Che un Ministro che ha giurato sulla Costituzione davanti al Presidente della Repubblica, dica una stupidaggine, non è purtroppo una novità. Ma l’affermazione, la convinzione del Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida,  

“l’uomo è l’unico essere senziente, non ce ne sono altri”,

è un record nel suo particolare genere e calpesta in un colpo solo sapere scientifico, sensibilità e convinzioni sempre più diffuse, così come il Trattato Europeo che dal 2007 riconosce gli animali come esseri senzienti e impegna esplicitamente anche l’Italia ad adottare politiche conseguenti tanto che da due anni la loro tutela, in ben quattro definizioni, è entrata nella prima parte della nostra Carta fondamentale e quindi dei valori del nostro Stato (quelli sui quali il Ministro ha giurato al Quirinale).

Lollobrigida, la salvaguardia delle tradizioni, gli interessi venatori

Quella di Lollobrigida però non è solo una convinzione personale detta male. E’ il vero e proprio titolo, sotto il quale da qualche tempo si sta specchiando e realizzando una politica demagogica come quella messa nero su bianco dal pluricandidato generale Vannacci

“sostenere i diritti degli animali è come negare la sfericità del pianeta”

e di demolizione delle pur minime normative a tutela degli animali, in nome degli affari dell’industria dell’allevamento intensivo, delle grandi concentrazioni di potere economico, di interessi venatori spacciati come salvaguardia delle tradizioni e del made in Italy.

Tanto che dopo l’estensione della caccia sempre e ovunque, il Consiglio dei Ministri è stato impegnato lunedì scorso su un Decreto Legge, usando quindi uno strumento normativo eccezionale e urgente, come bandierina elettorale per la scadenza europea di inizio giugno, per distribuire ancora decine e decine di milioni di euro a settori produttivi basati sulla sofferenza degli animali, per aggiungere all’esercito degli sparatori nostrani anche l’Esercito contro i cinghiali immessi dagli stessi cacciatori (animali uccisi già in numeri sempre maggiori, sapendo che ciò incide solo nell’aumento di sagre e tavolate, altro che sanità veterinaria), intervento dei militari già chiamati in causa evidentemente senza successo dalle passate Ordinanze del Commissario straordinario alla peste suina, per consentire il fermo di Polizia anche contro chi si permetterà di mettere il naso  a suo rischio e pericolo nelle operazioni di esecuzione di questi animali, saldando così con evidenza industria armiera, boschi sempre più piombati – in tutti i sensi – mondo cosiddetto rurale alla guide dei suoi 4×4 diesel e narrazione della favola dell’uomo regolatore di tutto.

Uno Stato di guerra che ha già iniziato la sua repressione addirittura contro l’uso dei gessetti per scrivere da parte delle attiviste di Ultima generazione e con le richieste di sorveglianza speciale da Questori come quello di Trieste per scoraggiare azioni di protesta nonviolente.

Le azioni del Ministero dell’Agricoltura

Ma Lollobrigida non è ancora contento (in attesa di emendamenti dei pasdaran della caccia per aggirare sentenze e procedure d’infrazione su sparatori nei valichi montani, uso delle munizioni al piombo, depotenziamento dell’Ispra, l’Istituto scientifico del Governo sulla fauna selvatica al quale vogliono mettere guinzaglio e museruola.

Il Ministro infatti pretende il trasferimento della competenza funzionale dei Carabinieri forestali, con i loro nuclei specializzati antibracconaggio, dal Ministero dell’Ambiente al suo dell’Agricoltura, atto molto grave che certifica l’approccio ideologico, anacronistico e antiscientifico secondo cui l’essere umano deve dominare la natura, piegandola ai suoi poteri e ai suoi capricci.

Una riflessione a parte merita quanto stabilito in tema di contrasto alla Peste Suina Africana (PSA). Il ricorso alle forze armate per sparare ai cinghiali, sia una inutile e dannosa foglia di fico per tentare di nascondere un enorme fallimento politico e gestionale.  

Governo e Parlamento hanno già nominato un commissario speciale con ampi poteri, modificato la legge sulla caccia, creando piani straordinari di cosiddetto contenimento affidati ai cacciatori, mascherati da bioregolatori, eliminando il ruolo di supervisione scientifica di ISPRA. In questi anni sono state stanziate ingenti somme di denaro e con la scusa del contenimento della fauna sono stati aumentati di ulteriori 500.000 euro annui, i soldi pubblici regalati alle associazioni venatorie. A queste risorse si aggiungono oggi ulteriori somme (oltre 3 milioni di euro complessivi) forniti alle Forze armate, cioè a personale privo delle necessarie conoscenze di questa materia, piuttosto che rafforzare gli organici delle Polizie Provinciali per azioni incruente, organi deputati anche a questo genere di compiti, ormai paragonabili ad una specie in via di estinzione.

A proposito di un libro davvero da leggere, perchè non farlo con quello del prof. Maurizio Casiraghi Sempre più soli. Il Pianeta alle soglie della sesta estinzione edito da Il Mulino.

 Altro che primato dei primati!

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