Abbiamo già parlato delle api e delle competenze che questa specie possiede nel proprio repertorio comportamentale. Ma vale la pena di approfondire la conoscenza di alcuni aspetti per poterne apprezzare appieno le caratteristiche, soprattutto quelle che possono insegnarci qualcosa, e lo faremo attraverso alcune domande rivolte a Virgilio Ancellotti, apicoltore, operatore di fattori didattica, presidente ABiU (Associazione Biologi Umbria), da anni impegnato in diverse attività didattiche svolte insieme alle api o, ancora meglio, svolte grazie alle api.

Le api sono insetti sociali e solidali

Dell’importanza e del valore evoluzionistico della cooperazione sappiamo molto. Possiamo fare numerosi riferimenti, per citarne uno ricordiamo quanto affermato da Martin Nowak, che definisce la cooperazione come il terzo principio dell’evoluzione e si spinge ad affermare che dalla cooperazione emerge il lato costruttivo dell’evoluzione. Il mondo delle api è caratterizzato fortemente dalla cooperazione e, per certi aspetti, è proprio questa loro abilità che le ha rese famose come insetti sociali e a questa loro abilità è affidata la costruzione di affascinanti e complesse reti di relazioni e solidarietà.

Professore Ancellotti, Qual è il ruolo giocato dalla cooperazione nella vita delle api?
Il mondo delle api è osservato, studiato e ammirato! La storia ci insegna che alle api abbiamo riservato un posto “speciale” vicino a noi e per questo le troviamo raffigurate negli stemmi e nelle monete, le troviamo in letteratura e accompagnano da sempre la vita dell’essere umano.

Ma perché ci piacciono così tanto? Perché catturano la nostra attenzione? Perché rimaniamo incantati ad osservare quel continuo volare di fiore in fiore che poi si trasforma in una serie di attività ben coordinate all’interno dell’alveare?
Le api, insetti sociali, basano la loro vita sulla cooperazione così che tutte le attività dentro e fuori l’alveare sono finemente regolate e organizzate. Uno degli interessi della comunità scientifica è focalizzato sulla cooperazione e l’attività per un fine ultimo: il benessere della famiglia.

Una famiglia numerosa… dove di api se ne contano circa sessantamila!
Immaginiamo per un attimo di far parte di questo nutrito gruppo quindi di dover comunicare, organizzare il lavoro sui fiori, gestire i lavori della casa, fare le pulizie, segnalare dove sono i fiori pieni di nettare e carichi di polline, immagazzinare le scorte, occuparci delle piccole larve, segnalare un pericolo o rispondere a questo velocemente e in modo organizzato per difenderci da un attacco esterno, mantenere la temperatura interna ottimale sia in estate che in inverno e tanto tanto altro ancora… Bene, alla base del vivere e sopravvivere vi è la strategia della cooperazione che questi insetti mettono in pratica in ogni istante della loro vita. Insomma, diciamo pure che le api la sanno lunga in quanto ad organizzazione.

L’armonia dell’alveare

Possono insegnarci qualcosa su questo aspetto così importante anche per noi esseri umani?
A mio avviso si! Se ci mettiamo nella posizione di osservatori attenti e pazienti del fenomeno “alveare” riusciamo a vedere l’armonia di un sistema naturale. Se pensiamo che la nostra osservazione non è rivolta a ogni singola ape ma all’insieme che queste formano e rappresentano, ci rendiamo conto di trovarci di fronte a un esempio di superorganismo che ha come regola base la cooperazione.

A questo punto dobbiamo fare due conti: vogliamo vivere isolati ognuno nel proprio mondo o provare a cooperare?
Ma siamo pronti a farlo? Spesso mi chiedo: sono disposto a cambiare il mio punto di vista, a mettermi in discussione, a condividere idee che potrebbero piacere ma anche essere attaccate, ed accettare i giudizi degli altri? Ma poi, perché dovrei farlo, ma chi me lo fa fare? La risposta la trovo in apiario. Prendendo su un telaino con due o tremila api, comincio a pensare che la totalità delle api che vedo non è un numero ma qualcosa di nuovo che esiste solo perché c’è cooperazione. A questo punto, per me, la risposta è chiara, vale la pena provarci. Non siete convinti? Vi aspetto in apiario!

In questo blog parliamo di Ecoterapia, secondo lei noi esseri umani possiamo avere dei benefici nella relazione con questi piccoli e preziosi insetti?
La relazione con gli animali o il prendersene cura è sicuramente un vantaggio. Nel caso delle api si fanno le visite in apiario immersi nella natura, in mezzo ai fiori, vicino ai boschi e frutteti. Va considerato che un apicoltore amante delle api avrà sicuramente un lavandeto, una zona ad aromatiche o avrà seminato piante mellifere per aiutare questi insetti. Ecoterapia? Bene, seguitemi in questo viaggio virtuale… immergiamoci nella natura per fare la visita in apiario, indossiamo la tuta, la maschera, i guanti e a piedi ci dirigiamo verso gli alveari per fare la visita alle api. Abbiamo scelto una bella giornata di sole così che le api bottinatrici (che fanno il bottino di nettare e polline) saranno fuori dall’alveare a lavorare sui fiori. Ci avviciniamo alle case delle api (mettiamoci in testa che sono le api a lasciarci avvicinare), dobbiamo entrare nel loro mondo in punta di piedi e rispettosi.
Vi assicuro che le prime volte il cuore batte forte, la magia però sta nel fatto che l’emozione ci accompagnerà sempre, visita dopo visita, anno dopo anno. Chi entra nel mondo delle api difficilmente tornerà indietro. La tranquillità e l’equilibrio dell’alveare, il ronzio e la sua frequenza, gli odori, ci trasmettono una sensazione di piacere unica.
I percorsi organizzati per le scuole, dopo alcuni incontri in classe, terminano in apiario didattico così ogni anno almeno mille bambini  vengono a contatto con questo mondo affascinante. Sono state notate, insieme ad altri operatori e insegnanti, la gioia e l’ammirazione degli alunni nei confronti del sistema alveare e la loro volontà nel proseguire le attività sperimentando il metodo “facciamo come le api”.

Ci può dare qualche piccolo consiglio per proteggere e tutelare queste indispensabili creature?
Ma certamente! Ognuno di noi, bambino o adulto, può aiutare le api ed essere partecipe alla loro vita, basta mettere dei fiori sui nostri balconi, magari proprio le aromatiche tanto utili alle nostre amiche api. In commercio si trovano bustine di semi di fiori “amici delle api”. In contesti più organizzati come scuole o parchi urbani si può pensare di progettare un’oasi o un angolo per gli impollinatori. In diverse città esistono realtà interessanti di apicoltura urbana, in questi casi le associazioni di quartiere acquistano le api e si occupano del controllo delle famiglie, del sostentamento, delle cure, fino alla smielatura e invasettamento del prodotto.

Rimane un punto fermo: la conoscenza porta al rispetto; a ciò consegue che non ci può essere un vero cambiamento senza cultura. Ben vengano le occasioni di formazione, di visita in apiario e le attività all’aperto. Per i più curiosi, per coloro che non hanno paura di innamorarsi e di entrare in un mondo senza più poterne uscire… potrei consigliare: Giorgio Celli, La mente dell’ape, considerazioni tra etologia e filosofia.

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