sono femminili, sì, ma in modo non omologato: forti ma fragili, glamour ma accessibili, sexy ma mai oggettificate. Usano la moda, la voce e i testi per dire “sono più di una musa”, sono autrici di sé stesse. Icone sono, ormai, artiste come Ariana Grande, Taylor Swift, ma anche le più giovani Sabrina Carpenter, Charli XCX, Olivia Rodrigo e Chappel Roan.

Anche in Italia, le voci femminili si fanno sentire sempre di più, soprattutto tra le artiste emergenti. Ultimamente, sulla scena musicale italiana, è comparso un nuovo talento tra un TikTok e l’altro: Nicole Bullet

Palermitana, classe 1997, Nicole sta facendo breccia nel cuore della Gen Z italiana con la sua umiltà e brani frizzanti come Lontani e Un Minuto. La sua musica è fatta di empatia, arrangiamenti originali, in pieno stile elettro-pop. Nicole Bullet fonde la delicatezza del folk con l’impatto dell’elettro pop, scrivendo emozioni che suonano sincere, in cui è semplice immedesimarsi.

La cantautrice ha amato la musica fin da bambina:

Avevo sempre quest’idea di scrivere le mie canzoni, di voler fare questo come lavoro” mi racconta, sistemando la linea del suo immancabile eye-liner.

In attesa del suo prossimo singolo, Stupida, in uscita il 25 aprile, scopriamo la sua musica, i suoi nuovi progetti e la sua emotività in un’intervista molto personale ed empatica. 

Nicole Bullet – il percorso musicale

Su TikTok hai raccontato di ispirarti proprio a cantautrici come Taylor Swift, Sabrina Carpenter e Olivia Rodrigo, come mai e cosa ti hanno insegnato? 
“Sono fan di Taylor Swift da quando ero in terza media, quindi lei ha formato il mio percorso musicale. Penso che il suo modo di raccontare storie sia senza pari nel panorama internazionale. Mi ispiro a lei proprio per questo suo storytelling…in L‘Amore è Ridicolo spero si possa percepire questa tendenza più folk, è un omaggio a Taylor. Olivia Rodrigo, diciamo, è un po’ la figlia di Taylor, anche lei usa una scrittura molto empatica, ma con un sound più alternativo, più rock. Sabrina Carpenter è ciò che io vorrei diventare, sia musicalmente, che come percezione e sicurezza di me stessa. Le sue canzoni sono super coinvolgenti e divertenti, senza cadere mai nel volgare. Si vede la sua autenticità, è la sua naturalezza ipnotica a colpirmi”

Raccontaci come tutto è iniziato
“Ho iniziato a scrivere la mia musica a sedici anni, con la chitarra, avevo anche una band al liceo… e ho continuato così fino ai diciannove, quando vinsi una borsa di studio e partii per Londra, da sola, di punto in bianco” mi confida, ridendo.

Com’è stato ritrovarsi a Londra? 
“Ho scoperto un mondo, soprattutto perché ho trovato il corso di studio adatto a me, cioè Songwriting. Ho conosciuto un sacco di persone, persone che venivano da tutto il mondo, che scrivevano come me e ci davamo dei consigli… finché non è arrivato il Covid-19” 

Come hai vissuto il periodo di pandemia? 
“Ero in lockdown a Londra… da sola, quindi ho cercato di tornare in Sicilia il prima possibile. In quel momento, pensavo fosse la fine del mondo, è stato traumatico. Quando sono tornata a Palermo, non c’era comunque modo di spostarsi o di fare live. Proprio in questo momento, ho conosciuto su Instagram colui che, oggi, è il mio produttore, Matteo Brioschi

Nicole Bullet – la bottega creativa

Com’è nato il tuo rapporto professionale con Matteo Brioschi?
“Matteo è una persona fantastica, con il quale sono entrata subito in una connessione profonda. Dopo il lockdown, sono stata da lui in Brianza. In quei dieci giorni abbiamo scritto e prodotto un album intero, Luna di Carta. Lui è bravissimo e mi ha fatto conoscere tutti gli altri ragazzi che fanno parte della sua etichetta indipendente, la Petricoresounds… e adesso, vivo in Brianza!” ride, alludendo al suo continuo spostarsi tra località diverse tra loro: il calore della Sicilia, la magia del Regno Unito e la velocità della Brianza.

