Avete presente quando vedete qualcosa che vi colpisce intensamente, un film, un quadro, un’opera o altro e non vedete l’ora di condividerlo con i vostri amici? Per 48 ore non fate altro che dire a tutti “ti prego guardalo è bellissimo” e quasi sempre si rimane soli con tutte quelle emozioni. Finalmente posso condividere con tutti voi un film del 2006 che, secondo me, è nel vero senso della parola eccezionale.

S H O R T B U S

Sfida ardua descrivere a parole questo film e portare le sensazioni tra queste lettere. Prima di tutto un punto importante: questo è in assoluto il primo film distribuito nei canali ufficiali con scene di sesso completamente esplicite. Cosa intendo? Pene, vagina, sesso anale, sesso orale, eiaculazioni e tutto quello che un corpo può fare, da solo o in connessione con altri. Siamo talmente educati al moralismo, al senso di colpa, al finto perbenismo che io stesso ho impiegato una frazione di secondo prima di formulare queste parole: “Questo non è un film sul sesso ma sulla sessualità”.

Il film racconta le storie di alcune persone in una New York post 11 settembre, post crollo Torri Gemelle, un evento che ha cambiato le certezze di molti che fino a quel momento erano soliti fare programmi a lungo termine. In una realtà che ci ricorda che tutto può terminare da un secondo all’altro i protagonisti di questo film sono in cerca di sensazioni da vivere nel presente, in cerca di loro stessi; le relazioni, anche quelle sessuali fini a se stesse, sono il mezzo e a volte il fine stesso. Il film inizia con una panoramica su una New York in cartapesta; dopo il ponte di Brooklyn si plana lentamente, ci si avvicina ad una delle case illuminate e si entra, da una finestra, in una delle vite dei protagonisti. C’è la coppia gay in crisi, la coppia etero con lei alla ricerca di un orgasmo, la ragazza dominatrice a pagamento e altre persone uniche in quanto vere. Di giorno tutti vivono la propria vita, quella in superficie fatta di doveri, di ruoli e convenzioni e la sera si ritrovano tutti in questo locale, lo SHORTBUS. Un locale dove tutto è permesso, dove le etichette e perfino le sigle LGBT… stanno strette; un luogo in cui ci si perdona, ci si accoglie l’un l’altro, si gode sessualmente, si osserva, si ascolta, dove si è alla ricerca di buone connessioni sotto tutti i punti di vista, dove si può stare in mezzo agli altri e al tempo stesso scegliere di essere invisibili e non preoccuparsi di rispondere alle attese di nessuno. Padrona di questo luogo che è un mix di cultura, arte, sesso è Mis, persona transgender.

In questo locale potete trovare tutto: una sala con film-documentari alternativi o di pseudo registi, una stanza dove tutti fanno l’amore con tutti, un piccolo rifugio per un club ristretto di lesbiche e molto altro. Tutti fanno quel che desiderano lasciandosi attraversare dal piacere di stare in un luogo sospeso dove ci si può sentire liberi. Come dice uno dei protagonisti, un ex sindaco di New York anche lui frequentatore del locale, il problema è l’impermeabilità: fin quando si è impermeabili non si sente nulla, non c’è scambio, ci si rinchiude e si ha solo paura; al contrario quando si riesce a conquistare la permeabilità non ci si ferma alla prima sensazione e le si permette di attraversarci.

Ho adorato alcune delle scene di questo film: lo schiavo della dominatrice che eiacula, mentre lei lo sottomette, e il suo sperma arriva sopra la spalliera del letto su un quadro di Pollock e quello schizzo diventa parte stessa dell’opera e inizi a pensare se l’opera in fondo non sia stata creata per quel momento; oppure l’inno americano cantato nell’ano di un ragazzo durante un rapporto a tre, e tutto questo in un momento di sesso buffo e giocoso. Per stare in tema di piaceri chi può godere di questo film? Se siete tra quelli che si guardano le parti intime come se steste spiando da un buco della serratura o considerate il sesso come qualcosa di intimo non sarà facile e rischierete di rimanere bloccati alla prima scena esplicita.

Non si deve esser dei performer del sesso per cogliere l’unicità di questo film, aver fatto chissà quali esperienze o esser a proprio agio con il proprio corpo… o meglio forse questo film può aiutare a provare una certa tenerezza verso se stessi e a non giudicarsi continuamente. Questa pellicola è un inno alla natura umana, quella che non esclude nulla. Chi di noi è permeabile potrà ridere e commuoversi tra esplosioni di gioia, musica, fino al culmine della scena finale dove la protagonista con il suo orgasmo finalmente raggiunto accende tutte le luci di New York al buio per un blackout.

Quindi… abbandonate ogni pudore oh voi che entrate e benvenuti allo SHORTBUS!

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