Come nasce una tua canzone? 
“Le canzoni più introspettive, le ho sempre scritte al piano in solitaria, poi vado in studio e buttiamo più l’arrangiamento. Ultimamente, io e Matteo abbiamo fatto il contrario. Siamo partiti da un’idea in studio e poi io ho scritto testo e melodia successivamente. Stiamo un po’ sperimentando”

E rispetto ai visual? 
“Sono io che penso a tutto. Io ho sempre sperimentato con grafica e Photoshop sin da piccolina, mi piace dare spazio a questo mio lato creativo. Ho creato io il visual dell’album Luna di Carta e anche il music video di Quasi Mai nasce da una mia idea, ho trovato costumi e ambientazioni” 

Nicole Bullet – famiglia e amore

La tua famiglia ti ha supportata, o il tuo brano Quasi Mai è autobiografico?
“No, in realtà non lo è… nasce da ciò che è intorno a me, dalla vita dei miei amici. Io sono stata molto fortunata, i miei mi hanno sempre lasciata libera e sostenuta anche nelle scelte più pazze… tipo quella di andare a Londra, così dal nulla. Sono stati proprio loro a trasmettermi l’amore per la musica. Per tanti ragazzi non è così, non tutti hanno la fortuna di seguire una loro strada”

Come vivi l’amore? La tua canzone Festa sembra raccontare proprio le cosiddette situationship di cui si sente sempre di più parlare, tu come ti senti a riguardo? 
“Questa nuova cultura delle situationship è strana per me. Io, quando andavo al liceo, mi trovavo in amori non corrisposti – ride – l’amore, oggi, è vissuto in maniera rapida. La cultura della rapidità si trasferisce anche sull’amore. Magari, molti preferiscono un amore intenso, ma sfuggente. Se, la situazione è tossica, sicuramente non fa bene, ma, di base, non ho nulla in contrario. In generale, però, posso dire che i più giovani vivono l’amore in modo diverso rispetto a quando io andavo a scuola”

Mi hai rivelato che il tuo prossimo brano, Stupida, verrà pubblicato il 25 aprile, che cosa ci vuoi raccontare con questo pezzo? 
“Diciamo che il tema di Stupida è la nostalgia… ascolterete un ritornello molto ossessivo che si ripete, un po’ come succede con il ciclo dei pensieri, quando capita di rimuginare su una storia passata, dove ti chiedi se tu a quella persona manchi, come a te manca quella persona e cosa potresti fare per far sentire la tua mancanza” 

Diciamo che, tra i tuoi ascoltatori, ci sono soprattutto i più giovani: quale messaggio speri di trasmettere loro? 
“Voglio raccontare tanti tipi di amore, tanti tipi di storie, non per forza legate al sentimento romantico. Possono esistere anche emozioni fugaci, sfuggenti e, anche tramite queste, possiamo raccogliere delle lezioni, per poter crescere e diventare più forti” 

È da questo obiettivo che nasce il tuo nome d’arte “Nicole Bullet”?
“Si! Quando ho formato la mia band, avevo un’ossessione per i My Chemical Romance e il loro primo album si chiama I Brought You My Bullets, You Brought Me Your Love. La parola bullet, proiettile, intesa come qualcosa che ti passa attraverso e ti scuote, mi ha colpita e mi ha accompagnata per tutta la vita” racconta, intensificando il messaggio con la gestualità.

Nicole Bullet – futuro e felicità

Quali saranno i tuoi prossimi passi? 
“Se riuscirò ad essere costante, voglio provare a pubblicare un brano al mese per i prossimi tre mesi. Avremo Stupida ad aprile e altri nuovi pezzi. Al momento, non penso ad un album perché preferisco questa modalità con i singoli”

Qual è il tuo sogno? 
“Inerente alla musica, avere un mio tour. In generale, vorrei solo essere felice e serena in quello che faccio… nulla di così folle, a parte andare in Giappone!”

Non saranno mancate le prime esperienze dei live, cosa hai provato una volta sul palco, visto che si parla di empatia? 
“I live sono, sicuramente, una delle parti più belle di ciò che faccio e vorrei farli più spesso, presto. Ho avuto l’opportunità di fare qualche concerto da quando mi sono trasferita qui in Brianza. Il momento più bello è stato quando, al Next Generation Fest, a Firenze, c’erano più di duemila persone e le persone erano coinvolte, cercavano di seguire i testi delle canzoni e andare a tempo, nonostante non le conoscessero. Ho potuto anche aprire il concerto di Leah Kate lo scorso anno e durante la mia esibizione, c’erano delle ragazze in prima fila che cantavano le mie canzoni. È stata un’emozione unica, è il momento in cui il lavoro che hai fatto si trasforma in qualcosa di reale e ricevi l’energia reale del pubblico che ti ripaga per ciò che hai fatto, a prescindere dagli streaming”

A tale proposito, cos’è per te la felicità?
“In questo periodo, sto imparando a ritrovare la felicità al di fuori della musica e al di là della gratificazione immediata che danno quei piccoli traguardi nel lavoro. Per me, la felicità viene dall’affetto che ricevo dagli altri: dai miei ascoltatori, dalla mia famiglia, dal mio ragazzo, i miei amici. Per adesso, non riesco a farla arrivare dall’interno di me. Sto facendo un percorso per iniziare ad essere felice a partire da me stessa e devo dire che si vedono i primi fiori. Sono super felice e grata per le persone che mi stanno supportando e spero di poter far arrivare la mia musica a chi ne ha bisogno”

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